Vita della Santa
Cecilia fu una giovane cristiana appartenente alla nobile famiglia dei Cecili, che nel corso degli anni diede grande aiuto ai cristiani durante le persecuzioni, grazie alle possibilità offerte dal loro ceto agiato. Sebbene la sua storia sia per lo più intrisa di leggenda e di tradizione orale, sembra che la ragazza fosse profondamente religiosa, tanto da partecipare ogni giorno alla Santa Messa celebrata da Papa Urbano I nelle catacombe romane di San Callisto. L’aspetto più saliente della sua figura fu probabilmente il suo donare la verginità alla comunità cristiana, come testimonianza visibile della presenza di Dio tra gli uomini. Tuttavia, la sua bellezza attirò l’interesse del giovane Valeriano, che desiderava averla in sposa. Le nozze tra le nobili famiglie dei due giovani stavano per celebrarsi, quando Cecilia informò il promesso marito del suo voto e lo convinse a rispettarlo. Il suo voto, infatti, sarebbe stato sempre protetto da un angelo che non avrebbe mai smesso di vegliare su di lei. Dopo essersi confessato, Valeriano, tornando dalla sposa, ebbe la visione di un angelo accanto a Cecilia, che le porgeva dei fiori. Questo episodio lo trasformò in un fervente cristiano, pronto a sostenere in ogni modo i cristiani perseguitati, gli imprigionati e i condannati a morte. La sua fede, però, costò la vita a lui e al fratello Tiburzio, che furono uccisi per ordine del prefetto Turcio Almachio. Neanche Cecilia fu risparmiata dalle terribili torture del martirio. Secondo la leggenda, fu condannata a essere immersa nell’acqua bollente, ma non morì, e nemmeno il boia riuscì a reciderle la testa. Chiese di incontrare Papa Urbano I prima di morire e, nell’attesa, continuò instancabilmente a professare la sua fede. Inizialmente fu sepolta nelle catacombe di San Callisto; nel 821 le sue reliquie furono traslate nella Basilica romana di Trastevere, eretta in suo onore già nel V secolo.
Agiografia
«La Vergine Cecilia portava sempre nel cuore l’Evangelo di Cristo e giorno e notte parlava con Dio». Cristiana fin dai suoi primi giorni, poi vergine e martire, Cecilia è una delle sante più amate e celebrate della Chiesa. Il suo culto, sia nella devozione popolare sia nell’immaginario collettivo più elevato, è sempre legato alla musica e ai cantori. Oltre alla sua importanza religiosa, Cecilia ha avuto un grande impatto culturale nella musica classica e popolare, ispirando composizioni musicali e opere dedicate alla sua figura. Numerose sono le versioni che attribuiscono a Cecilia questo ruolo, che emerge chiaramente anche nella sua iconografia. Sempre raffigurata con strumenti musicali, si narra che durante il matrimonio con il nobile Valeriano, mentre gli invitati cantavano e suonavano festosamente, Cecilia, nell’intimità del suo cuore, intonasse inni al Signore chiedendo di conservare la propria verginità. Si racconta inoltre che fu consacrata come patrona della musica interpretando letteralmente un’antifona liturgica: «Al canto dell’organo Cecilia, rivolta al Signore, pregava: sia reso il mio cuore immacolato perché non resti confusa». Da allora, fu scelta come patrona della musica e protettrice dei musicisti. Il suo culto ispirò anche un movimento di riforma della musica sacra all’interno della Chiesa cattolica alla fine dell’Ottocento, noto come “Movimento Ceciliano”. A Roma, in suo onore, è stata fondata l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, una delle più antiche e prestigiose istituzioni musicali del mondo. Ogni 22 novembre, formazioni musicali e cori, grandi o piccoli, celebrano la loro protettrice. Innumerevoli ensemble portano il nome della santa, e la sua festa viene spesso accompagnata da concerti e momenti musicali in chiese e comunità di tutto il mondo.
Intervista impossibile di Dom Antonio Luca Fallica alla Santa
Com’è possibile unire, oggi, bellezza, arte e fede in un linguaggio artistico capace di portare il Vangelo nel mondo della musica?
Non è necessaria un’operazione estrinseca, che muova dall’esterno. Occorre piuttosto scoprire come la fede, in sé stessa, abbia una bellezza capace di esprimersi in linguaggi molteplici, inclusi quelli della musica e delle altre arti. Più che di unire, si tratta di vigilare per non separare ciò che è già unito. Sono una martire e la mia vicenda testimonia che la fede autentica afferra e trasforma l’intera vita e tutto ciò che le appartiene, anche la sete di bellezza e il desiderio di celebrarla con tutti i linguaggi dell’arte.
Si dice che «chi canta prega due volte» e tu ne sei un esempio. In che modo la musica, nei contesti pastorali, può diventare via di preghiera, mezzo di unione con Dio e strumento di comunione tra i fratelli?
La musica e il canto dilatano la preghiera. Il Salmo 46 invita a «cantare inni con arte». Se la preghiera è bella, curata, attraente, diventa una via di evangelizzazione, che attrae a Gesù e alla comunità dei suoi discepoli. Inoltre, ogni profonda storia d’amore ha le sue musiche e le sue canzoni. Perché il nostro amore per Dio dovrebbe essere diverso? La valenza pastorale della musica ha anche questo senso: testimonia la verità del nostro amore per Dio e la comunione di chi canta a Lui con una sola voce.
Come vivere la castità e la purezza in un mondo che fatica a riconoscere la sacralità del corpo e il valore del pudore? Quali passi suggeriresti ai giovani?
