18 Gennaio 2024

Il cuore di Cervia, tra pentole e grembiuli

Una comunità che insieme al suo parroco, don Alberto, ha saputo mettersi in gioco, giovani e meno giovani. Prima per rispondere all'emergenza della chiusura della mensa cittadina per i poveri di Cervia (RA), poi, dopo la prova terribile dell'alluvione. Ma quando c'è la disponibilità al servizio e il cuore aperto ai fratelli, anche le difficoltà diventano un motivo per rinsaldare i legami e costruirne di nuovi.

La solidarietà passa da un pasto caldo. Succede a Cervia, nella parrocchia della Madonna della Neve, nella zona di Malva Nord. Quando c’è bisogno, il parroco don Alberto Camprini e i volontari si mettono a cucinare.
«La nostra attività di servizio ai fratelli più poveri è iniziata tre anni fa, a settembre del 2021, aprendo una mensa parrocchiale per poter sopperire alla chiusura della mensa dei poveri cittadina», spiega Giorgio Alpi, referente dei circa cinquanta volontari della parrocchia. «Ci siamo organizzati per preparare pasti caldi per il pranzo e una sportina per la cena per circa 60/70 persone… Non potevamo lasciarli senza cibo caldo e senza una parola di conforto». Lo stesso è successo l’anno seguente, sempre per la chiusura della mensa cittadina per diversi mesi.
Poi, a maggio del 2023, è arrivata l’alluvione, che ha colpito duramente la cittadina romagnola e ha danneggiato anche la chiesa. La zona di Malva Nord, vicina alle Saline, è stata tra le più colpite.

Ma alla Madonna della Neve non si sono persi d’animo.

«Nel primo mese, diciamo tra maggio e giugno, abbiamo organizzato un servizio di ristorazione in parrocchia per tutti coloro che non avevano più una cucina – spiega don Alberto –. Abbiamo ricevuto aiuti da tutti: sono arrivati volontari da tutta Italia e c’erano perfino pasti già pronti che ci venivano regalati da ristoranti e alberghi della zona». Poi i cervesi sono rientrati nelle proprie case e si sono dati da fare nella ricostruzione.
«Concluso il servizio di ristorazione d’emergenza – continua a raccontare il sacerdote –, tra giugno e luglio dello scorso anno

abbiamo trasformato il salone parrocchiale in una sorta di supermercato,

perché nel frattempo erano arrivati alimenti a lunga conservazione e materiale per fare le pulizie da tutta la penisola. Così noi e un’altra parrocchia abbiamo fatto da distributori. Le persone potevano prendere ciò di cui avevano bisogno gratuitamente».
I pasti venivano consegnati anche a domicilio a quelli che non riuscivano a spostarsi e don Alberto, ricordano i volontari, «non è mancato un solo giorno alle attività caritative, saltando da una Messa alla mensa e dalla mensa a un matrimonio». Nel corso del 2023, «difficilissimo per il territorio», la parrocchia ha fornito oltre seimila pasti.
A otto mesi di distanza, il sacerdote ricorda l’emergenza con il sorriso. «Abbiamo avuto un bellissimo riscontro a livello umano, siamo entrati in confidenza con tante persone, abbiamo ricevuto tanti ringraziamenti – dice –. Abbiamo avuto la possibilità di metterci in ascolto e condividere.

La parrocchia è diventata un laboratorio di fraternità e di famiglia».

Le case sono tornate pulite, la vita ha ripreso i suoi ritmi. I volontari della Madonna della Neve hanno dismesso il supermercato solidale, ma non sono rimasti con le mani in mano. Da settembre scorso, guidati da don Alberto, si sono spostati a prestare servizio nella Cucina Popolare Sorriso di Cervia Social Food. «Si tratta di una mensa aperta per i poveri ma non solo, in realtà può andarci chiunque, pagando una piccola quota; mentre per i bisognosi è gratis – fa sapere il sacerdote –. Per noi è un’esperienza molto bella di fraternità, siamo una sessantina di volontari, me compreso, che lavoriamo fianco a fianco. Prima che ricominciassero le scuole anche tanti giovani hanno dato una mano.

Stiamo sperimentando davvero come si vive il Vangelo.

Cerco di essere sempre presente e anche per me è un’occasione per maturare nel servizio alla comunità».
«Tutto questo ha consolidato e rafforzato la nostra comunità – osserva Alpi –, ha creato nuove amicizie, nuovi rapporti con persone anche non vicine alla Chiesa. In alcuni casi, vista la forza e la gioia con le quali i volontari svolgevano le proprie attività, hanno creato delle vere conversioni dei cuori. Abbiamo avuto conferma di quante povertà ci sono anche nel nostro territorio, considerato ricco, quanti bisogni pratici, ma anche di vicinanza, di fraternità».
Tra i bisogni anche quello di una nuova cucina: riaprirà presto in parrocchia la “Mensa prossima”, uno spazio rinnovato e strutturato per continuare a cucinare, per tutti coloro che non hanno da mangiare.

(di Giulia Rocchi – foto gentilmente concesse da don Alberto Camprini)

18 Gennaio 2024
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