Sacerdoti e parrocchie: voci amiche anche al telefono
Durante i periodi più duri della pandemia i centri di ascolto diocesani e parrocchiali hanno continuato a funzionare a distanza. Hanno risposto, sì, alle richieste di aiuto alimentari ma – via telefono e on line – sono diventati anche un'importante rete anti-solitudine.
Vicinanza e sostegno spirituale a portata di voce. I centri di ascolto diocesani e parrocchiali hanno continuato a funzionare a distanza. Hanno risposto alle richieste di aiuto alimentari ma – via telefono e on line – sono diventati anche un’importante rete anti-solitudine.
Da “Noi restiamo in ascolto” a Cassano allo Jonio (Cosenza), seguito dal vicario diocesano don Gianni Di Luca a “Nessuno è solo” a Cremona, a “Ciao come stai” della Chiesa di Firenze, di cui ha voluto essere testimonial l’ex ct della nazionale di calcio Cesare Prandelli, fino al piano di auto-aiuto di don Enrico Pajarin a Vicenza. Don Massimo Segù, psicologo prima della vocazione sacerdotale, è responsabile di “Aiutami a dire arrivederci”, il servizio della diocesi di Vigevano voluto dal vescovo Maurizio Gervasoni e rivolto a chi durante la pandemia ha affrontato un lutto.
“Il dolore più grande delle persone che ci chiedono aiuto è non aver potuto accompagnare il parente o l’amico negli ultimi momenti della vita – spiega don Massimo –. In più sono obbligate a stare in casa, spesso da sole. Hanno paure di contrarre il virus, quando non si trovano addirittura in quarantena, e temono per il futuro. Li accoglie la nostra équipe – 9 professionisti tra consulenti familiari, psicologi e psicoterapeuti – al telefono o su Skype.
Nell’esperienza del limite, la fede può essere una grande risorsa.
Il punto più drammatico della pandemia è coinciso col tempo di Quaresima. È come se noi tutti avessimo ripercorso il cammino di Gesù. Egli, come noi, non è stato risparmiato dal dolore. E noi, come Gesù, non saremo abbandonati da Dio”.
(Stefano Nassisi)