24 Novembre 2025

Tessitori di speranza e solidarietà a Mesagne

Da dieci anni la "Casa di Zaccheo" è un punto di riferimento per il territorio di Mesagne (BR), nell'arcidiocesi di Brindisi-Ostuni: casa di accoglienza, mensa, laboratorio di sartoria solidale. Don Pietro Depunzio, responsabile della struttura e parroco della vicina parrocchia “Mater Domini”, ci racconta che ogni punto cucito, ogni pasto servito, ogni notte al riparo è una mano tesa per restituire dignità.

Le porte della Casa di Zaccheo a Mesagne (BR), arcidiocesi di Brindisi-Ostuni, sono aperte a tutti. C’è chi entra per un posto a mensa, chi sale al laboratorio sartoriale per imparare a cucire, chi cerca un letto per la notte. È un via vai continuo di persone, storie, speranze. Perché in questa casa, come in quella di Zaccheo, il pubblicano che volle incontrare Gesù, ogni autentico desiderio di riconquistare la propria dignità trova spazio.
“L’incontro con Gesù ha cambiato Zaccheo al punto da trasformarlo da peccatore in discepolo. Le porte che si aprono per accogliere Gesù diventano l’immagine di un cuore aperto alle necessità di chi è nel bisogno. È per questo che abbiamo chiamato questa realtà Casa di Zaccheo“, spiega don Pietro Depunzio, responsabile della struttura e parroco della vicina parrocchia “Mater Domini”.
Da dieci anni la Casa di Zaccheo è un punto di riferimento per il territorio. L’edificio inizialmente ospitava una scuola materna gestita dalle suore. Quando sono andate via, il vescovo di allora, mons. Domenico Caliandro, lo ha assegnato alle cure della parrocchia di don Pietro. Con il sostegno della gente, dell’amministrazione comunale, della diocesi e del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale – istituito da Papa Francesco – l’edificio è stato ristrutturato e destinato al servizio della carità, diventando un vero e proprio centro polifunzionale. Con i fondi dell’8xmille sono stati installati pannelli solari e realizzate misure di efficientamento energetico.
Tra le varie attività anche quella dell’accoglienza. “La Casa ha 12 posti letto. Attualmente ospitiamo una famiglia di eritrei composta da mamma e papà sordomuti, che abbiamo inserito in ambito lavorativo, e i loro due bambini. Accogliamo anche persone sfrattate o che chiedono semplicemente un posto per la notte. Dall’inizio della nostra attività, abbiamo aiutato oltre 70 persone, offrendo loro un tetto sotto cui cercare riparo” – spiega don Pietro.
È presente anche un servizio mensa che offre 80 pasti al giorno, sostenuto dalla generosità dei volontari provenienti anche dalle altre parrocchie. Durante la settimana, tre medici si alternano nell’ambulatorio per offrire consulenza sanitaria a chi ne ha bisogno.
Presso la Casa di Zaccheo collaborano anche i giovani del servizio civile e coloro che sono inseriti nei percorsi di messa alla prova, cioè dentuti che terminano di scontare la loro pena in contesti alternativi al carcere. “Il bello è che queste persone, giovani o adulti, una volta terminato il loro percorso carcerario, continuano a venire qui per offrire il loro servizio gratuitamente – continua il parroco –, un ritorno che è riconoscenza e che si traduce in piccoli segni di gratitudine, gesti concreti”.
È quello che è accaduto a Vittorio, 58 anni e un trascorso carcerario importante. Dopo quattro anni di servizio alla Casa di Zaccheo come cuoco, adesso continua a frequentare la struttura da volontario. “Grazie a don Pietro e alla Casa di Zaccheo ho avuto la possibilità di uscire in affidamento e di terminare la mia pena in questo luogo”, spiega. Vittorio è un uomo libero dal 2024, ma ora può cucinare per chi ha bisogno senza che sia il tribunale a prescriverlo. “Ora ho un lavoro. Dalle 18 a mezzanotte faccio il cuoco in una pizzeria” – racconta – “ma sentivo il bisogno di ricambiare il bene ricevuto durante la mia permanenza alla Casa di Zaccheo, dove ho trovato una famiglia che mi ha accolto senza far pesare il mio passato, come se fossi uno di loro. Così ci sono tornato, questa volta da volontario, offrendo il mio tempo libero. È anche un modo per rimediare al male che ho fatto”.
Dal 2024, grazie a un dono di Papa Francesco e al supporto finanziario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, in collaborazione con l’attuale Arcivescovo Mons. Giovanni Intini e la Caritas Diocesana di Brindisi-Ostuni, sempre a Casa di Zaccheo è stato attivato un laboratorio di sartoria solidale che nasce come segno di accoglienza per chi è ai margini della società e per dare possibilità lavorative concrete. Lo scopo è insegnare le basi della sartoria: un laboratorio inclusivo, aperto a tutti senza restrizioni.
“La gente si rivolge a noi per piccoli lavori di sartoria o riparazioni di abiti, e i contributi vengono ripartiti tra chi ci ha lavorato. Qui sono state ricamate le tuniche per le prime comunioni e ora siamo all’opera per realizzare gli addobbi natalizi” – spiega don Pietro. C’è un team di sarte esperte che insegnano l’uso del cucito e delle macchine professionali.
“Ognuno di noi ha un’esperienza diversa e collaboriamo, ci diamo una mano. Adesso, per esempio, sto imparando a usare la macchina del ricamo per accrescere le competenze da trasmettere agli altri” – spiega Mina, 68 anni, volontaria. Il progetto offre la possibilità di riqualificare capacità già presenti o di acquisirne di nuove, in vista di un possibile inserimento lavorativo. Uno spazio dove ogni persona può sentirsi valorizzata, accolta e protagonista di un percorso di riscatto.
Mina non è sola: con lei ci sono Rosaria, Nunziatina, Lina, Carmelina e Mirella, un piccolo team di donne che ogni giorno alimenta il cuore pulsante del laboratorio e lo rende un luogo di fraternità. “Qui ho raccolto la gioia di conoscere persone nuove e far apprendere loro quello che sappiamo fare. Si collabora, si sta insieme e capita che chi sta attraversando un periodo difficile venga qui per respirare un clima di serenità, armonia e umanità”.
Ogni punto cucito, ogni pasto servito, ogni notte al riparo è una mano tesa per restituire dignità. Quando una casa si apre davvero, come quella del pubblicano di Gerico, non offre solo un tetto: offre una famiglia, un futuro, una seconda possibilità. Nel cuore di Mesagne, questo miracolo si ripete ogni giorno.

(di Giacomo Capodivento – foto gentilmente concesse dalla Casa di Zaccheo)

24 Novembre 2025
raccontaci

Hai una storia da raccontarci?

Condividi la tua esperienza, ti potremo contattare per saperne di più.

Iscriviti alla nostra newsletter