19 Dicembre 2025

Natale e il tempo da “perdere”

Gli auguri di Massimo Monzio Compagnoni e del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica.

So che ci sono persone che, da quando hanno il telefono cellulare, hanno smesso di portare l’orologio. Per me non è così. Sarò all’antica ma il rapporto con quell’oggetto fa parte delle mie abitudini quotidiane. E comunque non c’è nessuno che non debba fare i conti con la tirannia delle lancette, analogiche o digitali che siano.

Lo scorrere del tempo segna le nostre giornate, trasforma le nostre fitte agende in una serie incalzante di impegni, di incontri, di colloqui. Alle persone, spesso, possiamo concedere solo qualche minuto e stiamo sempre molto attenti a non arrivare in ritardo o a evitare che un impegno sottragga prezioso tempo a quello seguente.

Poi succede che viene cancellato un volo, che un treno ritarda e si perde una coincidenza, che una coda inaspettata fa saltare la catena degli appuntamenti e magari ci si trova, improvvisamente, a dover scendere dalla giostra degli incastri e a guardarci, per un attimo, allo specchio…

È qui che il Signore ci sta aspettando. È proprio qui che vuole trovare la mangiatoia in cui arrivare per incontrarci, anche quest’anno. Il tempo non può essere una gabbia che ci imprigiona, né uno spaventoso vuoto da riempire fino all’orlo. Il tempo è la nostra unica, vera occasione per incontrare l’altro e, di conseguenza, l’Altro.

Anche quest’anno viene a ricordarcelo un Neonato infreddolito, arrivato alla periferia del mondo. Aspettavamo un messia potente e glorioso, e invece è arrivato un Bambino inerme e povero, per il quale non c’era altro posto che una stalla. Lo stesso che poi sarebbe finito inchiodato sul legno di una croce. Eppure, è lì che ci aspetta il nostro Dio: nelle pieghe più umili delle nostre giornate troppo piene. Nell’imprevisto che restituisce umanità alla nostra agenda senza buchi. Nei momenti in cui riusciamo, finalmente, a perdere un po’ di tempo per quel che conta davvero e a liberare la verità delle relazioni e della nostra umanità.

Ecco il Natale che vi auguro. E insieme a voi ringrazio Dio per il dono dei nostri sacerdoti, che con la loro intera vita continuano a ricordarci qual è il solo ritardo che non possiamo permetterci: “Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai. Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori”. (Agostino, Confessioni X, 27)

Massimo Monzio Compagnoni
e tutto lo staff del Servizio promozione
del sostegno economico alla Chiesa cattolica

19 Dicembre 2025
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