Savona: dallo schermo alla realtà al fianco dei sacerdoti
La parrocchia di San Giuseppe, a Savona, ha rilanciato la proposta di cineforum del Servizio promozione della CEI, aggiungendo al programma dei film previsti anche un incontro dedicato ad un libro su don Silvio Ravera, fondatore della parrocchia. Le testimonianze di don Gabriele, il parroco, dell'incaricato diocesano e di uno dei volontari che hanno organizzato gli appuntamenti.
Si è concluso sabato 24 maggio, con il film “Alla luce del sole” dedicato al beato Pino Puglisi, il cineforum organizzato dalla parrocchia S. Giuseppe di Savona nell’ambito del progetto “Sacerdoti tra schermo e realtà”, promosso dal Servizio per la promozione del sostegno economico della CEI, e finalizzato a promuovere le offerte per i sacerdoti e le forme per l’8xmille. “Abbiamo accolto questa proposta – racconta il parroco, don Gabriele Semeraro, classe 1985 – grazie al nostro incaricato diocesano del Sovvenire, il diacono Salvatore D’Angelo, modificandola per includere nel nostro itinerario anche don Silvio Ravera, fondatore della nostra parrocchia. Abbiamo fatto un incontro al mese, tutti di sabato sera, per un totale di 4 proiezioni. In occasione del primo appuntamento è stata presentata la ristampa di uno dei libri di don Silvio Ravera “Di là del fiume”, in cui racconta le origini del quartiere, della zona pastorale Oltreletimbro (che prende il nome dal fiume) e della chiesa parrocchiale di San Giuseppe. Il nostro è un quartiere moderno – continua don Gabriele – che nasce negli anni ’60, in una diocesi tra le più piccole d’Italia, con 70 parrocchie e 80mila abitanti. Alle origini la nostra era una zona agricola, che però si è trasformata ben presto in un rione degradato: la stazione ferroviaria, infatti, ha raccolto un bacino di povertà multiculturale, con prevalenza islamica e una minoranza cattolica, di età molto avanzata e con case popolari abitate soprattutto da immigrati. Don Silvio aveva maturato il desiderio di avvicinare alla celebrazione domenica la gente di campagna, oltre il fiume, e aveva costruito la cappella La Baracca, proprio dove oggi sorge la stazione ferroviaria. Il nostro don Silvio – prosegue ancora don Gabriele – era molto legato a don Primo Mazzolari, suo padre spirituale, e a don Michele Do, della diocesi di Chiavari. Erano tre amici accomunati dall’amore per i poveri”.
La parrocchia ha accolto con favore l’iniziativa del cineforum, con un pubblico in prevalenza di ultrasessantenni. “Tutte le domeniche cerchiamo di sensibilizzare la comunità – spiega il diacono Salvatore D’Angelo – su come aiutare i sacerdoti. Sia la proiezione di questi film che la ristampa del libro dedicato a don Silvio ci hanno offerto una valida occasione per rilanciare le offerte deducibili. La difficoltà, da diversi anni, è soprattutto nella titubanza dei sacerdoti a collaborare per sostenere queste iniziative: una sorta di pudore, di religioso ritegno a non toccare gli aspetti economici. In passato solo 5 parrocchie su 70 avevano aderito agli altri progetti portati avanti in diocesi. Come incaricato diocesano del Sovvenire ho cercato di far comprendere che il parroco è come un padre di famiglia, ma a differenza della famiglia tradizionale qui i ruoli s’invertono: è la famiglia che deve provvedere al mantenimento del padre. Dobbiamo lavorare molto perché quel seme dia frutto”.
Paolo Velotta, 63 anni, piemontese di origine, è uno di quelli che ha partecipato al cineforum. Carabiniere a Torino, in pensione da tre anni, dall’età di due anni frequenta la Liguria, e questo territorio, in particolare d’estate e durante le feste natalizie. “La mia casa – racconta – è a due passi dalla stazione ferroviaria e Torino-Savona è un tragitto che fa parte della mia esistenza dal 1964. Ho visto cambiare il quartiere, la costruzione della cappella La Baracca, poi coperta dalla massicciata della ferrovia, diventata un tunnel. Negli anni ’60 e ’70 ci fu un boom di ferrovieri era venuto ad abitare qui. La comunità parrocchiale si era disgregata ma da quando è arrivato, nel 2024, don Gabriele sta contribuendo a ricostruirla. Abbiamo spazi disponibili molto capienti. Il mio impegno va oltre quello parrocchiale, ho seguito attentamente il cineforum, sono coinvolto anche in organizzazioni scolastiche. Mia figlia, che ha 18 anni, apprezza il mio impegno, anche quando cerco di far capire ai genitori dei suoi amici, a scuola e negli ambienti sportivi, che il parroco non naviga nell’oro e che va aiutato. Spesso i nostri giovani spariscono dalle parrocchie dopo i Sacramenti e anche il nostro cineforum ha registrato una sostanziale assenza di giovani, tranne pochi giovanissimi della fascia 14-18, riscuotendo invece grande interesse nella fascia 60-80 anni, che è quella che dona di più”.
“Abbiamo necessità di far conoscere il Sovvenire – riprende il diacono Salvatore, siciliano di origine, 68 anni, trapiantato a Savona per aver sposato una genovese -. Viviamo il calo delle vocazioni, dobbiamo impegnarci a diffondere le informazioni anche nel clero più anziano, cresciuto con una forma mentis differente”.
Don Gabriele, tra l’altro, insegna al Liceo Statale di Scienze umane Giuliano Della Rovere di Savona. “Colgo l’occasione anche durante le mie lezioni – aggiunge il parroco – per spiegare ai ragazzi come funzionano le parrocchie anche da un punto di vista economico e che si amministrano alla pari di piccole aziende: ogni parrocchia deve darsi da fare, a cominciare proprio dalle firme per l’8xmille e dalle offerte. Dare conto dei bilanci è veramente difficile. I miei studenti fanno molte domande, vogliono capire. Spesso confondono CEI e Vaticano, 8xmille e 5xmille, e sono diffidenti nei confronti delle istituzioni, considerate come luoghi di potere, di mancanza di libertà e coercizione”.
Conclude lasciando ai lettori un ricordo e un invito: “Durante la visita ad un ammalato che stava morendo, quando gli ho portato l’Eucarestia ha aperto gli occhi, felice della presenza del suo parroco. È Gesù che ci visita; quella stretta di mano è la Chiesa che ci fa uscire dallo stato comatoso. Quando non siamo capaci chiediamo a Cristo di farci strumento nelle sue mani, le risposte non tarderanno ad arrivare”.
(di Sabina Leonetti – foto gentilmente concesse da don Gabriele Semeraro)