9 Giugno
Vescovo, che, inglese d’origine e celebre per la sua virtù, accolse con onore le reliquie dei santi Erasmo e Ponziano.
Riccardo
XII Secolo
XII Secolo
23 Aprile 1438
9 Giugno
Vescovo, che, inglese d’origine e celebre per la sua virtù, accolse con onore le reliquie dei santi Erasmo e Ponziano.
Riccardo
XII Secolo
XII Secolo
23 Aprile 1438
Abitanti di Andria, andriesi.
Si hanno poche fonti sulla vita di Riccardo, vescovo di Andria, che pare fosse di origine inglese. Nato nel IX secolo, probabilmente intorno al 860, in una famiglia nobile, Riccardo ricevette un’educazione adeguata alle sue origini, che gli permise di sviluppare una profonda cultura e una solida fede cristiana. Le poche fonti narrano che la vita di Riccardo cambiò radicalmente quando decise di dedicarsi a Dio. Nonostante le origini nobili, abbandonò la vita agiata per dedicarsi alla comunità, esercitando un ruolo attivo nel panorama ecclesiastico dell’epoca. Dopo aver approfondito la sua formazione religiosa, Riccardo fu nominato vescovo di Andria, nell’attuale Puglia. Sul suo episcopato si hanno notizie scarne e poco documentate: le poche certe provengono da un’epistola di Alessandro III. Egli resse la diocesi di Andria almeno per un quarantennio e, durante la sua lunga permanenza sulla cattedra episcopale, operò instancabilmente per risanare i costumi di un clero che si era, sotto tanti aspetti, sclerotizzato, oltre che moralmente traviato, per la diffusa e radicata pratica della simonia e del nicolaismo: mali, questi, ripetutamente e duramente condannati nei Concili Lateranensi del 1139 e del 1179. La sua attività apostolica rifulse particolarmente nel “ricristianizzare” il popolo andriese alla luce delle virtù evangeliche, che egli faceva rivivere in sé mentre le esaltava nella sua predicazione. Dopo essere stato ordinato vescovo, sostò ad Andria mentre era diretto per la Terra Santa, dove iniziò la sua opera di cristianizzazione, salvandola dalla peste ed operando numerosi miracoli. Presto il clero ed il popolo lo proclamarono santo e dopo la sua morte non avrebbero tardato a canonizzarlo, se nel Concilio Lateranense del 1215 la Santa Sede non avesse avocato a sé le canonizzazioni, nonché il permesso di venerare le reliquie dei santi.
La figura del vescovo Riccardo di Andria è venerata con grande fervore in diverse località italiane. La sua festa è l’occasione per riflettere sui valori della carità e del servizio che ha incarnato durante tutta la sua vita. Riccardo è diventato un simbolo di speranza ed un esempio da seguire per tutti coloro che desiderano impegnarsi nel bene comune attraverso l’amore cristiano. Un aspetto importante della vita di Riccardo è rappresentato dalle sue opere miracolose attribuitegli dopo la morte: queste testimonianze sono state raccolte nei secoli successivi e contribuiscono all’aura di santità che lo circonda. Il culto nei suoi confronti si diffuse rapidamente nella regione pugliese e oltre. Il clero ed i fedeli iniziarono subito a venerarlo come santo. A distanza di ben più di due secoli, la fama della santità del vescovo Riccardo e la venerazione dei suoi resti mortali erano ancora così vive nel clero e nel popolo di Andria, che il “pio” duca Francesco II Del Balzo e il vescovo Dondei poterono ottenere che la Santa Sede, sotto il pontificato di Eugenio IV, nel 1438 elevasse agli onori degli altari il primo vescovo di Andria e lo riconoscesse ufficialmente come il patrono della città. Infine, per disposizione di Urbano VII, fu iscritto nel Martirologio Romano. Le reliquie del santo sono conservate in un sarcofago in marmo, realizzato nel 1836 ed ubicato nella cappella della Cattedrale di Andria. Riccardo continua ad essere un esempio per molti fedeli: con la rinuncia a una vita agiata e a tanti privilegi, è diventato un esempio di fede e sacrificio. La sua santità è stata riconosciuta anche grazie alle molteplici testimonianze di grazie ricevute per la sua intercessione.
Hai conosciuto il duro lavoro in famiglia e la precarietà economica da vescovo: cosa hai imparato dal sacrificio e dalla necessità? Quanto credi possano avvicinare al popolo di Dio sofferente?
