Sul delta del Po la pace comincia dalla cura del creato
Dal progetto del "Bosco e Frutteto dei Patriarchi" fino alle molte celebrazioni negli ambienti naturali più iconici della diocesi di Ferrara - Comacchio e alla mostra collettiva “Pace con il Creato: semi di pace e di speranza”. Don Mauro Ansaloni e don Guido Catozzi ci accompagnano alla scoperta del "Tempo del Creato" organizzato dalla comunità cristiana nella loro terra.
Un atto d’amore, un dono che il Consorzio degli Uomini di Massenzatica (CUM) – azienda agricola storica e proprietà collettiva di terreno agricolo da cui traggono parte del sostentamento tre piccole comunità della provincia di Ferrara, ossia Massenzatica, Monticelli e Alba – ha deciso di fare alle future generazioni locali e al Paese intero.
Parliamo del Bosco e Frutteto dei Patriarchi nell’arcidiocesi di Ferrara-Comacchio, unico in Italia nel suo genere, un progetto che ha come primo obiettivo il recupero genetico e la valorizzazione degli alberi monumentali più significativi sopravvissuti fino ad oggi. Non solo un’area verde disponibile, ma a breve anche una banca genetica per la conservazione del DNA delle piante italiane più rustiche e longeve. Ed è proprio qui che la diocesi estense ha inaugurato il Tempo del Creato, che prevede poi diverse iniziative in calendario tra settembre e ottobre.
Don Mauro Ansaloni, sacerdote da 37 anni, responsabile dell’Unità Pastorale “Maria Madre della Chiesa” che raggruppa le parrocchie del territorio del comune di Mesola, nel caratteristico ambiente naturalistico del Delta del Po, è qui da 6 anni.
“Il nostro progetto del Consorzio sulla salvaguardia del Creato – racconta don Mauro – da tre anni intende valorizzare le risorse in una zona prevalentemente agricola, che si sta spopolando di giovani perché spesso è sprovvista di servizi, scuole e ospedali, e quindi proteggere l’agricoltura e l’ambiente è il nostro primo obiettivo per tenere vive le comunità. Per questo nella giornata diocesana sul Creato abbiamo celebrato la Santa Messa con l’arcivescovo Gian Carlo Perego a Monticelli, presentando il progetto del Bosco e Frutteto dei Patriarchi con alcuni esperti e alla presenza di 200 partecipanti”.
Laura Massarenti, pensionata, era uno dei presenti. “Il convegno e la Santa Messa presieduta dal nostro Arcivescovo, celebrata in un parco verde, circondati da alberi e un corso d’acqua, mi hanno fatto ammirare e gustare la bellezza della natura, dono di Dio. Ho compreso ancora di più come dobbiamo valorizzare questo nostro territorio, che a volte riteniamo di minor rilievo rispetto ad altri ambienti naturali, apprezzandolo per la sua specificità”.
Stefania Tartarini, giovane appassionata di fotografia, aggiunge: “Ho avuto l’opportunità di fotografare l’inaugurazione del Bosco e del Frutteto dei Patriarchi, due progetti emozionanti che, realizzati sui terreni consortili, legano insieme il passato e il futuro, garantendo la memoria delle piante più antiche d’Italia e creando un’aula didattica a cielo aperto. I miei scatti hanno immortalato l’unicità del luogo e l’impegno della comunità locale”.
Carlo Ragazzi è il presidente del Consorzio Uomini di Massenzatica.
