Desio, oratorio estivo per tutti. Nessuno escluso
Le attività della comunità pastorale, in questa cittadina in provincia di Monza e Brianza ma nell'arcidiocesi di Milano, sono state organizzate da don Pietro e da tanti volontari, giovani e meno giovani, con una attenzione particolare ai bambini con bisogni educativi speciali. Una scelta vincente sia per questi ultimi che per la crescita di tutta la comunità.“Nel Vangelo Gesù dice di voler bene a tutti senza distinzioni, l’inclusione c’è già da duemila anni”. Con queste parole don Pietro Cibra, vicario parrocchiale della Comunità Pastorale di Santa Teresa del Bambino Gesù di Desio (MB) spiega l’idea che anima l’oratorio estivo 2024 della città della provincia di Monza e Brianza, progettato pensando anche ai ragazzi con bisogni educativi speciali che vi partecipano. “Tutto è nato – racconta il sacerdote, responsabile anche dell’equipe di pastorale giovanile – da un paio di famiglie legate all’oratorio che ora hanno bambini con bisogni educativi speciali. Dopo la pandemia ci siamo domandati come poter coinvolgere anche loro. La questione – prosegue il 46enne – è che esistono da un lato bambini e ragazzi che necessitano solo di uno sguardo più attento, mentre altri hanno bisogno di persone che abbiano delle competenze. E per seguire queste ultime sono necessarie delle risorse”.
Un proposito, quello di don Pietro e delle famiglie, che si è concretizzato in un appello. “Abbiamo preparato un volantino – ricorda il sacerdote – dove abbiamo raccontato il nostro desiderio. Grazie alla disponibilità del Consiglio dell’Oratorio, della comunità e dei volontari siamo riusciti a realizzarlo”. Circa 900 bambini e ragazzi, suddivisi per fasce d’età e distribuiti su tre degli oratori che compongono la comunità pastorale. “Tra loro ce ne sono una ventina con bisogni educativi speciali – riprende don Pietro – sono leggermente di più nel gruppo di prima, seconda e terza elementare, ma sono più o meno equamente distribuiti con quarta, quinta e medie. Abbiamo chi è seguito da una educatrice tutto il tempo, ma chi invece ha bisogno solo di un po’ più di attenzione. In più abbiamo quattro animatori speciali che sono coinvolti nelle attività, ad esempio danno una mano al bar o partecipano nelle animazioni”. Bambini e bambine, ragazzi e ragazze, che ogni giorno seguono le attività preparate dall’ottantina di animatori adolescenti. “Per la maggior parte delle attività – aggiunge il sacerdote – i ragazzi fanno tutto come gli altri, comprese le gite e la preghiera. In alcuni casi, per esempio nei giochi, c’è chi partecipa da solo e chi viene accompagnato”.
Una grande macchina organizzativa, impossibile da mettere in moto senza gli adolescenti che dedicano l’estate agli altri.
“Con loro – racconta il responsabile della pastorale giovanile di Desio – abbiamo fatto un percorso sul tema dell’inclusione. Abbiamo organizzato incontri con educatori, abbiamo avuto contatti con la rete TikiTaka e giocato a baskin (un basket inclusivo, in cui giocatori normodotati e diversamente abili giocano nella stessa squadra). Il tutto per insegnargli ad avere uno sguardo più attento, per esempio nella preparazione dei giochi, dove vengono pensate attività a cui tutti possono partecipare”. Un compito importante, quello dei ragazzi, che per loro è occasione di crescita. “Con gli animatori – spiega don Pietro – facciamo un incontro di verifica tutte le sere. E per loro questa esperienza oltre a essere una palestra di discussione è un modo per capire che ciascuno ha le proprie caratteristiche e i propri doni, come insegna San Paolo e che la diversità di ognuno è una ricchezza”. Insieme agli adolescenti ci sono tanti volontari adulti, che prestano il loro tempo.
Come una delle donne ucraine rifugiate e accolte in parrocchia, laureata in pedagogia e chi occupa di un bambino con bisogni educativi speciali o come Simona. “Sono solo una delle tante persone che aiutano – dice quest’ultima, 45enne – sono cresciuta qui nell’Oratorio della Beata Vergine Immacolata, uno di quelli che compongono la comunità pastorale, e ho sempre dato una mano, tranne per un periodo per la nascita dei miei figli”. “A marzo – aggiunge la donna, che durante l’anno è referente per i ragazzi di seconda media – quando don Pietro ha chiesto le disponibilità ai volontari, la mia riguardava la segreteria e i laboratori di cui faccio un po’ da punto di riferimento. È chiaro poi che quando uno è in oratorio si mette a servizio, dà una mano dove c’è bisogno“. Una scelta, quella di donare il proprio tempo e la propria esperienza, che per Simona è frutto di una convinzione profonda. “Per me mettersi a servizio – spiega – significa respirare la fede e il Vangelo, che è qualcosa di molto concreto. Ed è anche quello che proviamo di far capire agli animatori, insegnandogli che quello che stanno vivendo è il Vangelo”.
Simona, come le tante volontarie gli animatori si occupa durante l’oratorio estivo anche dei bambini con bisogni educativi speciali. ”È come in una classe – argomenta – hai una visione globale ma sai che per dare valore al tutto, bisogna dare valore al singolo. Con loro la cura diventa di tutti – termina Simona – ti faccio un esempio. Qualche giorno fa c’è stato un temporale e un bambino con bisogni educativi speciali era spaventato, così una mamma l’ha tranquillizzato e coccolato. Abbiamo un bambino che per la sua patologia in alcuni momenti preferisce isolarsi. Viene in segreteria con me e parliamo”. L’oratorio estivo “senza barriere” si inserisce all’interno di un percorso della Comunità Pastorale di Santa Teresa del Bambino Gesù. “Qui a Desio i servizi sociali fanno molto – conclude don Pietro Cibra – ma sono proposte rivolte soprattutto agli adulti. In oratorio abbiamo il calcio integrato e abbiamo provato anche con la pallavolo”. Un approccio inclusivo dove tutti sono considerati e amati, come dice il Vangelo.
(di Roberto Brambilla – foto gentilmente concesse da don Pietro Cibra)