I giovani, ma non solo loro, devono passare da una visione negativa della castità e del pudore, per scoprire il loro valore positivo. Associamo la castità soltanto a delle proibizioni, a ciò che non si deve fare. Va invece riscoperta come luogo di rispetto, di sé stessi e degli altri. Essa custodisce il desiderio di vivere relazioni oblative e non possessive, accoglienti e non superficiali. Inoltre, gli aspetti più belli della vita vanno custoditi in un segreto che solo a poco a poco si rivela, e non a tutti.
Quale “melodia” di preghiera personale possiamo “cantare” per elevare l’anima e avvicinarci sempre più a Dio?
Un proverbio tedesco afferma che «il diavolo ha mille risorse, ma non sa cantare». Invece, nel riposo del sabato Adamo e tutte le creature cantano a Dio. Sarebbe importante che ciascuno, nel segreto della propria interiorità, componesse una preghiera e provasse a cantilenarla. Non importa se si conosce o no la musica, se si sa cantare più o meno bene. L’importante è conoscere il proprio cuore e farne dimora di Dio. Se il cuore è così, da esso sgorgherà una melodia per rallegrare il cuore stesso di Dio.
Segni Iconografici distintivi
È ritratta con abiti eleganti e riccamente decorati, spesso arricchiti da dettagli che sottolineano la sua santità e il legame con la musica. Viene rappresentata con strumenti musicali come l’organo, il liuto o gli spartiti, simboli della sua devozione artistica. Tra gli altri attributi ricorrenti ci sono il giglio, emblema di purezza, le dita che formano il numero tre in riferimento alla Trinità, la palma del martirio e talvolta delle rose che richiamano la bellezza dell’anima e la purezza del suo cuore.
Tradizione gastronomica legata al culto
Le “pettole pugliesi di Santa Cecilia” sono un piatto tipico dedicato alla santa della musica. Si tratta di palline di pasta lievitata fritte, che possono essere dolci o salate. La tradizione delle “pettole” nasce da un’antica leggenda tramandata oralmente: si racconta che, nel giorno di Santa Cecilia, una donna stesse preparando l’impasto per il pane. Ma, attratta dall’inebriante musica degli zampognari, si allontanò da casa. Al suo ritorno, si accorse che l’impasto era diventato troppo morbido e aveva lievitato più del previsto. Decise allora di formare delle palline e friggerle nell’olio bollente, dando origine a quelle che oggi sono conosciute come le “pettole di Santa Cecilia”.
Curiosità
La Basilica di Santa Cecilia a Trastevere, nel popolare quartiere di Roma, è stata probabilmente costruita nel luogo dove sorgeva la sua casa e dove la santa subì il martirio. La tradizione vuole che proprio in questa casa Cecilia abbia vissuto gli ultimi momenti della sua vita, continuando a professare la fede cristiana con coraggio e devozione. La Basilica custodisce le sue reliquie, traslate nel IX secolo, e conserva opere d’arte straordinarie che celebrano la sua figura, rendendola non solo un luogo di culto, ma anche un importante centro culturale e storico. Ancora oggi, la Basilica è meta di pellegrinaggi e visite, e permette di entrare in contatto con la storia e la devozione a una delle sante più amate della Chiesa, patrona della musica e dei musicisti.
Preghiere a Santa Cecilia
Santa Cecilia, giovane coraggiosa e fedele,
che hai donato la tua vita e la tua verginità al Signore,
intercedi per noi e per la nostra famiglia.
Aiutaci a seguire con gioia la volontà di Dio,
come tu hai saputo fare,
proteggendo la nostra fede anche davanti alle difficoltà.
Sostieni il nostro cammino nella preghiera e nell’amore reciproco,
insegnaci a rispettare gli impegni e a vivere con coerenza i valori cristiani.
Patrona della musica e del canto,
fa’ che nelle nostre case non manchi mai l’armonia del cuore,
la lode a Dio e la gioia condivisa.
Santa Cecilia, con la tua intercessione,
fa’ che anche noi possiamo testimoniare la fede con coraggio,
sostenendo chi è nel bisogno e lodando Dio ogni giorno della nostra vita.
Amen.
(di Autore Anonimo)
O Santa Cecilia,
che hai cantato con la tua vita e il tuo martirio le lodi del Signore,
venerata nella Chiesa come patrona della musica e del canto,
aiutaci a testimoniare,
con la nostra voce e con la voce dei nostri strumenti,
la gioia del cuore che nasce dal compiere sempre la volontà di Dio
e dal vivere con coerenza il nostro ideale cristiano.
Sostienici nell’animare degnamente la santa liturgia,
fonte della vita della Chiesa,
consapevoli dell’importanza del nostro servizio.
Ti affidiamo le fatiche e le gioie del nostro impegno,
affinché tu le offra a Maria Santissima
come canto armonioso d’amore per Suo Figlio Gesù.
Amen.
(di Autore Anonimo)
Fonti
- I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire, Luigi Luzi, Shalom Editrice.
- Il grande libro dei santi, dizionario enciclopedico diretto da C. Leonardi, A. Riccardi, G. Zarri, San Paolo Editore.
- I santi secondo il calendario, prefazione di Gianfranco Ravasi, edizioni Corriere della Sera.
- Martiri e santi del calendario romano, Enrico Pepe, Edizioni Città Nuova.
- I Santi nella Storia. Tremila testimoni del Vangelo, San Paolo Editore.