Il periodo storico in cui sono vissuto è stato caratterizzato da disordini politici e morali. Questo clima poteva distogliermi da valori spirituali e rettitudine se non mi fossi formato alla scuola di san Benedetto. Ho ripudiato la ricchezza, ho accettato il lavoro come mezzo di vita, mi sono rifugiato nella comunione con Dio. Quando papa Adriano VI mi ha inviato in Andria come vescovo, mi sono adoperato al risanamento dei costumi del clero e all’educazione cristiana del popolo a me affidato, esercitando soprattutto la carità evangelica verso i poveri e gli ammalati.
Ti sei battuto per la riforma del clero: quali sono, secondo te, gli aspetti da rafforzare o da trasformare per custodire la santità del ministero nel nostro tempo?
Mi sono dedicato prima e prevalentemente alla formazione del clero alterato dalla corrosione della simonia e dal disfacimento morale. L’aspetto da rafforzare oggi per custodire la santità del ministero è innanzitutto una profonda fede. Un intimo legame con Dio che parte dall’ascolto e dall’accoglienza della sua Parola. La preghiera, l’umiltà ed infine la carità verso il prossimo, un’attenzione particolare verso coloro che il Signore ci pone accanto operando sempre la compassione di Gesù.
Pensi che curare la dignità del culto possa influire sul rinnovamento spirituale della Chiesa? Se sì, perché?
La dignità del culto alimenta la crescita spirituale che favorisce a testimoniare nella vita ciò che si celebra nei divini misteri.
Uomo di grande umanità e profonda cultura: quale pensi sia il segreto per una sana e integrale formazione dei futuri sacerdoti?
Anzitutto non legarsi alla mentalità mondana. Durante la mia lunga permanenza in diocesi, circa un quarantennio, mi sono adoperato presso i sacerdoti per combattere la secolarizzazione, il capovolgimento della morale, la radicata pratica della simonia e del nicolaismo. Manifestazioni che rischiano ancora oggi di influire negativamente sul profilo e sulla formazione del sacerdote.
È ritratto, spesso seduto in cattedra, con le insegne episcopali (croce, anello, mitria e pastorale).
Il “mezzo pezzo” è un gelato alla nocciola e al cioccolato fondente, panna, granella di nocciole tostate, pepite di cioccolato fondente e pan di spagna imbevuto nel liquore rosso. Viene preparato in occasione della festa patronale di Andria in onore del santo. Si consuma stando seduti ai tavolini della piazza principale della città mentre dalla cassa armonica le bande intonano la musica delle più celebri romanze del melodramma italiano. Un accostamento unico, un piacere sublime!
Le reliquie ritrovate del vescovo Riccardo di Andria sono testa e cuore e sono conservate in un liquido oleoso. Si narra che insieme ad esse ci siano anche i sandali del santo.
O glorioso San Riccardo,
tu che hai vissuto la tua vita con ardente fede e dedizione al servizio del Signore,
ti rivolgiamo il nostro cuore in questo momento di preghiera.
Sei stato un luminoso esempio per la comunità cristiana,
guidando con saggezza e carità i tuoi fedeli.
Ti chiediamo di intercedere per noi presso Dio,
affinché possiamo seguire il tuo esempio di umiltà e amore.
Rendici forti nella fede e nella perseveranza,
aiutaci a superare le difficoltà quotidiane
e a rimanere saldi nei nostri principi.
O San Riccardo, proteggi le nostre famiglie,
illumina i nostri cammini e donaci la pace.
Fa’ che possiamo vivere in armonia gli uni con gli altri
ed essere testimoni gioiosi del Vangelo.
Con fiducia ci rivolgiamo a te, o santo vescovo,
e ti chiediamo di accompagnarci nel nostro cammino di fede,
affinché un giorno possiamo unirci a te nella gloria eterna.
Amen.
O glorioso San Riccardo,
illumina il nostro cammino con la tua fede e la tua saggezza.
Intercedi per noi presso il Signore,
affinché possiamo seguire l’esempio
della tua vita dedicata al servizio e alla carità.
Insegnaci a vivere nell’umiltà e nell’amore verso Dio e verso il prossimo.
Fortifica la nostra fede di fronte alle difficoltà e alle tentazioni della vita.
Sii guida per i nostri pastori e per tutti coloro che cercano la verità nel Vangelo.
Fa’ che possiamo essere testimoni autentici dell’amore di Cristo nel mondo.
Ti chiediamo, caro San Riccardo, di vegliare su di noi e sulle nostre famiglie,
e di aiutarci a crescere nella conoscenza e nel rispetto della Parola di Dio.
Amen.
Fonti
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