14 Luglio 2025

Anche a Milano, il respiro nascosto di Dio

Don Paolo Alliata è vicario nella parrocchia dell’Incoronata, centro storico di Milano, dove da dieci anni propone, il giovedì sera, l’ascolto di pagine scelte di letteratura non religiosa, affiancandoci però qualche “affondo” di natura spirituale. E poi, oltre all’incarico diocesano per l’apostolato biblico, è anche rettore del Liceo Montini. Siamo andati a conoscerlo meglio e a passare un po’ di tempo con lui…

L’appuntamento del giovedì

«Il tema della letteratura è venuto fuori una decina di anni fa, quando sono stato spostato dall’oratorio in una comunità di adulti». Don Paolo Alliata, classe 1971, è vicario della parrocchia dell’Incoronata, nel centro storico di Milano ma per l’arcidiocesi ambrosiana è anche responsabile dell’apostolato biblico. Lo incontriamo a Madesimo, in provincia di Sondrio, dove sta trascorrendo del tempo con dei giovani liceali intenti a ridipingere la staccionata di un ponte. «Mentre in oratorio le attività, la predicazione, il racconto delle storie della Bibbia erano settate sui piccoli – riprende – nella nuova parrocchia in cui ero arrivato si trattava, per me, di trovare un nuovo linguaggio. La domanda fu: “che taglio posso dare alla predicazione, considerando l’estrazione della maggior parte delle persone che vengono a messa in questa parrocchia, al centro di Milano?”. Volevo offrire stimoli anche a chi non frequentava più la chiesa da un po’ di tempo ma rimaneva comunque in cerca di risposte alle proprie domande. Queste persone avrebbero potuto comprendere il nostro linguaggio abituale, dopo tanti anni di assenza? Questo è stato il motivo per cui ho iniziato a intrecciare, nella predicazione, anche letteratura non religiosa, romanzi o riferimenti al cinema, cercando di raccontare un modo di diventare umani secondo lo spirito di Gesù».
«Il giovedì sera, una volta al mese, da ormai dieci anni propongo l’ascolto di pagine scelte di letteratura, che affido alla lettura di un mio amico attore, e io tra una lettura e l’altra faccio degli affondi di natura sapienziale, biblica, evangelica. È qui che Dio respira di nascosto: la letteratura non è religiosa ma comunque emergono accenni di Spirito. Se un grande autore, anche non cristiano, scandaglia il mistero del cuore umano, di sicuro lì Dio è già all’opera e da sempre la Chiesa impara anche da loro. Abbiamo bisogno di artisti e uomini di cultura, che raccontino in modo sapiente».

Gratuità per gratuità

La nostra conversazione è interrotta dall’arrivo di alcuni ragazzi del liceo, che hanno finito le lezioni non più di due settimane prima ma hanno accolto di buon grado l’invito della scuola a passare del tempo insieme in un bel posto, facendo qualcosa di utile per la comunità. Mattia non si sente giudicato da don Paolo ed Eliana precisa che “ti accetta per quello che sei”. Ginevra arriva a dire che “tutti dovrebbero avere un don Paolo nella propria vita” e Gabriele, addirittura, che sta sognando di fare l’insegnante, “per potere aiutare i miei studenti come don Paolo ci aiuta”. Intanto la vicepreside, Barbara Giussani, anche lei con un pennello in mano, conferma che i momenti più belli che si trascorrono coi ragazzi sono quelli in cui il tempo si spende “gratis”.

«Sono molto fortunato – riprende don Paolo – perché a 50 anni ho avuto l’opportunità di diventare rettore di una scuola cattolica paritaria, il Liceo Montini. È una scuola particolare, in cui non esiste una vera e propria retta: ogni famiglia dà quello che può, con un impegno condiviso in base al quale chi può dare più di quel che il figlio di per sé costerebbe alla scuola (5.000 euro), lo dà, permettendo il pagamento della retta anche a chi diversamente non potrebbe permetterselo. Tutto questo in silenzio, nel segreto, senza nessuno che verifichi. È una grande scommessa, è vero, che però consente di abbattere i muri socioeconomici tra le persone. E poi siamo una scuola che accoglie volentieri anche chi chiede di unirsi a noi nel corso dell’anno, perché magari altrove non ce l’ha fatta. Anche qui vado in cerca dell’ascolto del respiro di Dio nell’adolescente inquieto, innamorato, appassionato oppure a volte anche molto critico».

«Per me il prete è uno che ci prova – conclude il sacerdote – che bussa, che sta in ascolto, che si immerge nella vita cercando di diventare umano e nel frattempo accompagnando gli altri ad accettare la vita com’è. Intanto lo Spirito del Signore lo accompagna, lo sostiene, lo orienta, lo rimette in piedi, lo pacifica».

(testo, immagini, regia e musica del video di Giovanni Panozzo)

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