14 Ottobre 2025

Giarre: ad amare il Creato si impara in parrocchia

"Da circa tre anni abbiamo sposato la causa della salvaguardia del Creato: ci crediamo perché il Gesù Lavoratore a cui è intitolata la nostra chiesa parrocchiale ci induce a ritenere che abbiamo questa vocazione proprio nel DNA". Lo afferma don Antonio Pennisi, 50 anni, parroco di Gesù Lavoratore, a Giarre (CT) ormai da dieci anni.

Siamo alle pendici dell’Etna. A metà strada tra Taormina e Catania, nella costa orientale della Sicilia, con una bella vista sulla Valle del Bove, nota per le colate laviche del vulcano, è situata Giarre, parte della città metropolitana di Catania, 27mila abitanti, nella diocesi di Acireale.
Qui don Antonio Pennisi, 50 anni, è parroco a Gesù Lavoratore da dieci anni. “Una chiesa – racconta – eretta nel 1979 in una zona agricola che, a seguito della forte espansione edilizia della città, si trasformò nell’attuale quartiere Jungo. All’esterno del tempio la nostra comunità ha innalzato una grotta a forma di globo che richiama Lourdes con un’apertura che ricalca le linee perimetrali della Sicilia. Da essa sgorga l’acqua che va a versarsi in una vasca pentagonale simboleggiante i cinque continenti. Da circa tre anni abbiamo sposato la causa della salvaguardia del Creato. Ci crediamo – spiega don Antonio – perché il Gesù lavoratore a cui è intitolata la nostra chiesa induce a ritenere che la nostra comunità possa avere questa vocazione nel proprio DNA. Quando è stata fondata, 45 anni fa, la parrocchia era in un quartiere di giovani; oggi questo stesso quartiere tende a invecchiare, pur sorgendo in una zona nuova di Giarre ai cui margini sorgono case popolari e tante scuole di istruzione secondaria. Giovanissimi studenti che viaggiano da tutto l’hinterland etneo rendono la nostra zona sempre in fermento. Abbiamo creato ad hoc un’équipe per la salvaguardia del creato di cui, tra gli altri, fanno parte Maria Gabriella Leonardi, Niriana Lo Faro, Rosamaria L’Episcopo e il sottoscritto”.
Maria Gabriella, 50 anni, dipendente comunale, si occupa del coro intitolato a Carlo Acutis. “Frequento la parrocchia – dice – da quando avevo 15 anni. Un tempo qui si trovava la Vigna del Principe; ora sorgono condominii a 5 piani e strade che si allagano a causa della conformazione idrogeologica, soggette ad alluvioni e danni. Se questo mondo è malato non possiamo restare sani, come diceva Papa Francesco, e pertanto dobbiamo cogliere i segni dei tempi. Gesù lavoratore perché? Gesù ha lavorato, noi siamo partecipi della creazione e non dobbiamo distruggerla. La sensibilità che abbiamo maturato cerchiamo di trasmetterla innanzitutto ai più piccoli”.
Rosamaria è a Giarre da 16 anni, per il lavoro del marito. “Ho fatto sempre la moglie e la mamma – commenta – ma adesso faccio parte del consiglio pastorale e del gruppo liturgico. Per questo anch’io ho contribuito all’organizzazione del rito di benedizione degli animali, che abbiamo fatto celebrando la Santa Messa. La nostra parrocchia ha 10mila abitanti e siamo circa in 500 a dare una mano”.
Don Antonio Pennisi, che per dieci anni è stato responsabile della pastorale familiare diocesana, è attento alle esigenze dell’intero nucleo familiare e svela la sua passione per gli animali. Si è preso la responsabilità di una colonia felina e spiega: “La benedizione non la facciamo coincidere con i giorni che sono considerati le ricorrenze dei santi protettori degli animali, ma con la prima domenica successiva alla Giornata del Creato, ossia dopo il primo settembre. Tanti ragazzi partecipano, tocchiamo un tasto sensibile che è il tema animali da affezione, in aumento nelle famiglie”.
“Nel Tempo del Creato che continua fino ad ottobre – aggiunge Rosamaria – abbiamo svolto tre celebrazioni, con letture sul Creato e con segni a tema durante la preghiera (elementi naturali, semi, piantine, frutta: prodotti della terra, in segno di ringraziamento). E ai presenti, al termine, è stata distribuita la preghiera di S. Francesco d’Assisi stampata su una pergamena. Animali come amici dell’uomo, indice di rispetto e stabilità dell’ecosistema. In una sera di ottobre abbiamo dedicato un’ora di Adorazione Eucaristica al tema del Creato e con le offerte ricavate durante le celebrazioni abbiamo acquistato piantine di ciclamini”.
Niriana è invece una docente di religione e catechista del post Cresima. “Un’altra attività sulla difesa del Creato è stata la visita al Planetario, a Zafferana Etnea. Ognuno si è spostato con i propri mezzi per raggiungere il luogo. Guardare le stelle è un’esperienza cristiana, prima ancora che astrofisica, parlare di costellazioni ai bambini suscita domande interessanti e risposte arricchenti. Ai loro occhi è soprattutto stupore, una sosta sulle bellezze del Creato che magari diamo per scontate. Abbiamo anche pulito le aiuole della parrocchia, estendendoci al quartiere, muniti di guanti, pinze, scope, secchi, palette, facendo accordi con la ditta rifiuti per l’indifferenziato. Quando trovi un posto pulito, sporcarlo diventa più difficile; quando invece è sporco è più facile imbrattarlo, accatastando altri rifiuti. Succede che a volte troviamo sparse lattine di bevande, scarti dei consumi veloci dei ragazzi e cerchiamo di inculcare in loro educazione al conferimento corretto, non all’abbandono incontrollato. Cettina, 70 anni, una nostra parrocchiana, con i suoi due nipotini, rispettivamente di 6 e 8 anni, ha partecipato a questa operazione di pulizia con grande soddisfazione. Altre attività cui abbiamo preso parte sono state quelle alla fattoria degli asini, alla casa delle farfalle e presso l’aviario dell’Etna. Quest’anno abbiamo raggiunto a piedi, con appena 3 km di passeggiata, un parco naturale gestito dal WWF. Con tessuti in disuso abbiamo creato borse della spesa, riciclando i materiali e imprimendo il logo del Tempo del Creato. Insomma, c’è molto da lavorare: speriamo di non perdere le tante risorse umane di chi purtroppo lascia il nostro territorio.”
“Il tema del Creato – conclude il parroco – ci accomuna e ci rende tutti protagonisti. La Terra ci è stata donata per custodirla e siamo chiamati ad amarla come Gesù. Tutte le iniziative sono finalizzate a questo obiettivo: la Terra appartiene a tutti, nel custodirla ci impegniamo a consegnarla alle prossime generazioni, riconoscendo le meraviglie di un Dio che ha creato perfezione, che ha curato ogni dettaglio, con quella Mano invisibile che ha anticipato la creazione dell’uomo e della donna. È un segno anche per i non credenti e per le altre confessioni religiose: incontriamo Dio Padre anche nell’amore per il Creato, e questa è pre-evangelizzazione. Oggi il cuore degli uomini è chiuso, indifferente, non riesce a guardare oltre. Prima di diffondere l’annuncio abbiamo necessità di sensibilizzare, per poi arrivare all’atto di Fede”.

(di Sabina Leonetti – foto gentilmente concesse da Maria Gabriella Leonardi)

14 Ottobre 2025
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