Vita del Santo
Alfonso Maria de’ Liguori nasce a Marianella, alle porte di Napoli, primogenito di un nobile casato. Dotato di grande intelligenza e di notevoli capacità di apprendimento, a soli sedici anni consegue il dottorato in diritto civile ed ecclesiastico e, a vent’anni, è già un brillante avvocato. Per lui si prospettava una vita promettente e una carriera sfavillante. Fu però un processo andato male a cambiare radicalmente la direzione della sua vita: le interferenze politiche, le ingiustizie e la delusione per certe falsità del foro trasformarono profondamente il suo modo di vivere e di pensare. Decise allora di non mettere più piede in tribunale e di consacrarsi al Signore, per perseguire l’unica giustizia che non temeva tradimenti né delusioni: quella di Dio. Divenne sacerdote a trent’anni, contro la volontà della sua famiglia, e svolse la propria missione tra i poveri della periferia napoletana e tra i contadini dell’entroterra, facendo voto di non perdere mai tempo, da lui considerato «redenzione, elevazione a Dio». Nel 1732 fondò la Congregazione del Santissimo Redentore, con il preciso scopo di portare ai poveri la parola di Dio, ma anche di elevarli e restituire loro dignità, facendo comprendere concetti elevati con parole semplici. «Egli ha posto sulle labbra di tutti, anche degli analfabeti, le parole di Santa Teresa d’Avila e di San Giovanni della Croce. Ha suggerito al popolo i termini più alti nelle formule più umili, gli affetti più statici nei vocaboli più quotidiani», scrive Giuseppe De Luca in Sant’Alfonso il mio maestro. Musicista e raffinato teologo, lasciò centoundici opere, molte delle quali pubblicate in diverse lingue. Sentendo vicina la morte, volle vedere i suoi figli spirituali, ai quali raccomandò soprattutto la devozione alla Madonna e l’obbedienza al Papa. Pio IX lo proclamò Dottore della Chiesa nel 1871, a soli 84 anni dalla sua morte, mentre Papa Pio XII, nel 1950, lo dichiarò patrono di tutti i confessori e moralisti.
Agiografia
Alfonso Maria de’ Liguori fu anche un fine musicista e compositore, talentuoso clavicembalista e grande cultore degli inni sacri e delle musiche popolari, che seppe sapientemente valorizzare. Studiò al Conservatorio di Napoli insieme a Giovanni Pergolesi, e ancora oggi alla sua figura è indissolubilmente legato uno dei canti tradizionali più simbolici delle festività natalizie: “Tu scendi dalle stelle”, scritto originariamente in versione napoletana con il titolo “Quanno nascette Ninno”. Composto a Napoli nel 1754, il canto riflette l’iconografia e la spiritualità del Natale, celebrando la nascita di Gesù in modo semplice ma immediato, capace di arrivare dritto al cuore delle persone. Consapevole del fatto che la musica è un mezzo di comunicazione in grado di toccare gli animi in un solo istante, superando ogni barriera sociale e linguistica, Alfonso Maria celebrò il Natale con un canto semplice, pensato per rendere più accessibile il messaggio cristiano attraverso un linguaggio umile, capace di parlare direttamente al cuore della gente comune, anche di quella poco alfabetizzata. La melodia dolce e nostalgica del canto contribuì alla sua popolarità, rendendolo un classico del repertorio natalizio. Nel 1769 la canzone venne pubblicata e diffusa su tutto il territorio nazionale, diventando così uno dei primi esempi di canzone italiana. Una melodia che si sarebbe poi diffusa in tutto il mondo, divenendo un simbolo universale della tenerezza della nascita del Bambino Gesù, tanto che perfino Giuseppe Verdi affermò: «Senza questa bella pastorale il Natale non sarebbe più Natale». Il successo editoriale del brano contribuì alla nascita di un genere musicale specifico, originale e innovativo, che introdusse nel repertorio popolare l’uso di strofe, ritornelli e interludi strumentali. Si tratta infatti della prima canzone popolare italiana moderna, che – grazie alla sua tipica struttura tripartita – divenne un modello formale per tutta la produzione canora in lingua italiana dalla fine del Settecento fino ai giorni nostri.
