19 Dicembre 2025

A Potenza la parrocchia è per tutti: tra sport, educazione e tradizioni

Dal progetto di arteterapia per smascherare la violenza di genere fino alle attività sportive e ricreative e all'organizzazione delle feste patronali. La parrocchia potentina di San Michele Arcangelo è una vera miniera di idee e attività che coinvolgono generazioni diverse e le altre realtà del territorio.

L’attuale chiesa risale all’epoca longobarda e sicuramente antecedente al 1178: siamo nel centro storico di Potenza, nella piazza dedicata, anch’essa, proprio a S. Michele Arcangelo. Qui è parroco dal 2023 don Carmine Lamonea, in un quartiere di 4mila abitanti, decisamente invecchiato e con pochissimi ragazzi (una quarantina) a catechismo. Ma lui ha pensato bene di introdurre un sistema innovativo dall’estate scorsa, che ha fatto parlare di sé anche sulle cronache nazionali, un’autentica rivoluzione in materia di offerte. “Oltre al sistema tradizionale – spiega don Carmine – ossia il classico cestino che gira tra i banchi durante le celebrazioni religiose e la pulsantiera che consente di accendere una candela – ho introdotto un sistema elettronico di pagamento con bancomat e carta di credito, tramite un totem collocato in parrocchia. Tutto questo per sostenere attività e iniziative della parrocchia e per il mantenimento del rilevante patrimonio artistico di cui la chiesa, in stile romanico, è ricca”.
Tra i vari progetti sostenuti dalla parrocchia c’è anche “L’amore che confonde”, ideato dall’Associazione AmArti –Arteterapia, operativa dal 2022, che pone al centro la relazione d’aiuto e la persona attraverso l’utilizzo dell’arte come terapia, della consulenza familiare e della psicologia. “È un progetto gratuito – spiega la vice presidente Stefania Bruni – rivolto ai giovani tra i 15 e i 25 anni. Prevede un incontro esperienziale della durata di due ore, pensato per far riflettere sui legami affettivi e insegnare a riconoscere i segnali di una relazione tossica. La proposta nasce dal desiderio di offrire uno spazio sicuro e creativo in cui gli adolescenti possano dare voce alle proprie emozioni, comprendere i meccanismi della dipendenza affettiva e riscoprire il valore del rispetto reciproco e dell’autenticità. L’incontro è basata sull’ascolto e sulla riflessione guidata, in un clima di fiducia e accoglienza. I laboratori prevedono un massimo di 20 partecipanti e sono condotti da due consulenti familiari. Siamo partiti dalla parrocchia – conclude Stefania – ma dal 25 novembre scorso, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza di genere, è partito un progetto itinerante anche negli oratori cittadini e nelle scuole. Vogliamo arrivare in tutta la Basilicata, e poi anche in Campania e in Puglia”.
Don Carmine è anche il responsabile regionale ANSPI, presente in 20 parrocchie della Basilicata, con 3400 tesserati (di cui 2000 minori). L’ANSPI è un’associazione a servizio degli oratori parrocchiali e lavora a stretto contatto con i parroci. “I nostri educatori – spiega don Carmine – cercano di contribuire alla formazione umana e cristiana della gioventù secondo il principio dell’educazione integrale della persona, valorizzando il ruolo primario della famiglia e della comunità ecclesiale e promuovendo attività socio-ricreative, sportive e culturali rivolte a tutti. Nel nostro oratorio parrocchiale avevamo cominciato con lo sport (pallavolo, pallacanestro, ping pong e biliardino). Oggi è un luogo educativo a 360 gradi, in cui ogni sabato convergono anche i ragazzi di altre parrocchie. Ho notato che qui i ragazzi adoperano un linguaggio meno volgare che altrove e apprezzano molto l’accoglienza. Il mio obiettivo è entrare in relazione profonda con le loro famiglie, specie se ci sono giovanissimi che hanno vissuto esperienze affettive negative, che li hanno profondamente segnati”.
Davide, Angelo, Diana sono alcuni di questi giovanissimi della scuola secondaria. “Ci piace ritrovarci in parrocchia – raccontano- e divertirci in modo sano. Quando siamo lì ci scordiamo perfino il cellulare, perché ci confrontiamo dal vivo. Spesso viene anche qualche nostro compagno di classe, anche dai paesi vicini. Don Carmine è comprensivo ma rigoroso, ci sa fare con noi, sa dialogare, ci ascolta”. Pronta la replica del parroco: “All’inizio del mio mandato ho dovuto faticare per richiamarli a comportamenti corretti, poi mi hanno scritto una lettera di scuse chiedendomi una seconda possibilità. Hanno apprezzato molto i rimproveri, e adesso sanno che non sono disposto ad abbassare la guardia. La parrocchia rimane innanzitutto un luogo di culto ma per arrivare alla fede si possono utilizzare anche i linguaggi della modernità! Come ANSPI regionale in estate organizziamo una festa dello sport, laboratori in linea con altri oratori, i mercatini natalizi, il Villaggio di Babbo Natale e una recita natalizia”.
Come vuole la tradizione, in comunità c’è anche un Comitato per organizzare la festa patronale: “Possediamo una statua lignea di pregio, del 1700, dell’Arcangelo Michele –  sottolinea con orgoglio Maurizio Marino, presidente del Comitato -. Ci riuniamo almeno sei mesi prima per organizzare la festa di settembre, coinvolgendo gruppi, associazioni cittadine e sacerdoti che presiedono movimenti cattolici. Tutta la città è in festa, non solo il centro storico, con un concerto di musica classica, la processione, tornei sportivi. Allo stesso modo cerchiamo di animare anche la festa di Santa Lucia e la veglia di Natale.”
“La nascita di Gesù – chiosa don Carmine – vogliamo viverla nei nostri cuori e nelle relazioni con gli altri. Dobbiamo imparare a leggere i segni dei tempi e riconoscere Gesù che attraversa le nostre vite nelle persone che ci pone accanto ogni giorno: Gesù viene per ciascuno di noi, sono io la meta del Suo viaggio”.

(di Sabina Leonetti – foto gentilmente concesse da don Carmine Lamonea)

19 Dicembre 2025
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