Vita della Santa
Figlia di Edoardo, re d’Inghilterra in esilio per sfuggire all’usurpatore Canuto, Margherita nacque in Ungheria. Quando Edoardo tornò in patria, fu costretto dopo qualche anno a fuggire nuovamente, questa volta in Scozia, dove il re Malcolm III, soprannominato “il Sanguinario” per le sue precedenti e violente vicende, accolse benevolmente la famiglia reale esiliata. Colpito dalla virtù e dalla nobiltà della giovane principessa, chiese in sposa Margherita, che sposò a ventiquattro anni. «Malcolm scelse una sposa della stirpe più nobile, una sposa ancora più nobile per saggezza e religiosità. Ella influì favorevolmente sul re, che abbandonò le sue abitudini selvagge e trasformò tutto ciò che le stava intorno. Davanti a lei non erano permessi discorsi malvagi», scrisse il suo biografo. Con il suo animo paziente e caritatevole, Margherita addolcì il carattere del marito, mutandolo da uomo rude e sanguinario in sovrano mite e comprensivo. La coppia visse un matrimonio sereno e lieto, da cui nacquero otto figli, sei maschi e due femmine. Divenuta regina, Margherita di Scozia rese la corte reale un luogo ordinato, dignitoso e austero. Si impegnò per migliorare le condizioni dei lavoratori, promuovendo costumi saggi e uno stile di vita fondato sulla giustizia e sulla fede. Il Messale Romano la ricorda come «modello di madre e di regina per bontà e saggezza». Donna istruita e profondamente religiosa, fu un’instancabile pacificatrice e benefattrice, tanto da non esitare a vendere i propri gioielli per soccorrere i poveri. Li assisteva personalmente e coinvolse anche il marito nelle opere di carità. Abolì la schiavitù, migliorò le condizioni di vita del popolo e rimase, per la Scozia, un simbolo di rettitudine, giustizia e amore cristiano. Già gravemente malata, ricevette la notizia dell’uccisione del marito e del figlio maggiore nella battaglia di Alnwick contro Guglielmo il Rosso. «Dio onnipotente, ti ringrazio di avermi inviato una così grande afflizione negli ultimi istanti della mia vita. Spero che, con la tua misericordia, servirà a purificarmi dai miei peccati», furono le sue ultime parole. Morì a Edimburgo il 16 novembre 1093. Nel 1673 fu proclamata patrona della Scozia, venerata come esempio di regina saggia, madre amorevole e donna di fede incrollabile.
Agiografia
«Margherita possedeva lo spirito di compunzione in grado eminente. Quando mi parlava delle ineffabili dolcezze della vita eterna, le sue parole erano accompagnate da una grazia meravigliosa. Il suo fervore era così grande, da non poter trattenere le lacrime. Aveva una tenera devozione e, nel vederla, mi sentivo penetrato da una viva compunzione. Nessuno osservava più fedelmente di lei il silenzio in chiesa; nessuno mostrava uno spirito più attento alla preghiera». Così la descrisse il suo confessore, il monaco Teodorico Turgot, nella biografia Vita di Margherita. Margherita di Scozia fu non solo una figura di alto valore spirituale e culturale, ma anche una protagonista politica di grande rilievo, che continua a essere ricordata nella storia scozzese contemporanea. La sua esistenza riflette le complesse interazioni tra potere politico, fede religiosa e identità nazionale nel contesto del Medioevo europeo. Profondamente devota e sostenitrice della Chiesa cristiana, Margherita promosse riforme liturgiche e pratiche religiose che contribuirono a radicare la fede più profondamente nella cultura scozzese. Fondò ospedali e ostelli, si prese cura dei poveri e dei malati, e fu esempio di generosità e misericordia verso i più deboli. Come regina consorte, incoraggiò l’istruzione e la formazione dei giovani, favorendo la diffusione dell’alfabetizzazione e contribuendo alla crescita di una classe dirigente più consapevole e preparata. In un’epoca segnata da tensioni politiche e divisioni interne, Margherita divenne simbolo di unità nazionale e di equilibrio tra autorità e compassione. Madre affettuosa e donna carismatica, unì fermezza e dolcezza, intelligenza e fede, lasciando un’eredità morale e spirituale che supera i secoli e continua a ispirare anche oggi.
Intervista impossibile di Monsignor Lauro Tisi alla Santa
Regina e credente: come unire potere e fede, autorità e servizio?
Quando il Signore mi pose accanto al re Malcolm, capii che la corona non era un ornamento, ma un peso da portare con amore. Le mie giornate furono divise tra le stanze del governo e la sala dove accoglievo i poveri: amministrare un regno significava ascoltare il popolo, curare le sue ferite, difendere i più deboli. E farlo con assoluto senso di responsabilità. Solo così l’autorità non diventa dominio, ma custodia, riflesso di Colui che non venne per essere servito, ma per servire.
Come restare semplici e poveri nello spirito pur vivendo tra abbondanza e privilegi?
Vivevo in un castello, ma il mio cuore trovava davvero pace solo tra i bisognosi. Le mense che imbandivo erano preferibilmente per orfani e pellegrini, non certo per banchetti di lusso. Ho imparato che la povertà non consiste nel non avere, ma nel trattenere: ogni bene ricevuto diventa dono se condiviso. Così la ricchezza non mi possedeva, ma provava a trasformarsi in solidarietà e giustizia.
