Vita del Santo
Nato con il nome di Giuseppe, era giudeo di famiglia levitica emigrata a Cipro. Giuseppe significa letteralmente «figlio della consolazione» o «figlio dell’esortazione». Era un piccolo proprietario di terreno, ma decise di vendere il suo appezzamento per sostenere la piccola comunità cristiana dove abitava. Un segnale di distacco dai beni materiali e terreni, ma anche un gesto di adesione totale al messaggio evangelico di Cristo. Alcuni biografi sostengono che Barnaba non conoscesse personalmente Gesù, mentre altri ritengono che fosse convertito alla fede cristiana assistendo al miracolo del paralitico. Pur non essendo uno dei Dodici, Barnaba ricevette il titolo di Apostolo per il ruolo importante ricoperto nella Chiesa nascente: sia l’evangelista Luca che i padri apostolici lo designarono con questo titolo per la sua opera apostolica e per l’incarico speciale a lui affidato di portare l’annuncio della fede fuori da Gerusalemme. Dopo la morte di Stefano, ad Antiochia si era formata una vasta comunità cristiana: per confermare e istruire i neofiti fu scelto Barnaba, «uomo pieno di Spirito Santo e di fede». Fu Barnaba a garantire per Paolo, marchiato dalla fama di spietato persecutore. Entrambi, portarono avanti la loro opera anche in Asia Minore, dando vita a numerose conversioni. Le fonti in merito non sono molte, ma pare certo che Barnaba si recò prima a Roma con Pietro, poi nel 53 si recò a Milano dove fondò la Chiesa locale. Leggenda narra che appena Barnaba arrivò a Milano, la neve si sciolse e sbocciarono immediatamente i primi fiori di primavera. Barnaba è considerato il fondatore della Chiesa di Cipro. Secondo la tradizione, venne lapidato a Cipro, ma riuscì a sopravvivere, e nel 61 fu bruciato vivo a Salamina. Fu sepolto nei pressi da alcuni fedeli cristiani e si dice che il suo corpo fu ritrovato molto tempo dopo con una copia del Vangelo di Matteo sul petto. I suoi resti furono traslati a Costantinopoli, dove venne costruita una chiesa in suo onore.
Agiografia
Barnaba è ricordato anche per una grandissima capacità di stare vicino a bisognosi e di consolare gli afflitti e i disperati. Anche per questa sua caratteristica, è venerato e ricordato come esempio di misericordia e coraggio, e fu soprannominato dagli apostoli, pur chiamandosi Giuseppe, con il nome “Barnaba”, in aramaico «figlio dell’incoraggiamento». La sua eredità continua a influenzare i fedeli di tutto il mondo e la sua vita è un modello di consolazione, incoraggiamento e fiducia nel futuro, nonostante le difficoltà del quotidiano, della malattia e della sofferenza. Si distinse anche per la sua apertura e la sua disponibilità nel sostenere altri credenti, in particolare l’apostolo Paolo. Dopo la conversione di Paolo, Barnaba difese il suo titolo di apostolo presso gli altri discepoli, nonostante le loro iniziali riserve nei suoi confronti a causa del suo passato da persecutore dei cristiani: questo gesto mostra non solo la sua fede in Dio, ma anche la sua fiducia nella capacità di cambiamento e di redenzione degli individui. Una forte determinazione nel proclamare il messaggio cristiano, ma anche nel superare le avversità è un chiaro esempio della sua forte fede. La generosità di Barnaba è un altro aspetto significativo della sua vita: la vendita del suo un campo per condividere il ricavato con la comunità cristiana dimostrò una fede non solo spirituale, ma anche attenta alla concretezza: una fede che tramutata in azioni pratiche messe in atto per sostenere il prossimo. Il suo culto prosegue oggi ed è particolarmente sentito in alcune zone d’Italia, che lo venerano come uomo accogliente e caritatevole, dedito alla sua diversificata capacità di accogliere gli altri, sostenere i suoi compagni nella missione e vivere una vita caratterizzata dalla generosità e dall’impegno verso la comunità cristiana.
Intervista impossibile di Padre Étienne Ntale Majaliwa al Santo
Che peso ha avuto nel tuo ministero apostolico la capacità di fidarsi dell’altro, a partire dal tuo rapporto con Paolo? Cosa può dire al nostro mondo diffidente e individualista?
La mia amicizia con Paolo mi ha permesso di crescere nella mia capacità di fidarmi e di aprirmi all’altro. Paolo è stato per me più di un amico, un fratello caro con il quale ho condiviso la gioia e la bellezza della missione, ma anche le fatiche e i fallimenti della predicazione. Non è stato facile riuscire a fidarmi degli altri, ma la compagnia di Paolo mi ha permesso di comprendere che l’annuncio del Vangelo passa dalla fraternità, solo così si possono creare quei legami di vita buona che hanno il profumo e il gusto dell’Eucaristia.
Hai lavorato molto per portare ai pagani l’annuncio della fede: quali strumenti ci suggerisci di utilizzare per favorire la Nuova Evangelizzazione?
