Vita di Santi
Pietro e Paolo rappresentano due figure di enorme rilievo della cristianità e allo stesso tempo due dimensioni dell’universalità della Chiesa: Pietro come simbolo dell’autorità apostolica e Paolo come esempio del primo missionario. Pietro, originariamente chiamato Simone, era un pescatore di Galilea, fratello di Andrea e uno dei dodici discepoli di Gesù. È considerato il “capo” e portavoce degli apostoli e il primo Papa della Chiesa cattolica. La sua storia ci è familiare grazie ai Vangeli, ed è lui a pronunciare la professione di fede: «Tu sei Cristo, il Figlio del Dio vivente». La frase latina «Tu es Petrus et super hanc petram aedificabo ecclesiam meam», circonda la grande cupola della Basilica di San Pietro in Vaticano, e in tutte le decisioni cruciali della prima Chiesa, Pietro ha la parola decisiva: opera la prima guarigione, compare davanti al sinedrio di Gerusalemme, guida l’inchiesta per la frode perpetrata da Anania e Saffira, affronta Simon Mago. La fede in Pietro si basa sulla sua testimonianza diretta della vita, morte e resurrezione di Cristo, nonché sul suo ruolo nel guidare la comunità cristiana primitiva. Paolo o meglio Saulo di Tarso, era un fariseo che perseguitava i cristiani, fino a quando non ebbe una visione straordinaria di Gesù lungo la via di Damasco. Dopo questa esperienza, divenne uno dei più ferventi sostenitori del cristianesimo e dedicò la sua vita a diffondere il Vangelo. La fede in Paolo è radicata nella sua trasformazione e nel suo impegno nell’evangelizzazione. La tradizione riferisce che il loro martirio è avvenuto nello stesso giorno, il 29 giugno dell’anno 67: Pietro muore nel circo di Nerone, sul colle Vaticano, Paolo sulla via Ostiense. Sulle loro tombe sorgono la Basilica di San Pietro in Vaticano e la Basilica di San Paolo fuori le Mura.
Agiografia
«Un solo giorno della passione per i due apostoli, ma quei due erano una cosa sola; sì, benché abbiano sofferto in giorni diversi, erano una cosa sola. Ha preceduto Pietro, lo ha seguito Paolo. Celebriamo il giorno festivo degli apostoli consacrato per noi dal loro sangue. Amiamo la fede e la vita le fatiche le confessioni le predicazioni»: così scriveva sant’Agostino nei suoi discorsi. La vita di Pietro e Paolo ha avuto un’enorme influenza sulla storia del cristianesimo e continua ad ispirare milioni di persone nel cammino della fede. La festa di Pietro e Paolo è celebrata ogni anno il 29 giugno nella tradizione cattolica ortodossa, simboleggiando l’unità della Chiesa universale sotto i loro insegnamenti. Il martirio dei due apostoli a Roma è da sempre ricordato con grande fede e venerazione: già nel 200, il presbitero romano Caio scriveva ad un amico: «Io posso mostrarti i trofei degli apostoli. Se infatti vorrai recarti in Vaticano o sulla via Ostiense, troverai i trofei di coloro che hanno fondato la Chiesa». Le personalità e i ruoli di Pietro e Paolo erano molto diverse: Pietro era il pescatore della Galilea che parlava in aramaico, camminava e discuteva con il Signore, era passato attraverso lo smarrimento della morte in croce e poi per la gioia della resurrezione. Paolo proveniva dall’attuale Turchia, era esterno alla cerchia ristretta degli apostoli, con una formazione culturale e sociale molto diversa da Pietro: era agiato e molto istruito, aveva infatti studiato alla scuola del maestro Gamaliele nel tempio di Gerusalemme. Tuttavia, entrambi rappresentano due esempi di trasformazione personale portata avanti attraverso la fede in Cristo, pur nelle diverse e variegate difficoltà che ciascuno di loro ha dovuto affrontare nel proprio percorso. La predicazione di Pietro e Paolo contribuì massicciamente alla diffusione del cristianesimo nel mondo antico.
Intervista impossibile di Monsignor Serafino Parisi ai Santi
Qual è il giusto rapporto tra il primato petrino e la sinodalità nella Chiesa e qual è, secondo voi, il modo migliore per integrare e vivere queste due dimensioni?