“Sono cresciuto fin da piccolo all’asilo dalle suore e mi sono formato in ambienti parrocchiali. Da tanti anni dedico una parte significativa del mio tempo alla comunità nella quale vivo. La parola chiave della nostra realtà consortile è responsabilità generazionale: custodire un bene che è inalienabile, perché resti fruttuoso nel tempo. In queste terre, paludose ma bonificate, abbiamo “rinaturalizzato”, mettendo a dimora 130 piante in via di estinzione compatibili con il nostro ambiente: querce, olmi, frassini, gelsi, farnie, salici, e altre 100 piante da frutto: fichi, melograni, peri, meli, albicocchi, mandorli, olivi. Il frutteto è stato realizzato nelle adiacenze della locale scuola dell’infanzia parrocchiale S. Maria Goretti, che fino a qualche anno fa, era gestita dalle Suore Francescane dell’ordine del Sacro cuore di Gesù di Malta. Il frutteto è attrezzato come aula didattica per i bimbi frequentanti la scuola: con i frutti raccolti si potranno realizzare confetture per la loro merenda. L’Amministrazione del Consorzio ha impegnato oltre 30.000 € di risorse della comunità per la realizzazione di entrambi gli interventi. Personalmente ho l’onore e l’onere di far parte della Federazione Nazionale dei Domìni Collettivi, quasi tutti presenti in aree interne, in comuni che stanno scomparendo, quindi è una doppia sfida. Come amministratori consortili, nella gestione della terra della comunità, ci siamo sempre ispirati ai principi cristiani, andando ben oltre la parcellizzazione dei saperi”.
Ma il Tempo del Creato in diocesi ha scelto un percorso itinerante, con una celebrazione anche nel retro-spiaggia del Lido degli Estensi, tra qualche pino, su un prato, vicino al molo del Porto Canale, tra grattacieli e stabilimenti balneari, circondati dalle auto del grande parcheggio. Qui don Guido Catozzi, 69 anni, è responsabile dell’ Unità Pastorale di Comacchio che comprende 5 parrocchie, ed è vicario foraneo di questa zona (il vicariato di San Cassiano). “Prestiamo molta attenzione al nostro ambiente cosi fragile – rimarca don Guido -: lo è tutto il delta del Po, come lo sono le valli. Il luogo è molto significativo: la pinetina è circondata da un muretto che ai più passerà inosservato ma, invece, ha un profondo significato ed è il motivo della nostra presenza”.
A spiegarcelo è Cecilia Cinti, insegnante, catechista e animatrice del Movimento Laudato Si’. “Questo muretto appartiene ai resti delle fortificazioni di cui i tedeschi, durante la Seconda Guerra Mondiale, avevano disseminato la costa, da Rimini a Chioggia, temendo quello sbarco degli alleati che invece fu realizzato ad Anzio. Il comando tedesco si era convinto che, dopo l’arrivo in Sicilia, vi sarebbe stata un’ ulteriore incursione sulla costa Adriatica. L’area ritenuta più idonea era considerata quella da Pesaro a Chioggia, per via della costa sabbiosa. Così vennero costruite le postazioni fisse dei “bunker”, ma anche i “denti di pesce cane” o altre fortificazioni, nei luoghi ritenuti papabili per l’invasione, tra cui Ravenna, Porto Garibaldi e Mesola. Tutto questo ci richiama le stragi e i genocidi che quotidianamente si compiono, con una crudeltà che sembra non avere più limiti. Ed è con questo spirito che nella Cappella dei Sacchi, in Basilica Concattedrale di San Cassiano a Comacchio, è stata inaugurata la mostra collettiva “Pace con il Creato: semi di pace e di speranza”, che rimarrà aperta fino al 31 ottobre. Una ventina di artisti che espongono dipinti tradizionali, fotografie, canzoni e filmati, sculture, installazioni e poesie, fino all’allestimento floreale, in una potente molteplicità di linguaggi che si uniscono per invocare la pace, celebrando anche l’ottavo centenario del Cantico delle Creature”.
“La nostra speranza di pace – conclude don Mauro Ansaloni – comincia proprio dalla cura del Creato”. “Dovremmo proporre – gli fa eco don Guido Catozzi – sempre piccoli segni di attenzione nei comportamenti individuali, anche per i non credenti, costruendo una mappa educativa valida per tutti, che si allarghi a macchia d’olio. Così la comunità cristiana può essere un motore di speranza e di pace per il mondo intero”.
(di Sabina Leonetti – foto gentilmente fornite da don Francesco Viali, Cecilia Cinti e Stefania Tartarini)