Mangiare, abitare, lavorare: a Varese nessuno sia escluso
Don Marco Casale e i ragazzi della cooperativa San Luigi a Varese non lasciano indietro nessuno, dall’accoglienza per gli ultimi, alla mensa, al pastificio: tutti lavorano come una grande famiglia, sperimentando la bellezza dello stare insieme.
Nella bella chiesa di San Giovanni evangelista di Gavirate, in provincia di Varese e nell’arcidiocesi di Milano, le note dell’orchestra diretta dal maestro Carlo Taffuri risuonano solenni. Il concerto “Voices calling for Peace” di United Kids Of Music, una formazione di giovani musicisti, è un messaggio di pace affidato alle composizioni di Fauré, Dvorak e Cadario in questo tempo di guerra. A promuovere l’evento è don Marco Casale, parroco della comunità pastorale Santissima Trinità. Don Marco è arrivato da Varese un paio di anni fa. Oltre a San Giovanni, guida le parrocchie di Oltrona e Voltorre a Gavirate, municipio di 9 mila abitanti, e a Comerio un comune di circa tremila persone.
Siamo nell’area nord della provincia lombarda, ai confini con la Svizzera. Tanti abitanti sono frontalieri, lavorando nel cantone Ticino. La natura in questa fetta di provincia è caratterizzata dai laghi: quello di Varese e, poco lontano, il lago Maggiore, una delle maggiori attrattive del turismo lombardo. Il sacerdote, oltre alla musica e all’attenzione all’arte, è impegnato nell’aiuto alle persone più in difficoltà che si rivolgono a lui. Un impegno che porta avanti con dedizione fin da quando era a Varese e che lo ha portato a progettare iniziative ad hoc per ridurre povertà e disagio. Attenzione a chi non ha casa, ai ragazzi affidati a comunità residenziali perché i genitori non riescono a sostenere il loro compito educativo. Ma anche ospitalità per i richiedenti asilo e per chi, anziano e adulti senza una famiglia, non ha un posto che lo accolga per un tempo più o meno breve.
Missionari a km 0
Per questa missione nel 2009 nasce la cooperativa San Luigi, fondata assieme alla comunità, come racconta Davide Zanzi. “Ho conosciuto la coop grazie a don Marco, mio ex parroco. Con mia moglie e i nostri figli abbiamo deciso di abbracciare la missione di dedicarci al prossimo. Abitiamo in una delle canoniche della comunità pastorale, nella parrocchia Madonna della Speranza e della Pace di Varese come famiglia missionaria a Km 0 della diocesi di Milano” – chiarisce. L’esperienza nella comunità pastorale permette alla coppia di mantenere i propri ritmi, il lavoro, i tempi della famiglia ma di abitare al contempo gli spazi parrocchiali con uno stile di apertura. Davide, lasciato il lavoro in un’azienda di arti grafiche, nel 2019 si dedica alla cooperativa. “Da allora è stato un turbine di iniziative, un susseguirsi di cambiamenti e di sfide – racconta -. Prima il lavoro nei progetti di housing, poi i progetti di abitazione condivisa svolgendo al contempo un ruolo educativo e ancora le comunità residenziali con gli anziani soli, le mamme con bambini, i minori stranieri non accompagnati”.
Sei mesi dopo l’inizio arrivò il Covid. Un’altra sfida. “È stato un momento di paura e di lavoro intenso ma nessuno dei servizi di assistenza si è interrotto” – ricorda Zanzi.
Negli ultimi anni la Coop San Luigi amplia ulteriormente le iniziative, affiancando all’accoglienza residenziale, progetti per l’inserimento lavorativo nel settore della ristorazione. “Oggi le attività contano 90 dipendenti, una buona parte sono persone disabili o in difficoltà, tutti col desiderio di impegnarsi. Da parte nostra, offrire opportunità, restituire dignità e autonomia a ragazzi e ragazze ci motiva tanto. Quando qualcuno di loro ci saluta, per tornare alla propria vita con ritrovata autonomia e fiducia, per noi è fonte di grande soddisfazione. Ci ripaga delle fatiche e rinnova il nostro entusiasmo. Questi 6 anni intensi mi hanno fatto scoprire il senso di vivere un impegno per il prossimo” – conclude.
Ristorazione inclusiva
La San Luigi nel 2024 ha perfezionato un percorso di fusione per includere una cooperativa sociale di tipo B, divenendo titolare del servizio di mensa e catering: Fuoricontesto. Negli spazi della Croce Rossa di Varese, in via Dunant 2, troviamo Ilaria Loia, responsabile nei settori della comunicazione e privacy. Entrando, Francesca e Marco, con professionalità e gentilezza, preparano i tavoli e un caffè fumante. Nella mensa lavorano un cuoco, un coordinatore che si occupa della gestione e dei catering e un educatore per le persone fragili.
La mensa è un crocevia di persone e attività: serve gli studenti dell’Università dell’Insubria. “I ragazzi possono fermarsi qui a studiare o a tessere relazioni durante il pomeriggio” – spiega Ilaria. Il personale della Croce Rossa si ferma alla mensa per il pranzo, mentre donne e uomini inviati dalla Caritas vengono a mangiare gratuitamente un bel piatto di spaghetti o una cotoletta. La mensa è frequentata da insegnanti universitari, dipendenti comunali e chiunque, anche senza convenzione, desideri pranzare qui, collaborando a potenziare il progetto di inclusione sociale.
“Ogni giorno serviamo dai 60 ai 100 pasti – spiega Loia –. Alla mensa è legata l’attività di catering per aziende e privati e il ‘Bar Caffè 21’ che si trova nel palazzo comunale di Varese. Dal 2021 abbiamo avviato, grazie alla Caritas diocesana, la produzione sperimentale di pasta fresca all’interno della mensa, aprendo relazioni fruttuose con alcune catene di supermercati per la vendita dei nostri prodotti” – prosegue.
Garantire servizi di qualità dando una possibilità di inserimento lavorativo di giovani con diversi tipi di fragilità, valorizzando le potenzialità di ciascuno, è la missione del personale e dei volontari che, accompagnati costantemente da don Marco, vivono l’impegno per e con il prossimo in maniera piena e con tanti sorrisi.
(testo e immagini di Nicola Nicoletti)