27 Ottobre 2025

Ai piedi del Vesuvio, vite da ricucire col filo della carità

Una sartoria del cuore, i panini e le coperte ai senza dimora e tanta preghiera: ecco il motore di San Sebastiano, la parrocchia del Vesuviano guidata da don Enzo Cozzolino. Di fronte alla microcriminalità, all'abbandono scolastico e alla povertà, la comunità cristiana ha scelto di non rimanere alla finestra, sostenuta e accompagnata dal suo pastore.

“A Napoli l’attenzione ai poveri non si ferma. In Via Marina, al molo Beverello, ai giardini, al porticciolo del Molosiglio e alla Galleria, ogni lunedì vengono distribuiti 300 panini e le coperte; un gesto concreto che va oltre il semplice contatto e diventa un messaggio sincero e chiaro di vicinanza a chi soffre”. Con queste parole Lina Mazzone e Amedeo Lentini, una coppia di San Sebastiano al Vesuvio (NA), raccontano il loro impegno, nato da un cammino di fede in parrocchia.
Tutto inizia nel parco nazionale del Vesuvio, proprio a San Sebastiano al Vesuvio, il loro comune situato alle pendici occidentali del celebre vulcano, a 10 chilometri da Napoli. L’area è afflitta dall’abusivismo edilizio che aggrava il rischio di dissesto idrogeologico della zona, richiedendo costanti interventi di vigilanza.
In questo contesto difficile, però, San Sebastiano ha anche i suoi lati positivi. Nonostante la quasi totale distruzione degli edifici causata dall’eruzione del 1944, il paese conserva alcune testimonianze storiche e architettoniche importanti, molte delle quali sono state restaurate. Tra esse il Santuario di San Sebastiano Martire, risalente al ’700, che con la sua imponente cupola bianca domina il centro storico, tanto da poter essere considerato il simbolo del paese. All’ombra di questo gioiello d’arte è fiorita anche una gemma di solidarietà: da cinque anni una comunità si dedica a sanare le ferite dei bisognosi, sia del comune vesuviano che di Napoli; un’opera importante, frutto del lavoro intenso iniziato dal parroco, don Enzo Cozzolino. Don Enzo non ama parlare di sé, pur essendo una persona aperta, molto diretta e spontanea. Sono le iniziative della comunità a farlo per lui.
“Le attività rivolte a chi è in difficoltà non si sono fermate mai – ribadisce Lina – nemmeno durante il covid. Anzi, si arricchiscono di sempre nuove iniziative. Per esempio, in parrocchia sta partendo un centro di ascolto dove psicologi, assistenti sociali e medici, assieme ai volontari, si dedicheranno ad ascoltare i fratelli che bussano alla nostra porta”.
Microcriminalità, abbandono scolastico e povertà sono tra le ferite di questa terra. Chi frequenta la vita della comunità lo sa e ha scelto di non rimanere alla finestra, ma di organizzarsi con continuità per stare accanto alle persone sole a cui serve un riferimento o una parola di attenzione, gesti semplici ma profondi.
“Perché lo faccio? Perché vivere la fede significa stare accanto – afferma Lina -. Gesù per primo ci ha insegnato ad essere con gli ultimi”. Per la coppia, come anche per altri volontari, l’impegno serale verso i poveri o le persone sole, è fede incarnata. Per molti volontari l’impegno è nato da una catechesi che don Enzo condivide con i suoi fedeli: il cammino delle Dieci Parole, un percorso scandito da appuntamenti settimanali con incontri di catechesi biblica, riflessione, preghiera e confronto fraterno; momenti profondi legati alle esperienze del quotidiano illuminate dalla Parola di Dio.
Sono i laici la colonna portante dell’impegno parrocchiale, rimarca il parroco. A dimostrarcelo ancora una volta è l’incontro con Monica Cozzolino, che anima il gruppo “Sartiamo”: uomini e donne dai 20 ai 60 anni, volontari assieme a persone fragili, che si dedicano al cucito. “Ho un brand di abbigliamento – spiega Monica – a Napoli e in altre città. Don Enzo mi chiese di impegnarmi in un progetto inclusivo e io gli ho proposto di creare un laboratorio sartoriale”. L’obiettivo non è solo quello di condividere un’esperienza ma di fare formazione, creare opportunità di lavoro al di là di ogni barriera mentale o materiale assieme a chi, ad esempio, non può più camminare. Una sartoria del cuore, anch’essa frutto di questa parrocchia del Vesuviano.
Per don Enzo è molto importante seguire le persone straniere che non hanno nessuno: è lui stesso a recarsi in prefettura a Napoli, per sbrigare piccole e grandi difficoltà con documenti da richiedere o i servizi burocratici più vari da sistemare. Un agire a tutto campo che mette al centro la persona. In questo senso i panini, le coperte ai senza fissa dimora, il centro di ascolto, i laboratori, sono le facce di un unico impegno, nato dall’incontro della fede con la solidarietà. Al centro di tutto, però, c’è la preghiera: quando a settembre la statua della Madonna Immacolata, la Regina di Napoli, è giunta in pellegrinaggio al Santuario di San Sebastiano Martire è stato un momento importante per tutta la comunità.
“L’icona, molto venerata dai napoletani, ci ha donato l’opportunità di pregare e meditare – racconta il sacerdote – anche su quello che stavamo facendo. Ringrazio Dio, tutti i volontari e i fedeli che hanno partecipato a questo evento di grazia: tutte le opere di misericordia partono dall’esempio di un amore incondizionato, come quello che insegna Maria, donna del silenzio sempre vicina agli ultimi”.

(di Nicola Nicoletti – foto gentilmente concesse da don Enzo Cozzolino)

27 Ottobre 2025
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