Vita del Santo
Karol Józef Wojtyła, conosciuto in tutto il mondo come Papa Giovanni Paolo II, nacque il 18 maggio 1920 a Wadowice, una cittadina della Polonia meridionale. Fu il primo papa non italiano dopo 455 anni, un evento storico che segnò profondamente la Chiesa e il mondo intero. Era l’ultimo dei tre figli di Karol Wojtyła (sottufficiale dell’esercito) ed Emilia Kaczorowska, che morì quando lui aveva appena 9 anni. La sua vita fu segnata da numerosi lutti: il fratello maggiore Edmund, medico, morì nel 1932 a causa di una malattia contratta curando un paziente, e il padre morì nel 1941. Una sorella, Olga, era morta poco dopo la nascita, prima che Karol Józef venisse al mondo. Durante l’adolescenza e la giovinezza, Karol Józef Wojtyła visse l’orrore della Seconda Guerra Mondiale e l’occupazione nazista della Polonia. Quando l’università fu chiusa nel 1939, fu costretto a lavorare prima in una cava di pietra, poi in una fabbrica chimica, per evitare la deportazione in Germania e sostenere sé stesso. Nel 1942, maturò la vocazione al sacerdozio e iniziò a frequentare il seminario maggiore clandestino di Cracovia, rischiando la vita. Alla fine della guerra, poté completare la formazione in modo ufficiale e fu ordinato sacerdote nel 1946. Mandato a Roma per gli studi, conseguì il dottorato in Teologia nel 1948, approfondendo il pensiero mistico di San Giovanni della Croce. Rientrato in Polonia, fu docente, parroco, guida spirituale dei giovani e, nel 1958, venne nominato vescovo ausiliare di Cracovia. Nel 1964 divenne arcivescovo, e nel 1967, Papa Paolo VI lo nominò cardinale. Partecipò attivamente al Concilio Vaticano II, portando il suo contributo sul ruolo della Chiesa nel mondo moderno. Il 16 ottobre 1978, a sorpresa, fu eletto Papa con il nome di Giovanni Paolo II. Aveva solo 58 anni. Il pontificato di Giovanni Paolo II è stato uno dei più lunghi della storia (oltre 26 anni) e tra i più influenti. Ha viaggiato in 104 Paesi, portando il messaggio del Vangelo nei luoghi più diversi e difficili, dando voce ai diritti umani, alla libertà religiosa e alla pace. È stato un papa vicino ai giovani, tanto da istituire nel 1985 la Giornata Mondiale della Gioventù, un evento planetario che si ripete ancora oggi. Il 13 maggio 1981 subì un gravissimo attentato in Piazza San Pietro, ma sopravvisse miracolosamente. Il suo perdono pubblico all’attentatore fu uno dei gesti più forti del suo pontificato. Si spese anche per il dialogo interreligioso, per la difesa della vita e per la caduta del comunismo nell’Europa dell’Est, specialmente nella sua Polonia. La sua figura divenne un punto di riferimento per milioni di persone, credenti e non. Giovanni Paolo II morì il 2 aprile 2005, dopo una lunga malattia vissuta con coraggio e dignità. Milioni di fedeli lo piansero. Nel 2014 è stato canonizzato da Papa Francesco.
Agiografia
Il papato di Giovanni Paolo II ha rappresentato un periodo cruciale nella storia della Chiesa cattolica e del mondo contemporaneo. La sua origine polacca, in un contesto segnato dalla guerra e dall’oppressione del regime sovietico, ha contribuito a farne un simbolo di speranza, coraggio e resilienza, specialmente nei Paesi dell’Europa orientale, allora sotto l’influenza del comunismo. Il suo sostegno morale e spirituale ai movimenti di liberazione, in particolare al sindacato Solidarność in Polonia, è stato determinante nell’indebolimento del blocco sovietico e ha avuto un impatto diretto sulla caduta del comunismo in Europa. Giovanni Paolo II ha saputo utilizzare la sua posizione di guida spirituale per promuovere valori universali: la dignità umana, la giustizia sociale, la libertà religiosa e il dialogo tra i popoli. È stato protagonista di gesti storici e senza precedenti per il dialogo interreligioso ed ecumenico: nel 1986, fu il primo papa a visitare una Sinagoga (quella di Roma), dove si rivolse ai fratelli ebrei come al “popolo dell’Alleanza mai revocata”; nel 2001, incontrò al Cairo il Grande Imam di al-Azhar, promuovendo il dialogo con l’Islam; cercò punti di incontro con le Chiese ortodosse e con le confessioni protestanti, nel tentativo di ricucire secoli di divisioni. Attraverso documenti come l’enciclica Redemptoris Missio, sottolineò la necessità di un rinnovato impegno missionario della Chiesa, capace di parlare