1 Maggio 2021

Bocelli:“È tempo di sfide per le persone di buona volontà”

Per 'Sovvenire' di maggio 2021, il maestro Andrea Bocelli accetta di raccontare a cuore aperto il proprio rapporto con la fede, con la Chiesa e con i sacerdoti. "Con la preghiera - racconta Bocelli - ho un rapporto intenso e quotidiano".

Quando conobbi Cassius Clay le sue prime parole furono “Sing for me” (canta per me). Disse proprio così, e stupì tutti perché, già minato dalla malattia, da tanto non parlava più. Fu l’inizio della mia amicizia con Alì, che mi sento onorato di aver frequentato nei suoi ultimi anni. Quello con lui è stato uno dei tanti incontri che la musica ha reso possibili, rivelandomi a me stesso, aprendomi possibilità che non avrei immaginato. Dobbiamo molto a tutti coloro che ci fanno intuire che cosa possiamo trasmettere agli altri: mi ha confidato qualcuno a fine concerto, ‘grazie alla tua musica ho riacquistato fiducia’. Sono parole che restituiscono senso ad una carriera e forse anche ad un’esistenza. Anche per me la musica è stata una passione e una leva, mi ha aiutato a superare pregiudizi e paure, uno slancio verso la bellezza che forgia chi la insegue. La forza interiore ti viene dall’arte, nel mio caso anche dalla letteratura: i romanzi di Tolstoj e Dostoevskij, e poi dalle pagine dei filosofi che amo di più come i greci e Blaise Pascal. Un sostegno altrettanto vitale negli anni della mia formazione è stato l’affetto quotidiano dei familiari e degli amici più cari, con figure di grande carisma come un mio compaesano a Lajatico, in provincia di Pisa, dove sono cresciuto: Amos Martellacci mi seguì negli studi universitari fino alla laurea. Lo ricordo come un vero maestro di vita.

E un ruolo insostituibile ce l’ha la fede: in famiglia la trasmettevano con l’esempio,

mentre le storie del Vangelo e la dottrina le devo alle parole delle donne di casa Bocelli, mamma Edi, mia nonna Andreina. E alla maestra elementare Ines Giamprini, che ha contato molto anche nella mia formazione spirituale. Oggi il Vangelo è la mia miniera inesauribile: è il cuore della sapienza a cui tutti dovremmo attingere.

Con la preghiera ho un rapporto intenso e quotidiano: ovunque io sia, cerco quella dimensione di pace che ci porta il cielo più vicino.

Ovviamente ci sono luoghi per me più cari: la chiesa di Lajatico, il santuario della Madonna di Montenero dove mia moglie Veronica ed io abbiamo ufficializzato la nostra promessa d’amore davanti a Dio. Ma penso anche al santuario brasiliano di Aparecida, oasi di pace e di preghiera, alla maestosità di San Pietro a Roma, alla basilica di Assisi, a luoghi mariani come Fatima e Medjugorje. Sono tanti anche i sacerdoti con cui ho stretto negli anni un rapporto di solare confidenza. Tra quelli che hanno contato di più ci sono sicuramente padre Arturo Paoli, che era nato dalle mie parti, e padre Raniero Cantalamessa, oggi cardinale. Oggi, di fronte al covid, tutti facciamo tesoro di ogni giorno: spero che terremo sempre a mente ciò che la pandemia ci ha dolorosamente rammentato, e cioè che il mondo è un’unica grande famiglia, dove tutto è interconnesso. Quindi il bene che fai torna sempre, moltiplicato. E lo stesso vale, ahinoi, per il suo contrario. Spero che sapremo cogliere questa lezione e ripartire dall’altruismo, che è una medicina anche per noi stessi, perché ci distoglie dal mettere sempre al centro dell’universo le nostre difficoltà e angosce. Il covid ha aperto nuove, pressanti sfide a tutte le persone di buona volontà: oltre alle tante vittime, ha causato un incremento della povertà. Fin da subito ho cercato di agire in prima linea con la Andrea Bocelli Foundation (ABF) perché nessuno sia lasciato indietro. Il nostro obiettivo è rafforzare persone e comunità, quindi investiamo molto nell’area educativa, fondamentale anche per la ripartenza. Pochi mesi fa abbiamo inaugurato la nuova Accademia della Musica a Camerino, nel Maceratese, località tra le più colpite dal terremoto del 2016 ed è già attivo un nuovo progetto di inclusione attraverso la scuola all’interno degli ospedali pediatrici. Porteremo a lungo le cicatrici di questi mesi: gli italiani hanno estrema necessità di tornare a fare cultura ed a frequentare l’arte, per ritrovare fiducia e la propria identità. Nel nostro Paese siamo tendenzialmente ancora poco inclini a valorizzare l’enorme patrimonio di cultura e la storia irripetibile che abbiamo ereditato. Vale per la musica, che i giovani dovrebbero poter studiare tutti, e ovviamente per il belcanto. Abbiamo vissuto un anno senza concerti, senza opere e senza arte, perdendo tante opportunità. Il rischio, quando non si promuove lo spirito, è che retroceda. Eppure sono convinto che noi italiani possiamo costruire un futuro diverso ripartendo dagli insegnanti, dalla formazione culturale dei giovani e dall’arte.
(Andrea Bocelli)

Foto gentilmente concesse dall’ufficio stampa di Andrea Bocelli
Leggi l’intervista sul PDF della rivista, da pag. 4 a pag. 6

1 Maggio 2021
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