Cominciamo con il dire che anche noi due abbiamo avuto bisogno di un sinodo. Anzi, abbiamo inaugurato tutta la serie. A Gerusalemme – è l’evangelista Luca a dirlo in At 15,1-35 – intorno al 50 si è dovuto intervenire sulla discussione tra i cristiani di origine giudaica e quelli di origine greca riguardo alla circoncisione e alle leggi di Mosè. Avevamo due modi diversi di guardare alla questione, però dialogando con gli Apostoli e gli anziani della Chiesa raggiungemmo un accordo sulla base delle esperienze positive che potevamo narrare – come meraviglie compiute da Dio attraverso la nostra predicazione e la nostra testimonianza – in riferimento ai pagani poi convertiti. L’esperienza fu significativa, importante ed emblematica. Abbiamo toccato con mano e sperimentato che primato petrino e sinodalità sono complementari, perché mettono in relazione la comunione della Chiesa e la corresponsabilità di tutto il popolo di Dio. Così, alla fine del dibattito convenimmo su un punto ineludibile: la salvezza per tutti è possibile grazie alla fede in Cristo Gesù.
Avete aperto le porte del Vangelo al mondo intero: da cristiani come possiamo continuare la vostra opera, aprendoci sempre più alla fraternità universale?
Siamo stati toccati dall’amore paterno e misericordioso di Dio. Gesù ha lasciato la sua testimonianza e la sua raccomandazione: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”. Guardiamo la nostra storia personale. Ad uno di noi gli è stata restituita la fiducia degli inizi perché ha risposto – al Risorto che gli chiedeva: Mi ami tu? – di voler ancora credere e costruire la sua vita sull’amore. Un altro ha scoperto il senso vero della propria esistenza perché il Signore lo ha travolto con la luce della sua verità arrivando ad affermare che “per me vivere è Cristo e morire è un guadagno” e ancora: “non sono io che vivo ma è Cristo che vive in me”. Abbiamo iniziato col narrare le meraviglie della misericordia e della grazia di Dio nelle nostre vite e questo nostro servizio si può far continuare mostrando con gesti e parole la carità feconda. È l’amore che vince, che genera novità, che crea relazioni e storia nuova. È l’amore il fondamento della fraternità e la possibilità che abbiamo di annunciare “per contagio” il Vangelo a tutto il mondo. L’amore di Gesù Cristo, annunciato e vissuto, fa nascere una umanità nuova.
Dio vi ha scelti come colonne della Sua Chiesa: quanto è stata importante l’esperienza della vostra debolezza per crescere umilmente nella consapevolezza della chiamata apostolica?
Ambedue abbiamo fatto i conti con le nostre fragilità: dal rinnegamento di uno, alla spina nella carne dell’altro. E proprio in queste situazioni abbiamo imparato a trovare, con la grazia di Dio, nella debolezza la forza e il sostegno. Anzi, la debolezza è diventata un’opportunità per dimostrare che ad agire è la potenza di Dio: “quando sono debole, è allora che sono forte”; “dove ha abbondato il peccato ha sovrabbondato la grazia”. È l’esperienza effettiva, reale ed evidente dei nostri limiti e della innegabile umiltà che ci ha fatto giungere alla consapevolezza che il Signore ci ha scelto non per i nostri meriti, ma per la sua misericordia. Così abbiamo imparato a confidare in Dio, perché il nostro ministero apostolico non si fondava sulla nostra forza e sulle nostre abilità, ma solo sulla grazia del Signore.
Che cosa sognate per la Chiesa di oggi?
La nostra visione della Chiesa è quella di un popolo radunato dalla Parola, di una Chiesa unita, fondata sull’amore che Dio ci ha mostrato in Cristo suo Figlio e animata dal dinamismo fecondo e generativo dello Spirito, aperta a tutto il mondo perché ogni uomo si senta sostenuto e accompagnato nelle sue fragilità e nelle sue sofferenze e tutti arrivino a riconoscersi, in Cristo, fratelli e così, giungere alla salvezza.
Segni Iconografici distintivi
Pietro è ritratto con le chiavi e le reti da pesca, a simboleggiare il suo ruolo di custode della Chiesa e il suo precedente mestiere. Talvolta viene raffigurato insieme ad un gallo, che ricorda il rinnegamento di Gesù, o con delle catene, che ricordano la sua prigionia, o ancora con la croce rovesciata, simbolo legato alla sua morte avvenuta su una croce capovolta, per sua esplicita richiesta, come manifestazione della propria inferiorità rispetto a Cristo.
Paolo è ritratto con la spada in mano, a simboleggiare la Parola di Dio, la “spada a due tagli”. Talvolta viene raffigurato con un libro, che simboleggia le sue lettere e la Parola di Dio, una toga che indica la sua appartenenza al mondo romano e un pallio, che indica la sua autorevolezza di pastore.
