Insieme a Don Giorgio Begni, sosteniamo i sogni dei nostri ragazzi
Cento borse di studio alla Cattolica di Milano e altrettanti premi al merito. “Così diamo strumenti nuovi a chi per l’incertezza economica dei prossimi mesi rischia di veder sfumare i suoi sogni” spiega don Giorgio Begni, assistente pastorale dell’ateneo. Le nostre Offerte sostengono anche la sua missioneLa formazione accademica della generazione Covid19 è a rischio. Uno studio dell’Università Federico II di Napoli a maggio scorso ha rilevato che in Italia almeno 10 mila giovani (due terzi nel sud) il prossimo autunno potrebbero rinunciare ad iscriversi all’università perché la situazione economica delle loro famiglie è scossa dalla pandemia.
È a repentaglio il loro futuro, oltre che le prospettive di sviluppo del nostro Paese,
già ora fanalino di coda Ue per numero di laureati. Ancora troppo pochi per una democrazia tecnologicamente avanzata. Davanti a quest’emergenza educativa, l’Università Cattolica del Sacro Cuore ha fatto la prima mossa: con l’Istituto Giuseppe Toniolo, suo ente fondatore, ed Educatt (la fondazione per il diritto allo studio dell’ateneo) ha bandito on line 100 borse, più 100 premi di studio in base al merito.
La partecipazione è gratuita, senza distinzioni. A ciascun borsista 2.000 euro, rinnovabili negli anni, 3 mila per chi alloggerà nel campus. Fondi che si aggiungono alle 3 mila borse di studio annue Educatt per reddito e merito.
“È tempo di attenzione e condivisione. Non è carità intellettuale, avrebbe detto Papa san Paolo VI, né solo un contributo economico, ma l’inizio di un percorso di umanesimo integrale”, chiarisce don Giorgio Begni, dell’Istituto Toniolo e assistente pastorale all’Università Cattolica.
Con un’economia che tarderà a riprendersi, il bando verrà ripetuto? “Penso proprio di sì. La situazione è occasione, dice il nostro arcivescovo Mario Delpini.
I tempi non sono facili, ma reagiamo con creatività e dedizione verso gli studenti”.
Da tenere d’occhio dunque nei prossimi semestri il sito borsepermeritouc.it. Don Giorgio, varesino, classe 56, era indeciso se diventare medico o insegnante: “poi scoprii che stare dalla parte del Vangelo significa indovinare la vita”, dice. Non poté contare su speciali risorse negli anni del seminario: “sono stati tanti i ‘grazie’ sperimentati lungo il mio percorso sacerdotale. Oggi vanno ai fedeli che donano l’Offerta per il nostro sostentamento. Raggiungendo anche me e la missione di traghettare gli studenti verso il futuro”. (Mary Villalobos)