16 Gennaio 2025

Una casa dove i ragazzi si sentono ascoltati

Il Seminario minore di Conversano (BA) accoglie, al momento, 13 ragazzi, 4 delle medie e 9 delle superiori. Ma intorno al loro itinerario di discernimento ci sono decine di altri adolescenti che condividono con loro un tratto di cammino e un gruppo di adulti che, insieme a don Pierpaolo Pacello, si sforza di mettersi al loro servizio, con pazienza e capacità di ascolto.
don Pierpaolo

Don Pierpaolo Pacello, 33 anni e sacerdote da otto, nella diocesi di Conversano-Monopoli è il responsabile della pastorale delle vocazioni ed è rettore del Seminario minore di Conversano. In questa bellissima struttura, al momento, vivono quattro ragazzi delle scuole medie e nove delle superiori, che si stanno iniziando ad interrogare su come rispondere, nella propria vita, alla chiamata di Dio. Oltre a loro però, ci sono alcune decine di altri ragazzi e ragazze che partecipano alla vita di questa comunità, accompagnati da un gruppo di adulti volontari, a loro servizio.

Un lavoro di squadra

“In questa stagione della mia vita – racconta il sacerdote – il mio ministero mi porta a stare a tempo pieno con i ragazzi, accompagnandoli nel loro percorso di crescita e di discernimento. In questo percorso non sono solo: ci sono tanti amici che trascorrono del tempo con noi, gratuitamente, con una dedizione per me rassicurante. Accompagnano i ragazzi nei momenti che vivono, quelli più esaltanti e quelli più faticosi, e si accorgono anche loro di quello che i ragazzi stanno passando”. “Don Pierpaolo ci fa sentire accolti e ben voluti – racconta Angela, volontaria, mentre stende col mattarello l’impasto dei ravioli -; quel poco che noi riusciamo a fare viene valorizzato e a noi piace condividere queste cose, così ci sentiamo comunità.” “La solitudine per me è il buio – conferma Annamaria, impegnata nella stessa attività – mentre essere insieme agli altri è un’occasione di crescita”. “E poi – completa Antonella, che in Seminario si occupa dei lavori domestici – i ragazzi a don Pierpaolo vogliono un bene dell’anima”.

Il segreto della serenità

È proprio in questo rapporto di affetto reciproco e di fiducia il segreto del clima di serenità che si respira tra queste mura. Lo spiega in modo molto chiaro anche Giulia, la cuoca del Seminario: “Questi ragazzi vogliono essere ascoltati, visti: vogliono che qualcuno si accorga che esistono”. Uno dei 9 seminaristi delle superiori, Francesco, chiarisce ancora meglio: “Con don Pierpaolo puoi starci a parlare per ore e sai che lui non smetterà di ascoltarti”. Gli fa eco un altro suo compagno, Cristian: “Molte volte gli adulti si comportano come si comportavano i loro genitori: hanno poca fiducia nelle scelte che facciamo noi giovani”. E Giorgia, che partecipa alle attività organizzate da don Pierpaolo per un più ampio gruppo di giovani che ruotano attorno al Seminario, è ancora più diretta: “Gli adulti hanno delle idee prestabilite, pensano che sia giusto così e non hanno l’apertura di lasciarci vivere, anche se loro hanno vissuto. Don Pierpaolo ti lascia più spazio: ti fa prendere quel respiro di sollievo che con gli altri non riesci a prendere; è la parte buona della Chiesa, che mi fa sperare che io possa ancora credere in qualcosa, al posto che smettere di credere e basta.”

Saper rispettare i tempi

“Questo nostro servizio – riprende don Pierpaolo – richiede il saper notare passaggi di crescita e battute d’arresto, situazioni in cui i ragazzi hanno bisogno della presenza di un adulto accanto, accompagnandoli e lasciandoli camminare da soli. In filigrana rivedo il brano evangelico del giovane ricco: fissatolo lo amò, dice il Vangelo; e noi dobbiamo fare lo stesso, anche vivendo la scommessa di una risposta che non è secondo quello che avevamo preventivato. È un costante stare con loro osservandoli e, quando occorre, anche provocandoli, sapendo però che talvolta la comprensione dei messaggi lanciati non è immediata e serve un esercizio costante. Questi adolescenti – conclude il sacerdote – cercano un adulto che non li giudichi, non abbia pregiudizi, ma sappia stare con loro. Se percepiscono che lo sguardo su di loro chiude le porte, anche loro le chiudono; se invece percepiscono uno sguardo che apre, anche loro, passo dopo passo, si lasciano accompagnare”.

(testo, video, riprese e fotografie di Giovanni Panozzo)

16 Gennaio 2025
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