Vita del Santo
Studente brillante, giovane sportivo e fervente cattolico, Pier Giorgio Frassati nacque a Torino nel 1901, in una famiglia agiata e molto in vista. Suo padre Alfredo Frassati, giornalista e fondatore del quotidiano La Stampa, era un influente amico personale di Giovanni Giolitti; sua madre, Adelaide Ametis, era una pittrice di fama nazionale. Eppure, fin da giovane, Pier Giorgio mostrò un’indole diversa da quella aristocratica e autoritaria che si respirava in casa. Senza mai rinunciare al suo carattere allegro, gioviale e profondamente umano, dedicava il proprio tempo libero alle opere di carità, alle battaglie sociali e all’ascolto delle esigenze dei più poveri e dimenticati di Torino. Durante gli anni della giovinezza si iscrisse a numerose associazioni cattoliche: la Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli, l’Azione Cattolica, la FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana). Ovunque ci fosse bisogno, Pier Giorgio si rendeva disponibile per un servizio concreto, spesso silenzioso, sempre generoso. Non amava le mondanità: preferiva le camminate in montagna, l’alpinismo, le serate semplici con gli amici. Proprio durante un’arrampicata conobbe Laura, giovane di cui si innamorò ma a cui non dichiarò mai i suoi sentimenti, custodendoli nel segreto del cuore. Insieme ad alcuni amici fondò l’allegra e originale “Società dei Tipi Loschi”, una fraternità cristiana basata sull’amicizia autentica, l’aiuto reciproco nella vita spirituale e il servizio agli ultimi, sempre nel vincolo della preghiera e della fede. Un’esperienza che anticipa l’associazionismo laicale che avrebbe caratterizzato la Chiesa del Novecento. Colpito da una poliomielite fulminante, muore il 4 luglio 1925 all’età di soli 24 anni. Le sue ultime forze le usò per scrivere indicazioni su come aiutare i poveri che seguiva personalmente. È stato beatificato da San Giovanni Paolo II il 20 maggio 1990, che lo ha definito “l’uomo delle Beatitudini”. Il 23 novembre 2024, Papa Francesco ha riconosciuto un miracolo attribuito alla sua intercessione, aprendo la strada alla sua canonizzazione, attesa con gioia dalla Chiesa intera.
Agiografia
«Vivere, non vivacchiare»: un motto che ha accompagnato tutta la vita di Pier Giorgio Frassati, ricordato anche da papa Francesco nel 2015, durante l’incontro con i giovani a Torino. Quello di Frassati è un esempio che ha ispirato non solo l’associazionismo giovanile, ma anche un modo autentico di assaporare e respirare la vita a pieni polmoni: non solo attraverso l’amore per la natura, ma soprattutto mettendo la propria esistenza a servizio del prossimo. Un esempio fulgido, il suo, che fin dall’adolescenza si manifestò nell’aiuto e nella partecipazione sincera alle sofferenze dei soldati impegnati nella Prima guerra mondiale. Da allora, la sua vita fu un continuo susseguirsi di opere di misericordia e di vicinanza ai sofferenti, ai fragili, ai bisognosi: un impegno costante che gli valse l’appellativo di “apostolo dei poveri”. Fede, preghiera, montagna, ma anche quell’allegria spontanea e contagiosa, tipica di un giovane atletico e pieno di vita, desideroso di condividere momenti di gioia e di amicizia. Un sacerdote amico scrisse così, rievocando una scena abituale: «Com’era bello vederlo entrare con i suoi compagni, nelle prime ore della domenica, in chiesa: scarpe ferrate, bastoncini da sci o piccozza in mano, sacco in spalla. Si dirigeva con passo rumoroso verso la sacrestia, deponeva il bagaglio e serviva all’altare con mirabile compostezza e pietà vivissima». Papa Francesco ha più volte indicato questo luminoso esempio di gioia evangelica, una gioia che nasce dall’amore per l’altro. Nella sua esortazione apostolica Christus vivit lo ha descritto così: «Era un giovane di una gioia trascinante, una gioia che superava anche tante difficoltà della sua vita. Diceva di voler ripagare l’amore di Gesù che riceveva nella Comunione visitando e aiutando i poveri».
Intervista impossibile di Monsignor Claudio Giuliodori al Santo
Che cosa suggeriresti a un giovane cristiano per vivere la fede nella società contemporanea senza vergognarsene, sentirsi ridicolo, senza sentirsi un pesce fuor d’acqua?
