“Preti e comunità, nell’anno più duro con le famiglie e le imprese”
Da Pescara a Bologna, da Bolzano a Bergamo, da Firenze a Catania: preti diocesani e comunità non si sono fermati davanti al covid 19. Ora progettano la rete di interventi fraterni che darà man forte a famiglie e imprese nella lunga crisi sociale che si profila.![](https://www.unitineldono.it/wp-content/uploads/2021/07/8484413929_72a03ae28b_o-scaled-2-1366x597.jpg)
Dopo la crisi sanitaria, quella occupazionale. Molti nella Chiesa già lavorano per portare aiuto. “Con il nostro “Salvadanaio della solidarietà” sosterremo tirocini formativi, start up e cooperative” ha spiegato il direttore della Caritas diocesana di Pescara-Penne don Marco Pagniello –.
Solo insieme affronteremo l’emergenza sociale.
A ritrovarsi con poco o nulla saranno in tanti”.
Sulla stessa linea i fondi diocesani ‘San Giuseppe’ a Milano (oltre 6 milioni di euro), S. Omobono a Cremona, il ‘Salvagente famigliare’ a Bolzano-Bressanone. A Bergamo il fondo “Ricominciamo insieme” (per spese scolastiche e mediche, assistenza anziani, crediti per le pmi). A Bologna dal fondo San Petronio redditi d’emergenza tra 400 e 800 euro per un trimestre. Da dove vengono le risorse? A Bologna dall’azienda di sistemi di sicurezza Faac, donata alla diocesi, negli altri casi da 8xmille e fedeli.
“Ci prepariamo a ricostruire il tessuto economico e sociale d’Italia” è la sintesi del responsabile Pastorale del lavoro a Firenze, don Giovanni Momigli. “Con il Progetto Policoro della Cei che qui e in ogni diocesi con l’8xmille insegna a creare cooperative, stiamo per ripartire” indica il suo omologo a Catania, don Piero Sapienza. Nella città etnea il progetto Centro Orizzonte lavoro (centroorizzontelavoro.it), ideato dal salesiano don Vincenzo Giammello e 10 professionisti, spesso in team con l’Ufficio lavoro diocesano, oggi forma a distanza. Una risorsa cruciale per chi dovrà riconvertirsi in un nuovo percorso professionale: “Insegniamo a trovare lavoro. Inviamo la newsletter a migliaia di iscritti con una miriade di annunci in Italia e all’estero, impieghi in agricoltura, concorsi, stages e tirocini – spiega don Enzo – Poi ci sono i nostri corsi per inoccupati, anche con bassa scolarizzazione, e imprese del terzo settore: sosteniamo l’auto-imprenditorialità, insegniamo digital fundraising e a partecipare a bandi europei”. I servizi della cooperativa sono gratuiti. “Non siamo uno sportello, ma compagni di viaggio – prosegue don Giammello – Perderemo almeno mezzo milione di posti di lavoro nel 2020, specie in settori portanti: turismo, commercio, industria, ristorazione e costruzioni.
Ai giovani chiediamo fiducia, guai a gettare la spugna.
Oltre 30 anni di esperienza ci suggeriscono che oltre ad informazioni e servizi, conta non lasciarli soli. La parola d’ordine è accompagnare. Con il web accresciamo le competenze per candidarsi a settori in crescita. Il mercato infatti, fermo in tanti comparti, mostra picchi di richieste in ambito socio-sanitario, chimico e farmaceutico, per addetti a pulizie, sanificazione, trasporti, consegne a domicilio, acquisti on line, piatti pronti, servizi alla persona, specie per gli anziani”. “Parrinu, se me ne vado a rubare, faccio peccato? Devo mantenere la famiglia. Lei mi deve aiutare” gli aveva detto un disoccupato 30 anni fa. “Parole indimenticabili – ricorda don Giammello – Tanti come lui non interessavano a nessuno, se non al sistema criminale. Don Bosco non sarebbe rimasto a guardare. Centro Orizzonte Lavoro cominciò così”. Oggi la missione cambia ancora, per don Enzo e tanti annunciatori di vita in un tempo di ferro.
(Gilberto Tito)