Nessuno resta indietro se si fa… “Tutto a metà”
A Montesano sulla Marcellana (SA) nasce uno spazio aperto a tutti, ispirato a don Bosco e don Tonino Bello. Al centro pastorale “Tutto a metà” famiglie e giovani sono coinvolti in un cammino di speranza, guidati da un parroco pieno di entusiasmo e grazie all'impegno di un bel gruppo di volontari.
I ragazzi scalpitano nel cortile adiacente al centro pastorale “Tutto a metà”, che sta per essere inaugurato. Hanno lavorato per addobbare i nuovi spazi, che saranno anche i loro. La casa canonica, una sala per gli incontri, l’area per giocare e, ovviamente, la cappella. A Montesano sulla Marcellana, un piccolo comune del salernitano di circa 6mila abitanti, a pochi chilometri dalla splendida Certosa di Padula, il 30 marzo è nato, nella frazione dello Scalo, un nuovo centro a disposizione di tutti. Giovani, adulti, ragazzi, persone con disabilità e ultimamente anche le famiglie si ritrovano per pregare, giocare e imparare in una struttura nuovissima.
Il lavoro, realizzato anche con il sostegno dei fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica, era molto atteso. “Avevamo un edificio per le attività, dalle catechesi ai momenti di festa, ma gli ambienti si sono rivelati sempre più piccoli”, spiega don Donato Varuzza, parroco e artefice dell’opera, raccontando la genesi del progetto.
Uno spazio inclusivo
“L’obiettivo è di non lasciare indietro nessuno”, continua il sacerdote; ha lavorato per garantire a tutti, anche alle persone con disabilità, uno spazio inclusivo. Grazie anche a un finanziamento della Regione Campania, i lavori hanno permesso di ottimizzare gli ambienti di uno stabile dismesso. Alla base di tutto c’era il sogno a lungo coltivato da don Donato di animare una comunità fatta di persone che decidono di compromettersi e vivere insieme, “di fare tutto a metà tra gioie e fatiche, progetti e quotidianità”: da qui nasce il nome del centro.
Don Varuzza si ispira a san Giovanni Bosco, il santo che ha dedicato tutto se stesso ai giovani, un impegno totale che ha cambiato la vita di tanti. Ad aiutarlo nella sua missione la psicologia studiata a Roma e la tenacia nell’impegno, unite alla voglia di stare con tutti. Per l’inaugurazione del centro è arrivato il vescovo della diocesi di Teggiano Policastro, mons. Antonio De Luca, religioso dei Redentoristi, particolarmente attento a questo tipo di scelte pastorali.
“Questa casa testimonia l’attenzione della Chiesa locale verso le esigenze del territorio. La Conferenza episcopale italiana ci sostiene attraverso l’8xmille nel realizzare presidi educativi nelle aree interne”, ha spiegato mons. De Luca allargando lo sguardo all’intera penisola, in particolare alle aree dell’entroterra che si vanno spopolando in maniera crescente. Bassa natalità e carenza di servizi si sommano al bisogno di lavoro, urgenze che spingono le persone a emigrare, facendo aumentare lo spopolamento. “Senza la presenza significativa della Chiesa cattolica e delle risorse che ci hanno aiutato – continua il vescovo – sarebbe impossibile rendere qualsiasi forma di servizio. Un grazie dunque va a tutti coloro che sostengono questo impegno della Chiesa, anche solo con la loro firma, e alla Cei, che è attenta alle nostre piccole realtà”. Il messaggio del vescovo rimarca l’impegno della Chiesa per le aree periferiche sostenendo progetti come quello del Vallo Di Diano, il territorio in cui si colloca la diocesi di Teggiano – Policastro.
Attenzione alle famiglie
All’interno del centro pastorale è sorto un servizio di ascolto per le famiglie. Grazie alla presenza di suor Paola de Biase, religiosa domenicana e psicologa, è nato un accompagnamento per le coppie che desiderano affrontare piccoli e grandi problemi. Suor Paola vive a Francavilla in Sinni (PZ), si occupa di pastorale giovanile e formazione, collaborando all’interno di un’equipe di sacerdoti e parroci in Basilicata, non lontano dalla diocesi di Teggiano Policastro. “Sono psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia familiare ad indirizzo sistemico relazionale”, racconta. Ogni quindici giorni incontra a Montesano numerose famiglie, presso l’associazione “Un’ala di riserva”, che abbraccia la Caritas, il centro educativo Casa Aurora e un centro di ascolto. Una delle attività basilari è il centro diurno per persone disabili. Oggi conta diversi ospiti, affiancati da operatori professionali e volontari tra cui la mamma di don Varuzza, un’ottima cuoca.
“L’umanità che incontro è fatta di semplicità e di sentimenti genuini che abbiamo tutti bisogno di riscoprire – racconta la religiosa –. I ragazzi mi insegnano l’importanza dell’altro, la bellezza di accoglierlo così com’è. Le difficoltà sono relative all’urgenza sempre più forte di ascoltare le richieste che giungono da molte persone e la fatica di rispondere adeguatamente alla complessità di tante problematiche. Nello stesso tempo riscontro con gioia l’entusiasmo di don Donato e degli operatori: fanno davvero squadra, coltivando la speranza, facendo davvero ‘tutto a metà’ e credendo che, nella condivisione e nella collaborazione fiduciosa, si può essere un segno della tenerezza di Dio, nella gioia e nel dolore”.
Il prossimo obiettivo
Il “bar inclusivo”, dove senza barriere tutti possono incontrarsi, bere un caffè o mangiare un dolce, è il prossimo obbiettivo di una comunità in continuo movimento.
Semplice e diretto, don Donato manifesta la sua contentezza cantando. All’inaugurazione, ha ringraziato per quello spazio che sa di casa, un dono affinché con le catechesi, i momenti di condivisioni e il gioco, si giunga alla scoperta dell’altro, come pregava don Tonino Bello: “Voglio ringraziarti Signore, per il dono della vita; ho letto da qualche parte che gli uomini hanno un’ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati”.
(di Nicola Nicoletti – foto gentilmente concesse da don Donato Varuzza)