Intervista impossibile di Monsignor Antonio di Donna al Santo
Ai tuoi tempi era diffusa una visione di Dio severa e distante, influenzata dal giansenismo. Come hai affrontato questa mentalità nella tua opera teologica?
Nella mia opera principale, intitolata Teologia morale, ho cercato di proporre una sintesi equilibrata tra le esigenze della legge di Dio e il dinamismo della coscienza e della libertà umana. Ho sempre ritenuto essenziale trovare un giusto equilibrio tra rigore e benignità: troppa indulgenza genera presunzione, mentre un eccessivo rigore può portare alla disperazione.
In che modo hai educato le coscienze a evitare sia il lassismo che il rigorismo?
Il lassismo svilisce il dono di Dio, mentre il rigorismo può far pensare che quel dono dipenda solo dai nostri meriti. Il confessore corre sempre il rischio di cadere in uno dei due estremi: nessuno dei due atteggiamenti è veramente misericordioso, perché nessuno si prende davvero cura della persona. Il rigorista si rifugia nella legge, lavandosene le mani; il lassista fa lo stesso, minimizzando o negando il peccato. Le persone vanno invece accompagnate, partendo dalla loro concreta condizione di vita.
Qual è il segreto per mantenere l’equilibrio tra giustizia e misericordia nel cammino spirituale?
Mostrare che la misericordia di Dio precede sempre il pentimento. È Dio che perdona per primo, suscitando la conversione. Non è la minaccia, ma il suo amore a toccare il cuore umano e a trasformare la vita. Questo è l’annuncio che davvero conduce alla salvezza.
Cosa rende davvero efficace l’annuncio del Vangelo e la pastorale della conversione?
Le conversioni dettate unicamente dal timore dei castighi divini sono fragili e spesso di breve durata. Nella mia opera Pratica di amare Gesù Cristo, che sintetizza il mio pensiero morale, scrivo: «Vedendo Dio che gli uomini si fan tirare dai benefici, volle, per mezzo dei suoi doni, attivarli al suo amore. Disse pertanto: voglio tirare gli uomini ad amarmi con quei lacci con cui gli uomini si fanno tirare, cioè con i legami dell’amore». Le anime si conquistano con l’amore. È necessario accogliere tutti, discernere ogni situazione con verità e carità, senza mai abbassare la bellezza e l’altezza della proposta evangelica.
Segni Iconografici distintivi
È ritratto solitamente in abiti sacerdotali, con talare nera e mozzetta rossa, simboli del suo ministero di vescovo e fondatore della Congregazione. Talvolta viene raffigurato con un crocifisso o il pastorale in mano, a sottolineare la sua profonda spiritualità e il ruolo di guida pastorale.
Tradizione gastronomica legata al culto
Le “Cotolette di Sant’Alfonso Maria” sono un secondo piatto che trae ispirazione da un’antica leggenda legata al santo. Si racconta, infatti, che una volta egli riprese un confratello che digiunava troppo, dicendogli: «Dio vuole che per vivere mangiamo; se avete ricevuto delle cotolette, mangiatele e siate riconoscenti: vi faranno bene». Da questo episodio nacque la voce – probabilmente scherzosa – secondo cui i gruppi legati a Sant’Alfonso Maria appartenessero a una sorta di setta chiamata “Le Cotolette”. Le fettine di carne si preparano impanandole prima nell’uovo e poi nel pangrattato; quindi, si friggono in olio ben caldo e si farciscono con prosciutto e formaggio filante. Il risultato è un piatto semplice ma gustoso, che unisce sapore e tradizione in onore di un grande maestro della fede.