Lo inviterei ad essere sé stesso e a guardarsi dentro per scoprire i tanti doni che ha ricevuto dal Signore. Più prendiamo coscienza dei doni ricevuti, più sentiamo che non possiamo tenerli per noi stessi. Ci sono stati dati per essere condivisi con gli altri, per essere “spesi” a servizio di tutti e, in particolare, dei più poveri. I poveri sono i nostri migliori amici. La gioia che possiamo sperimentare nel donarci agli altri è davvero grande e non c’è altra via per essere felici. A volte dobbiamo anche prendere posizione e sporcarci le mani, ma se le cause sono giuste non bisogna avere paura.
Cosa diresti a chi si impegna nel sociale, ma non ha una motivazione spirituale?
Quando si vivono esperienze di condivisione e di servizio accade sempre qualcosa di importante e di bello che allarga il nostro cuore e ci fa sperimentare la bellezza della solidarietà e dell’amore fraterno. Anche se non ne siamo consapevoli, dove si vive la carità Dio opera sempre e si fa presente, come dice Gesù nel Vangelo: «Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli» (Mt 7,21).
Tu amavi il silenzio e la contemplazione, ma anche la compagnia e le sincere amicizie, quale equilibrio possiamo trovare tra interiorità e azione?
Scoprire il disegno di Dio sulla propria vita e mettersi alla sequela di Gesù è un’avventura meravigliosa che ti riempie il cuore di gioia. Non c’è contrapposizione tra il raccoglimento, il silenzio, la preghiera e il far festa, il godere del creato, l’inventarsi delle sane forme di goliardia, come quella dei “tipi loschi” perché quanto più contempli l’amore di Dio e porti nel cuore Gesù tanto più la gioia di vivere, di ringraziare e di far festa si manifesta in modo spontaneo come un’esigenza semplice e naturale.
“Verso l’alto” era il tuo motto, cosa significa oggi “andare verso l’alto” in un mondo che guarda più ai risultati immediati, meglio se rapidi, anche se superficiali?
La montagna è stata la mia palestra verso il Cielo. Salire verso le vette e vivere momenti di spensieratezza con gli amici immersi in scenari meravigliosi, hanno plasmato la mia anima molto più e ancor prima dell’esercizio fisico. «Verso l’alto» è stato il motto della mia vita e ogni giorno ho cercato di viverlo come se fosse un passo verso la santità a cui il Signore mi chiamava. Sono così salito con umiltà e pazienza, passo dopo passo, sui sentieri ardui, ma affascinanti, della verità, della carità e della speranza che non delude.
Segni Iconografici distintivi
È ritratto solitamente in abiti semplici, spesso con zaino in spalla, scarponi da montagna, bastone da escursione o piccozza, simboli della sua passione per l’alpinismo. Talvolta viene raffigurato in giacca e cravatta, come usava nella vita quotidiana o universitaria, sempre con un’aria composta e sorridente, riflesso della sua interiorità profonda e del suo spirito gioioso.
Tradizione gastronomica legata al culto
Il “menù Frassati”, semplice e sobrio, nasce dall’idea di rendere omaggio allo stile di vita essenziale ma profondamente gioioso di Pier Giorgio Frassati. Alcuni ristoranti delle località di montagna da lui particolarmente amate – tra cui quelle delle valli piemontesi e alpine – propongono questo menù come esperienza gustativa e spirituale, ispirata ai valori del santo: la sobrietà, la convivialità e il legame con la terra. Il menù include piatti energetici, umili e tradizionali, pensati per chi ama la montagna e vuole nutrirsi in modo sano e autentico, in sintonia con lo spirito di Pier Giorgio. Tra le pietanze proposte si possono trovare: zuppe rustiche a base di legumi e cereali, come la zuppa d’orzo o di fagioli con crostini di pane di montagna; polenta concia, servita con formaggi locali fusi e talvolta accompagnata da funghi o verdure; uova sode e pane nero, che Frassati spesso portava con sé nelle escursioni in montagna; formaggi d’alpeggio e salumi artigianali, serviti in taglieri semplici; torte di mele o crostate con marmellate di piccoli frutti, come dolce conclusione, spesso accompagnate da infusi alle erbe alpine. Il “menù Frassati” non è solo una proposta gastronomica, ma un invito a riscoprire il valore della sobrietà, della fraternità e della bellezza delle cose semplici, in sintonia con il creato e con il prossimo. È un modo concreto per unire cibo, cultura e spiritualità, nel segno di un giovane che ha saputo fare della sua vita un dono.