Come possono, oggi, i genitori educare alla fede non solo con le parole, ma con l’esempio e gesti concreti di coerenza?
Il Signore mi affidò molti figli, ed essi impararono più dalle mie ginocchia piegate in preghiera che dalle mie parole. Non bastano i discorsi: i piccoli guardano se il padre e la madre sanno perdonarsi e voltare pagina nel diario familiare, se trovano tempo per chi è solo, se la loro casa è sobria e accogliente. Io stessa ho desiderato che i miei figli vedessero nel nostro palazzo non un luogo di potere, ma una scuola di Vangelo.
Hai conosciuto dolore, vedovanza, fatica di madre: come la fede trasfigura la sofferenza?
La morte del mio sposo e di alcuni figli mi lasciò un cuore ferito. Non chiesi al Signore di togliermi il dolore, ma di poterlo abitare alla sua presenza, senza mai perdere di vista la bellezza straordinaria dell’umano vissuto in pienezza. La croce restò, ma non fu vana: nelle lacrime trovai una forza nuova per consolare chi soffriva più di me. La fede mi insegnò che la Pasqua fiorisce proprio là dove tutto sembra perduto.
Segni Iconografici distintivi
È ritratta in abiti regali, con i segni iconografici che richiamano sia la sua vita che il suo ruolo di sovrana. Porta la corona che le cinge la testa e indossa vesti sontuose, che ne evidenziano il rango. Spesso è raffigurata con una croce o un rosario, simboli che rappresentano non solo il suo status reale, ma anche la profonda devozione religiosa, la pietà e la misericordia che caratterizzarono tutta la sua esistenza.
Tradizione gastronomica legata al culto
Tradizione vuole che Margherita di Scozia, di origine ungherese, abbia favorito la diffusione di abitudini alimentari più raffinate nella Scozia medievale. La sua influenza si manifestò non solo nelle ricette, ma anche nelle modalità di consumo dei pasti: introdusse l’uso delle posate, contribuì a organizzare banchetti più ordinati e a distinguere le pietanze secondo criteri di gusto e presentazione. Si ritiene inoltre che abbia portato in Scozia nuovi ingredienti e tecniche culinarie provenienti dall’Europa centrale, promuovendo un’alimentazione più varia e nutriente. Grazie alla sua sensibilità e al suo gusto, la tavola reale divenne un luogo di educazione culturale e civile, dove cortesia, igiene e rispetto per il cibo accompagnavano la convivialità e la vita di corte. La sua influenza perdurò a lungo, contribuendo a trasformare la cucina scozzese medievale in un patrimonio più ricco e articolato.
Curiosità
La più antica chiesa dedicata alla santa è la Saint Margaret’s Chapel nel castello di Edimburgo, costruita nel 1124. Si racconta che Margherita di Scozia amasse ritirarsi lì in preghiera, anche nei momenti più impegnativi della vita di regina, trovando pace e raccoglimento. Spesso veniva sorpresa in ginocchio prima dell’alba, pregando per il popolo, per la famiglia e per la guida del marito re Malcolm III. La cappella simboleggia così la sua dedizione alla preghiera, unendo autorità regale e spirito di umiltà e servizio.
Preghiere a Santa Margherita di Scozia
Santa Margherita di Scozia,
regina e madre orante,
guidaci nel cammino della fede e della speranza.
Nella tua fedeltà al Signore, aiutaci a crescere nell’amore
e a servire gli altri con umiltà e coraggio.
Intercedi per noi presso il Trono della Grazia:
conforta chi soffre, sostieni chi è nel dubbio,
illumina i nostri cuori con la gioia della fede.
Proteggi le nostre case, le nostre famiglie e i nostri cari;
insegnaci a vivere nella pace, nella giustizia e nella carità.
Concedici discernimento nelle decisioni e forza nelle prove.
Santa Margherita di Scozia,
fa’ che impariamo a servire come tu hai servito
e che noi, a nostra volta, possiamo essere strumenti di misericordia nel mondo.
Amen.
(di Autore Anonimo)
Santa Margherita di Scozia,
che hai vissuto con fede, saggezza e amore il dono della maternità,
volgi il tuo sguardo su tutte le mamme in attesa di un figlio.
Aiutale a comprendere e accogliere la grandezza della vita che portano nel cuore.
Custodisci i nostri bambini, affinché crescano come Gesù,
in sapienza, età e grazia, e possano diventare testimoni di bontà e fede.
Sostieni le mamme nei momenti di difficoltà,
donando loro serenità, forza e gioia nel cammino verso il parto.
Con il tuo esempio di madre e regina, insegnaci ad amare, proteggere e custodire la vita.
Amen.
(di Autore Anonimo)
Fonti
- I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire, Luigi Luzi, Shalom Editrice.
- Il grande libro dei santi, dizionario enciclopedico diretto da C. Leonardi, A. Riccardi, G. Zarri, San Paolo Editore.
- I santi secondo il calendario, prefazione di Gianfranco Ravasi, edizioni Corriere della Sera.
- Martiri e santi del calendario romano, Enrico Pepe, Edizioni Città Nuova.
- I Santi nella Storia. Tremila testimoni del Vangelo, San Paolo Editore.