Curiosità
Alfonso Maria de’ Liguori viene simpaticamente definito «il più napoletano dei santi» per il suo spirito eclettico e vivace, che rispecchia appieno l’anima dei partenopei. Come è noto, i napoletani sono grandi oratori, capaci di esprimersi con eloquenza e passione, ma anche poliedrici artisti, abili nel dar vita alle più diverse forme d’arte, dalla pittura alla poesia, dal teatro alla musica. Alfonso Maria incarna perfettamente queste caratteristiche: la sua personalità era un armonioso intreccio di fervore religioso e di talento artistico, che gli permise di comunicare con straordinaria efficacia e sensibilità. Non si limitò infatti a essere un eminente teologo e un dottore della Chiesa, ma anche un raffinato musicista e compositore, nonché un abile scrittore di opere letterarie e teatrali. La sua capacità di coniugare fede e arte lo rende ancora oggi un modello di cultura e spiritualità, profondamente radicato nella tradizione napoletana, ma aperto alle più ampie espressioni umane. È proprio questo spirito eclettico e creativo, insieme alla sua umanità calorosa e concreta, che gli ha valso l’affettuoso soprannome e che lo rende un santo tanto amato e vicino al cuore del popolo.
Preghiere a Sant’Alfonso Maria de’ Liguori
O glorioso Sant’Alfonso Maria de’ Liguori,
che hai tanto faticato e sofferto per assicurare agli uomini il frutto della redenzione,
guarda le miserie della mia povera anima ed abbi pietà di me.
Per la potente intercessione di cui godi presso Gesù e Maria,
ottienimi con un vero pentimento, il perdono delle mie colpe passate,
un grande orrore al peccato e la forza di resistere sempre alle tentazioni.
Fammi partecipe, te ne prego,
di una scintilla di quell’ardente carità di cui il tuo cuore fu sempre infiammato
e fa’ che imitando il tuo fulgido esempio,
io scelga la divina volontà come unica norma nella mia vita.
Implora per me un fervido e costante amore a Gesù,
una tenera e filiale devozione verso Maria
e la grazia di pregare sempre e di perseverare nel divino servizio fino all’ora della mia morte,
affinché io possa finalmente unirmi a te per lodare Dio e Maria Santissima per tutta l’eternità.
Amen.
(di Autore Anonimo)
O glorioso Sant’Alfonso Maria de’ Liguori,
tu che hai seguito Cristo con cuore ardente,
rinunciando agli onori del mondo per servire i poveri e annunciare il Vangelo,
intercedi per noi presso il Signore.
Tu che hai saputo parlare di Dio con parole semplici,
che hai dato voce alla fede dei piccoli e consolato i cuori afflitti,
ottienici la grazia di vivere con umiltà, amore e verità.
Tu che hai fondato la Congregazione del Santissimo Redentore
per portare la luce del Vangelo agli ultimi,
intercedi per chi oggi è dimenticato, emarginato, oppresso.
Aiutaci a non chiudere il cuore, ma ad essere strumenti di misericordia e giustizia.
O Maestro sapiente e pastore zelante,
che hai tanto amato la Madonna e l’hai insegnato al popolo,
guidaci nella via della fede e ottienici un amore filiale verso Maria,
madre di tenerezza e speranza.
Sant’Alfonso Maria, patrono dei confessori e dei moralisti,
prega per la Chiesa, per i sacerdoti, per i confessori,
perché annuncino sempre la verità con carità
e siano segni viventi della misericordia di Dio.
Intercedi per noi,
affinché possiamo un giorno unirci a te nella gioia eterna,
a lode del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
(di Autore Anonimo)
Fonti
- I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire, Luigi Luzi, Shalom Editrice.
- Il grande libro dei santi, dizionario enciclopedico diretto da C. Leonardi, A. Riccardi, G. Zarri, San Paolo Editore.
- I santi secondo il calendario, prefazione di Gianfranco Ravasi, edizioni Corriere della Sera.
- Martiri e santi del calendario romano, Enrico Pepe, Edizioni Città Nuova.
- I Santi nella Storia. Tremila testimoni del Vangelo, San Paolo Editore.