al mondo moderno. Giovanni Paolo II fu un papa del popolo e per il popolo. Ha compiuto oltre 100 viaggi apostolici internazionali, raggiungendo fedeli in ogni angolo della Terra. Fondò la Giornata Mondiale della Gioventù, creando uno spazio nuovo e coinvolgente per il dialogo tra la Chiesa e le nuove generazioni. Il suo carisma, il suo sguardo mite e la sua voce forte, anche se segnata dall’accento polacco, sono rimasti nel cuore di milioni di persone. Indimenticabili le sue prime parole, il 16 ottobre 1978, affacciandosi alla Loggia della Basilica di San Pietro: «Non so se posso bene spiegarmi nella vostra… nella nostra lingua italiana. Se mi sbaglio mi corrigerete!». Con quel sorriso disarmante e spontaneo, conquistò subito la simpatia del mondo intero. Durante il suo lungo pontificato, Giovanni Paolo II ha anche dovuto affrontare momenti difficili all’interno della Chiesa, tra cui l’emergere di scandali legati agli abusi, che misero a dura prova la fiducia dei fedeli. Le sue posizioni su temi etici e morali – come il ruolo delle donne nella Chiesa, la bioetica, il celibato sacerdotale – hanno suscitato ampio dibattito e a volte critiche, soprattutto nei contesti più secolarizzati. Tuttavia, la sua capacità di parlare al cuore delle persone e di rimanere saldo nella fede anche nella sofferenza – come dimostrò negli ultimi anni, segnati dalla malattia – lo hanno reso una figura di riferimento morale e spirituale globale. Giovanni Paolo II morì il 2 aprile 2005. Il suo pontificato, durato 26 anni e mezzo, è stato uno dei più lunghi della storia della Chiesa. La sua eredità è ancora viva: nel cuore dei fedeli, nei giovani che ha saputo coinvolgere, nei popoli che ha incoraggiato nella lotta per la libertà, nei cristiani che ha esortato a non avere paura di aprire le porte a Cristo.
Intervista impossibile di Monsignor Michele Di Tolve al Santo
Come dialogare con tutti gli uomini, di ogni cultura e religione, mantenendo la fedeltà alla verità del Vangelo?
Il dialogo nasce dal rispetto e dall’ascolto, ma non significa rinunciare a Cristo, “Via, Verità e Vita”. Solo radicati nel Vangelo possiamo incontrare ogni uomo, valorizzando ciò che è vero e buono nelle culture e nelle religioni, e orientandolo alla pienezza della verità rivelata in Gesù Cristo. L’identità è condizione di dialogo.
Cosa significa il tuo appello “non abbiate paura” per il mondo di oggi, lacerato da guerre, contraddizioni e conflitti?
«Non abbiate paura» significa aprire i cuori a Cristo, che vince il male e dona la pace. Anche nelle guerre e nei conflitti, l’uomo non è solo: il Crocifisso Risorto è con noi. Non temete di testimoniare la fede e di costruire una civiltà dell’amore fondata sulla verità e sulla libertà.
In che modo i giovani possono essere ancora protagonisti della nuova evangelizzazione?
I giovani non sono solo il futuro, ma il presente della Chiesa. A loro dico e ho sempre detto: aprite il cuore a Cristo, coltivate l’amicizia con Lui, portate il Vangelo nelle scuole, nelle università, nelle piazze. Con il vostro entusiasmo e la vostra freschezza siete chiamati a essere protagonisti della nuova evangelizzazione.
Come possiamo difendere la dignità della persona e della vita in ogni sua condizione e fase?
La dignità della persona viene da Dio, che crea ogni uomo a sua immagine. Difendere la vita dal concepimento fino alla morte naturale è compito di tutti. Ogni fase e condizione, anche segnata da fragilità e sofferenza, merita rispetto, amore e protezione: così serviamo la civiltà della vita e dell’amore.
Segni Iconografici distintivi
È ritratto con i tradizionali paramenti papali: la cotta bianca, la stola e la tiara o la mitria, simboli della sua autorità e del suo ruolo di guida spirituale. Nelle immagini ufficiali e nelle rappresentazioni spesso ha in mano il bastone pastorale (o pastorale), noto come il “pastore d’oro”, simbolo del suo compito di pastore della Chiesa universale. Questo bastone, sormontato da una croce, rappresenta la sua missione di guida, protezione e cura del popolo cristiano, richiamando la figura del buon pastore che veglia sulle sue pecore. L’immagine di Giovanni Paolo II, con i paramenti e il pastorale, trasmette autorevolezza ma anche vicinanza e umanità, riflettendo la sua figura di pontefice amato e stimato in tutto il mondo.