Tradizione gastronomica legata al culto
Roma ha sempre festeggiato in grande i propri santi patroni, recandosi nelle fraschette o allestendo grandi pranzi in famiglia. Una tradizione molto antica riguarda però il dolce. Nel 1868 Pio IX affidò ai frati trappisti un’abbazia importante: quella delle Tre Fontane, sulla via Laurentina, eretta sul luogo in cui si ritiene fosse stato decapitato Paolo. I frati, di provenienza belga e olandese, portarono nella Capitale la produzione del cioccolato. La mattina del 29 giugno i romani arrivano, muniti di rosetta di pane fresco, presso l’abbazia per gustare una delizia prodotta dai trappisti: una dolce tazza di cioccolata calda.
Curiosità
Tradizione tipica legata alla giornata del 29 giugno è la “Barca di San Pietro”, diffusa in tutto il nord Italia. Si prepara mettendo – la notte precedente – un contenitore di vetro pieno d’acqua all’aria aperta, e facendoci colare dentro un albume d’uovo. Il mattino seguente l’albume formerà dei filamenti nell’acqua, che ricordano le vele di una barca. Un’usanza di buon auspicio per il raccolto, a seconda della forma assunta dalle “vele”.
Preghiere a Santi Pietro e Paolo
O Santi Apostoli Pietro e Paolo,
che rinunciaste a tutte le cose del mondo
per seguire al primo invito il grande maestro di tutti gli uomini, Cristo Gesù,
otteneteci, vi preghiamo, che anche noi viviamo con il cuore sempre staccato
da tutte le cose terrene e sempre pronti a seguire le divine ispirazioni.
O Santi Apostoli Pietro e Paolo,
che, istruiti da Gesù Cristo, impiegaste tutta la vita
nell’annunciare ai diversi popoli il suo Divino Vangelo,
otteneteci, vi preghiamo, di essere sempre fedeli osservanti
di quella religione santissima che voi fondaste con tanti stenti e,
a vostra imitazione, aiutateci a dilatarla, difenderla e glorificarla
con le parole, con le opere e con tutte quante le nostre forze.
O Santi Apostoli Pietro e Paolo,
che dopo aver osservato e incessantemente predicato il Vangelo,
ne confermaste tutte le verità sostenendo intrepidi le più crudeli persecuzioni
e i più tormentosi martirii in sua difesa, otteneteci, vi preghiamo,
la grazia di essere sempre disposti, come voi,
a preferire piuttosto la morte che tradire in qualsiasi maniera la causa della fede.
Amen.
(di Autore Anonimo)
O Santi Apostoli Pietro e Paolo,
io vi eleggo oggi e per sempre come miei speciali protettori ed avvocati,
e mi rallegro umilmente, tanto con voi, o San Pietro principe degli Apostoli,
perché siete quella pietra su cui Iddio edificò la sua Chiesa,
che con voi, o San Paolo, prescelto da Dio pervaso di elezione e predicatore della verità,
e vi prego di ottenermi viva fede, speranza ferma e carità perfetta,
totale distacco da me stesso, disprezzo del mondo, pazienza nelle avversità e umiltà nelle prosperità,
attenzione nell’orazione, purità di cuore, retta intenzione nell’operare,
diligenza nell’adempiere gli obblighi del mio stato,
costanza nei proponimenti, rassegnazione al volere di Dio,
e perseveranza nella divina grazia sino alla morte.
E così, mediante la vostra intercessione, ed i gloriosi vostri meriti,
superate le tentazioni del mondo, del demonio e della carne,
sia fatto degno di venire dinanzi al cospetto del supremo ed eterno Pastore delle anime, Gesù Cristo,
il quale con il Padre e con lo Spirito Santo vive e regna nei secoli dei secoli,
per goderlo ed amarlo eternamente.
Amen.
(di Autore Anonimo)
Fonti
- I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire, Luigi Luzi, Shalom Editrice.
- Il grande libro dei santi, dizionario enciclopedico diretto da C. Leonardi, A. Riccardi, G. Zarri, San Paolo Editore.
- I santi secondo il calendario, prefazione di Gianfranco Ravasi, edizioni Corriere della Sera.
- Martiri e santi del calendario romano, Enrico Pepe, Edizioni Città Nuova.
- I Santi nella Storia. Tremila testimoni del Vangelo, San Paolo Editore.