A Bari, nella chiesa dove le famiglie vanno a mangiare
Carbonara, periferia di Bari. La povertà morde e le famiglie in difficoltà sono purtroppo in crescita. Ma la comunità parrocchiale di don Mario Persano si è da tempo rimboccata le maniche, soprattutto attraverso una mensa e un emporio soldale. Così nella stessa aula liturgica in cui si celebra l'eucaristia, chi ne ha bisogno può sedersi per mangiare e trovare ristoro.A Carbonara, sulla piazzetta antistante la piccola chiesa della parrocchia Beata Vergine del Santissimo Rosario in San Nicola, si affacciano la mensa dei poveri e l’emporio solidale. Quel quartiere della periferia di Bari conta circa 22.000 abitanti, di cui 6.000 appartenenti alla popolazione parrocchiale. Guardando dall’esterno l’edificio religioso, non ci si immagina il grande flusso di carità che scorre all’interno di quelle mura.
A testimoniarlo è il parroco don Mario Persano, a cui dal 1986 è stata affidata la comunità di San Nicola, e che, insieme ai suoi parrocchiani, ha intercettato i bisogni del territorio. “Ventisei anni fa ci siamo resi conto – racconta – che c’erano della difficoltà legate alla crescente povertà. Così abbiamo avviato la mensa dei poveri che facciamo tuttora tre volte alla settimana”.
Sono 170 le famiglie che usufruiscono di questo servizio. Dopo il Covid, alcuni preferiscono prendere il cibo e portarlo a casa,
altri pranzano direttamente nell’aula liturgica che viene allestita per condividere il pranzo.
Sono cifre significative se si conta che, stando al rapporto relativo al 2022 del Fondo per l’aiuto europeo agli indigenti (Fead), risultano essere quasi 3 milioni gli italiani che ricorrono a mense per i poveri o ai pacchi alimentari. Tra questi figurano anziani privi di pensione, disoccupati, persone sole e famiglie con bambini, a volte anche disabili. A tutto ciò va aggiunto il quadro descritto nel 2022 dall’ufficio studi di Caritas italiana, uno scenario che mette in evidenza che in Italia la povertà si eredita e uscirne non è facile.
“Abbiamo cominciato con una struttura quasi fatiscente – continua il sacerdote – ma da quest’anno ne abbiamo una abbastanza importante, così come lo sono i nostri numeri”. Lo conferma anche Nicla, volontaria da sette anni, che si occupa dell’organizzazione dei pacchi dell’emporio. “Tirata dentro da don Mario – ricorda sorridente – ciò che mi ha sorpreso tantissimo è il numero delle famiglie che viene da noi. Sono non meno di 230 quelle per cui preparo i pacchi di viveri, che distribuiamo due o tre volte al mese. All’inizio non mi sarei mai immaginata una simile quantità di persone, che ogni mese è in aumento”.
L’emporio solidale esiste dal 2016 e inizialmente funzionava come un vero e proprio supermarket. Gli acquisti venivano fatti tramite una tessera punti caricati in base all’Isee. Nel tempo,
il sistema è stato perfezionato per non lasciare che qualcuno rimanesse senza ciò di cui aveva bisogno a causa della grande affluenza.
Così don Mario e i volontari hanno deciso di preparare loro stessi i pacchi viveri, che contengono ciascuno tra i 20 e i 30 pezzi, provenienti dal banco alimentare di Taranto e Bitonto, ma anche dalla beneficenza di privati o grandi catene, di modo da poterli distribuire equamente andando incontro al fabbisogno famigliare.
Sono diverse le condizioni di chi vi accede. Non mancano rabbia e frustrazione, ma certamente prevale la gratitudine. “Più sono poveri e più apprezzano – spiega la volontaria –, come ad esempio una famiglia di persone disabili che, pur tra tanti problemi, si presenta sempre sorridente. Spesso nei momenti più difficili ci consolano, loro a noi, e rendono tutto più facile, anche la nostra fatica fisica”. Tra le persone aiutate ci sono anche carcerati in esecuzione penale in esterna ed ex detenuti che continuano a partecipare all’attività dell’emporio, con molta disponibilità. L’emporio solidale, che fa parte della più ampia “Opera San Nicola”, è diventato un punto di riferimento per un quartiere che è molto cambiato nell’arco di qualche decennio. “Nel 2017 – conclude Nicla – siamo riusciti a creare questa piazzetta e, con l’amministrazione comunale, a dare valore a ciò che già c’era da tempo”, trasformando una strada che faceva da parcheggio in un luogo di carità, incontri, iniziative ed eventi culturali ma soprattutto di contrasto alla povertà.
(di Giacomo Capodivento – foto gentilmente concesse da don Mario Persano)