Tradizione gastronomica legata al culto
Giovanni Paolo II, nonostante gli impegni e le responsabilità del suo pontificato, non ha mai dimenticato le radici e le tradizioni del suo amato Paese natale, la Polonia – nemmeno a tavola! Il suo dolce preferito era “la kremówka”, una delizia tipica della pasticceria polacca, molto simile alla torta millefoglie. Si tratta di un dessert preparato con due strati di pasta sfoglia croccante farciti con una crema pasticcera ricca e vellutata, il tutto cosparso abbondantemente di zucchero a velo. Questa passione per “la kremówka” è diventata famosa in tutto il mondo grazie a un episodio raccontato dallo stesso Giovanni Paolo II durante una visita a Wadowice, la sua città natale. Ricordando i tempi del liceo, disse con un sorriso: «Dopo la maturità, insieme ad alcuni amici, andammo in una pasticceria e mangiammo 18 kremówki a testa, quasi in gara… e nessuno si è sentito male!». Questo semplice aneddoto, così umano e affettuoso, conquistò immediatamente i cuori dei fedeli. Da allora, la “Kremówka Papieska” – cioè “il dolce alla crema del Papa” – è diventata un vero simbolo gastronomico della devozione popolare, tanto che oggi viene venduta in molte pasticcerie polacche con questo nome in suo onore. Un esempio perfetto di come anche una piccola tradizione culinaria possa diventare parte di un’eredità spirituale, capace di unire fede e quotidianità, dolcezza e memoria.
Curiosità
Giovanni Paolo II non era solo un grande uomo di fede, ma anche uno sportivo appassionato. Fin da giovane aveva amato la montagna, le escursioni e soprattutto lo sci, che praticava con entusiasmo anche dopo essere diventato Papa. Ma come fare a sciare in pace essendo uno dei volti più riconoscibili del mondo? Semplice: Giovanni Paolo II organizzava uscite “in incognito”, con pochissime persone fidate, e si recava sul Monte Terminillo, vicino a Roma. Casco da sci ben calato, abbigliamento sportivo e… nessuno lo riconosceva! Così poteva godersi qualche discesa in libertà, lontano dai riflettori e dal protocollo vaticano. Queste fughe “segrete” erano per lui un momento di respiro, un modo per sentirsi ancora il Karol Józef Wojtyła che amava la natura e la vita semplice, prima di essere eletto Papa.
Preghiere a San Giovanni Paolo II
O Trinità Santa,
ti rendiamo grazie per aver donato alla Chiesa e al mondo
San Giovanni Paolo II,
pastore coraggioso, padre affettuoso,
testimone fedele della tua misericordia.
In lui abbiamo visto la tua bontà di Padre,
la forza della Croce di Gesù
e la luce dello Spirito che guida ogni cuore che si affida a Te.
Con la sua vita ci ha insegnato ad amare,
a perdonare, a credere con gioia,
a non avere paura e ad aprire il cuore a Cristo.
Nella nostra famiglia vogliamo imparare da lui
la fiducia nella preghiera,
l’amore alla Chiesa,
e la forza di vivere ogni giorno nella santità,
nelle cose semplici e vere.
Per sua intercessione,
ti chiediamo, Signore, la grazia che portiamo nel cuore
(e qui si può esprimere una grazia particolare o rimanere in silenzio).
Sostieni la nostra casa con la tua pace,
proteggi chi amiamo e rendici uniti nel tuo amore, oggi e sempre.
Amen.
(di Autore Anonimo)
Signore Gesù, tu che hai toccato il cuore di milioni di giovani
attraverso la voce e il sorriso di Giovanni Paolo II,
ascolta oggi la nostra preghiera.
Donaci occhi limpidi per vedere il bene, mani forti per costruire la pace,
un cuore grande per accogliere tutti, senza giudicare, senza escludere.
Per intercessione di San Giovanni Paolo II,
che ci ha insegnato a non avere paura, aiutaci a non smettere mai di cercarti,
anche quando il mondo ci confonde e il cuore sembra vuoto.
Rendici costruttori di ponti, artigiani di speranza, testimoni di verità.
Facci innamorare della vita vera, quella che si dona e non si spreca.
Illumina le nostre scelte, dacci il coraggio di essere liberi nel bene e forti nell’amore.
E quando inciampiamo, rimani con noi come un Amico fedele,
come un Padre che ci rialza, come la Luce che non si spegne.
Per intercessione del Papa dei giovani, che ora vive nella tua gloria,
accogli le nostre domande, asciuga le nostre lacrime, accendi i nostri sogni.
Tu che sei il Dio della pace e della gioia, vieni a vivere in noi.
Amen.
(di Autore Anonimo)
Fonti
- I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire, Luigi Luzi, Shalom Editrice.
- Il grande libro dei santi, dizionario enciclopedico diretto da C. Leonardi, A. Riccardi, G. Zarri, San Paolo Editore.
- I santi secondo il calendario, prefazione di Gianfranco Ravasi, edizioni Corriere della Sera.
- Martiri e santi del calendario romano, Enrico Pepe, Edizioni Città Nuova.
- I Santi nella Storia. Tremila testimoni del Vangelo, San Paolo Editore.