Curiosità
In virtù della sua grande passione per l’alpinismo e per la montagna, il Club Alpino Italiano, dopo la sua beatificazione, ha voluto rendere omaggio a Pier Giorgio Frassati istituendo una rete di sentieri escursionistici a lui intitolata: i “Sentieri Frassati”, oggi presenti in tutte le regioni d’Italia. Questi percorsi non sono semplici itinerari naturalistici: sono pensati come cammini spirituali, che uniscono la bellezza del paesaggio montano all’invito alla riflessione, alla preghiera e all’impegno cristiano, nello stile di Pier Giorgio. Ogni sentiero è stato individuato in zone di particolare interesse ambientale, storico o religioso, ed è spesso collegato a santuari, eremi, croci di vetta o luoghi di silenzio e contemplazione. Il primo “Sentiero Frassati” è stato inaugurato nel 1996 in Campania, a Sala Consilina (Salerno). Da allora, ogni regione ha individuato un percorso che richiama i valori incarnati da Frassati: l’amore per il creato, la sobrietà, la fraternità, la fede vissuta nella vita quotidiana. Tra i più noti si possono citare: il “Sentiero Frassati” del Piemonte, a Traves (Torino), lungo l’itinerario compiuto da Pier Giorgio nella sua ultima escursione, un mese prima della morte; il “Sentiero Frassati” delle Marche. che tra Cagli e Fonte Avellana (Pesaro e Urbino) percorre uno dei territori montani più suggestivi della regione ed è meta anche di un annuale pellegrinaggio notturno a ridosso della festività liturgica; il “Sentiero Frassati” della Toscana, che tocca il Santuario della Verna, caro a San Francesco, in un ambiente di profonda pace e raccoglimento; ma già visitando il sito ufficiale www.sentierifrassati.org ci si potrà rendere conto della particolare attrattiva che ciascuno dei 22 itinerari possiede. Camminare lungo un “Sentiero Frassati” è un’occasione per mettere i piedi sulla terra e lo sguardo verso il cielo, proprio come faceva Pier Giorgio, per il quale la montagna era non solo sport e passione, ma anche luogo privilegiato d’incontro con Dio. Ogni sentiero, ben segnalato e curato in collaborazione con sezioni locali del CAI, può essere affrontato sia da escursionisti esperti sia da famiglie o gruppi parrocchiali, offrendo un’esperienza di immersione nella natura che educa all’essenziale e apre al Vangelo.
Preghiere a San Pier Giorgio Frassati
O glorioso San Pier Giorgio Frassati,
tu che hai amato profondamente la Chiesa del tuo tempo,
traendone nutrimento per la tua fede e la tua vita,
intercedi per noi presso il Signore.
Ottienici la grazia di amare sempre più la Chiesa,
di accoglierne i tesori con gratitudine,
la Parola di Dio, i Sacramenti, la comunione dei santi
e di non scandalizzarci delle sue fragilità,
ma di abbracciarle con cuore filiale.
Tu che hai cercato la santità nella vita quotidiana,
aiutaci a desiderare con forza la stessa meta,
e ad impegnarci con generosità nel cammino spirituale.
Fa’ che anche sul nostro volto
risplenda la bellezza della Chiesa,
come risplendeva sul tuo,
testimoniando al mondo la gioia del Vangelo.
San Pier Giorgio Frassati, prega per noi!
Amen.
(di Autore Anonimo)
A te, o Padre,
innalziamo la nostra preghiera:
donaci il coraggio di volare in alto,
di fuggire la tentazione della mediocrità e della banalità.
Rendici capaci, come San Pier Giorgio Frassati,
di aspirare alle cose più grandi con la sua tenacia e la sua costanza
e di accogliere con gioia il tuo invito alla santità.
Liberaci dalla paura di non riuscirci o dalla falsa modestia di non esservi chiamati.
Concedici la grazia,
che Ti domandiamo per l’intercessione di San Pier Giorgio Frassati
e la forza per proseguire con fedeltà sulla via che conduce “verso l’alto”.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
(di Autore Anonimo)
Fonti
- I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire, Luigi Luzi, Shalom Editrice.
- Il grande libro dei santi, dizionario enciclopedico diretto da C. Leonardi, A. Riccardi, G. Zarri, San Paolo Editore.
- I santi secondo il calendario, prefazione di Gianfranco Ravasi, edizioni Corriere della Sera.
- Martiri e santi del calendario romano, Enrico Pepe, Edizioni Città Nuova.
- I Santi nella Storia. Tremila testimoni del Vangelo, San Paolo Editore.