Ricordo ancora il giorno in cui Paolo mi chiese di accompagnarlo per annunciare ai pagani il Vangelo. Il mio cuore si riempì di gioia perché avevo sempre desiderato portare a tutti quel Vangelo che aveva dato senso e significato alla mia vita cambiandola per sempre. Ritengo che ieri come oggi sia necessario incarnare l’annuncio nella vita concreta della gente attraverso l’inculturazione della fede, cercando di abitare i luoghi, le domande e le inquietudini degli uomini e delle donne di ogni tempo.
In base alla tua esperienza, credi che i contrasti, le divergenze e le differenze possano indebolire la comunione o siano uno stimolo per farla crescere?
Alla luce della mia esperienza posso dire che i contrasti, le divergenze e le differenze appartengono alla vita di ogni persona e a tutte le relazioni interpersonali. Anch’io con Paolo non siamo andati sempre di comune accordo, ma ho scoperto che la diversità non può mai essere un ostacolo alla comunione ed alla fraternità. Si può essere uniti nonostante la diversità che ci caratterizza e contraddistingue. La comunione è come un coro polifonico: più voci, tutte diverse, che insieme creano una sola armonia.
Oggi, nella cultura del provvisorio, la tua nota esortazione alla perseveranza quanto può insegnare ai nostri giovani? Qual è stata la tua forza?
La missione riserva tante esperienze che lasciano il segno sia in positivo che in negativo. Non è facile far fronte ai fallimenti quando si presentano nella propria vita. Proprio da queste esperienze ho imparato l’arte della perseveranza: quella costanza e fermezza nel perseguire l’obiettivo. Proprio questo mi ha permesso di non demordere nonostante e malgrado tutto. Ho sempre puntato lo sguardo sulla meta, proprio questo mi ha consentito di rialzarmi, rimettermi in cammino, spiegare le vele e ripartire per un nuovo viaggio.
Segni Iconografici distintivi
È ritratto in abito da pastore mentre impugna il bastone del pellegrino e con l’altra mano sorregge un ramo di palma o il Vangelo di Matteo, a simboleggiare la sua attività di missionario e predicatore.
Tradizione gastronomica legata al culto
La “pasta alla san Barnaba” è un primo piatto ricco e gustoso che si prepara in poche e semplici mosse per onorare il santo che vendette il proprio campo e ne consegnò l’importo ai piedi degli apostoli per sostenere la comunità. È un piatto di pasta condito con un sugo di pomodoro e guanciale arricchito da formaggio cremoso, aglio, parmigiano e basilico fresco. La preparazione è molto semplice, ci sono tantissime varianti di questa ricetta, ad esempio chi utilizza la pancetta o la salsiccia al posto del guanciale, e chi aggiunge al condimento olive e verdure di stagione.
Curiosità
«Se piove per san Barnaba, l’uva bianca se ne va; se piove mattina e sera, se ne va la bianca e la nera». È un proverbio popolare a sfondo laico e religioso nello stesso tempo, in quanto si occupa delle abitudini indotte dalle caratteristiche meteo del mese di giugno e delle esigenze dell’agricoltura, ma anche di ricordare la festività del santo.
Preghiere a San Barnaba
O glorioso San Barnaba,
che per la vostra particolare bontà di cuore,
soavità di discorso, affabilità di tratto,
unite ad una ammirabile eleganza di forme e maestà di presenza,
meritaste di essere fra i discepoli di Gesù Cristo
scelti per lavorare con lui all’evangelizzazione dei popoli;
Voi che foste denominato dagli Apostoli “figlio della consolazione” e aggregato al loro collegio,
perché una voce misteriosa comandò loro di segregarvi dalla moltitudine dei credenti;
Voi che foste destinato insieme a Saulo alla conversione dei Gentili,
e foste poi dai Gentili medesimi così stimato da essere scambiato per Giove, il primo dei loro dei;
Ottenete a noi tutti la grazia di fare sempre nostra delizia
la preghiera verso Dio e la dolcezza verso il prossimo,
onde non valerci mai dei nostri doni personali che per attendere
con più impegno alla santificazione della nostra anima.
Amen.
(di Autore Anonimo)
O Padre,
che hai scelto San Barnaba,
pieno di fede e di Spirito Santo,
per convertire i popoli pagani,
fa’ che sia sempre annunziato fedelmente,
con la parola e con le opere, il Vangelo di Cristo,
che egli testimoniò con coraggio apostolico.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Amen.
(di Autore Anonimo)
Fonti
- I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire, Luigi Luzi, Shalom Editrice.
- Il grande libro dei santi, dizionario enciclopedico diretto da C. Leonardi, A. Riccardi, G. Zarri, San Paolo Editore.
- I santi secondo il calendario, prefazione di Gianfranco Ravasi, edizioni Corriere della Sera.
- Martiri e santi del calendario romano, Enrico Pepe, Edizioni Città Nuova.
- I Santi nella Storia. Tremila testimoni del Vangelo, San Paolo Editore.