11 Giugno 2025

Cento giorni per costruire comunità

Dalla terza domenica di settembre (Giornata nazionale) fino alla fine dell'anno: poco più di tre mesi per riscoprire l'importanza, sacerdoti e laici insieme, della corresponsabilità nella gestione economica. Abbiamo raccolto, su questo tema, le testimonianze di una donatrice, di un'incaricata diocesana del Sovvenire e di un parroco.

Domenica 21 settembre, Giornata nazionale per le offerte, non è più solo “la Giornata”. Ormai da qualche anno, infatti, sta diventando l’inizio del “tempo delle offerte”, ovvero di quei cento giorni che vanno dalla terza domenica di settembre – appunto – fino alla fine dell’anno, offrendo alle nostre comunità occasioni propizie per ricordare l’importanza del sostegno economico alla Chiesa, a cominciare proprio dal sostentamento dei sacerdoti. Poco più di tre mesi in cui i nostri parroci, d’accordo con gli incaricati parrocchiali e diocesani del Sovvenire, sono invitati a organizzare attività e a cercare occasioni per rilanciare questo appello, affinché cresca sempre più il numero e la motivazione dei donatori. Perché dalla passione con cui in famiglia ci si rende tutti corresponsabili anche della gestione dei beni materiali, oltre che delle relazioni e dei legami spirituali, si capisce molto del vero senso di appartenenza maturato da ciascuno. Ecco, allora, tre belle testimonianze – una donatrice, un’incaricata diocesana e un parroco – che ci raccontano il proprio modo di vivere e di promuovere il sostegno economico alla Chiesa, condividendo idee e sentimenti. Uno stimolo per tutti a celebrare bene i cento giorni che ci attendono tra settembre e dicembre.

 

Angela: amo la Chiesa e dono

Per me il sacerdote è a servizio di tutta la comunità e ci orienta nella vita cristiana. È una persona che si dona a noi, e perciò anche noi dobbiamo essere un dono per lui, con gratitudine. Anche i sacerdoti hanno bisogno delle cose di cui tutti abbiamo bisogno: mangiano, spendono, devono curarsi. La mia disponibilità verso di loro ha le radici nel mio amore per la Chiesa, a cominciare dalla mia piccola parrocchia di S. Maria Maddalena a Uggiano La Chiesa (LE), nella diocesi di Otranto e dal mio parroco, don Enzo Vergine. Ho sempre consacrato la mia preghiera e il mio cuore alla santificazione dei sacerdoti, che considero fratelli nella fede ma anche figli prediletti della nostra Mamma Celeste, Maria. Ora sono in pensione ma nella mia vita ho sempre cercato, fin da quando ero più giovane, di rendermi disponibile per le necessità della parrocchia, dalla catechesi alla Caritas e all’Unitalsi. In parrocchia non abbiamo un particolare gruppo di riferimento per sensibilizzare al sostentamento dei sacerdoti ma so per certo che, come me, ci sono diverse altre persone che si impegnano per questo, con la preghiera e con un’offerta. (Angela Sansò, donatrice della diocesi di Otranto)

 

Paola: far conoscere il bene

Da 36 anni lavoro per l’Istituto diocesano per il sostentamento del clero ma solo da marzo 2023 il nostro Arcivescovo mi ha affidato l’incarico del Sovvenire. Non appena sono entrata in questa rete di volontari che attraversa tutto il Paese, mi sono sentita immediatamente accolta come in famiglia, insieme a Stefania, la preziosissima collaboratrice che porta avanti con me questo impegno. Questa esperienza per me rappresenta un modo per continuare a vivere la passione per il volontariato e l’amore per il prossimo che ho imparato da mio padre, come pure dai diversi parroci che ho avuto nel corso della mia vita: tutti animati da una grande sollecitudine nei confronti dei poveri. Iniziando questo mio servizio, ho capito che la prima emergenza consisteva nel fatto che la maggior parte delle persone non sanno quanto bene viene fatto con le risorse che la Chiesa riceve, innanzitutto grazie all’8xmille. Era necessario scuoterle da questo torpore, far capire loro che attraverso queste risorse ogni giorno vengono fatte tante cose buone. Per questo a Ravenna abbiamo iniziato a produrre “pietre d’inciampo”, delle targhe (composte col nostro stile più tipico, quello del mosaico) che ricordassero, accanto a tutte le opere realizzate coi fondi dell’8xmille, da dove arrivasse quel denaro. (Paola Zepparoni, incaricata diocesana di Ravenna-Cervia)

 

Padre Vincenzo: stare con la gente

Alla gente cerco di spiegare con la massima chiarezza a cosa servono i soldi delle offerte deducibili e come vengono spesi quelli che arrivano grazie alle firme per l’8xmille. Devo dire che, nella nostra parrocchia, il compito è più semplice perché siamo anche sede della Caritas diocesana di Loreto: tutti vedono come aiutiamo 120 famiglie con l’emporio o come diamo da mangiare ogni settimana a una trentina di persone, solo per citare due delle molte attività che vengono realizzate. Quando le persone vedono i frutti, capiscono che quello che la Chiesa riceve non viene sprecato; allora la generosità spicca il volo e per questo nella nostra parrocchia ci sono anche molti volontari. Un altro fattore essenziale, poi, è l’atteggiamento del sacerdote: siamo noi, il nostro stile di vita, come stiamo in mezzo alle persone, come viviamo e ciò che abbiamo. I nostri possedimenti devono renderci più simili agli ultimi della terra che ai ricchi e il nostro stare in mezzo alle persone deve ricordare costantemente ai fedeli che noi siamo per loro e vogliamo veramente stare con loro e tra loro, non separati e isolati. Questo è davvero importante! (Padre Vincenzo Mattia, parroco della Sacra Famiglia e San Camillo a Loreto)


11 Giugno 2025
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