Pianezza, dove si impara a dare e a ricevere
Progetti dedicati a bambini e ragazzi che coinvolgono le istituzioni e volontari di tutte le età. Da più di 20 anni questa parrocchia alla periferia di Torino è un punto di riferimento sicuro per le altre agenzie educative del territorio: qui le generazioni si incontrano all'insegna della gratuità e dell'attenzione ai più piccoli, creando un tessuto sociale in cui si cresce bene e in cui anche chi si è smarrito può trovare una seconda possibilità.
Il pranzo tutti insieme, poi un po’ di tempo per giocare, quindi lo spazio per i compiti e per le attività di catechesi. Ogni pomeriggio, nella parrocchia dei Santi Pietro a Paolo Apostoli, a Pianezza, una quindicina di chilometri da Torino, è dedicato a bambini e ragazzi. Sono loro, infatti, i protagonisti di “Progetto Territorio” e “Generazione Medie”, le due iniziative portate avanti nella comunità e ideate da don Giuseppe Bagna, che è il parroco da circa vent’anni. “Don Beppe”, come lo chiamano tutti, cerca di essere sempre presente, ma il vero motore delle due attività, ci tiene a sottolineare, sono i laici.
«I volontari che sono incaricati della cucina, del refettorio, della spesa, ecc. sono circa una trentina, e ruotano nei diversi pomeriggi della settimana – spiega il sacerdote –; altri volontari, poi, fanno le pulizie dell’oratorio e degli altri spazi. C’è un altro gruppo che va a prendere i bambini a scuola, insieme a quelli che chiamiamo i “nonni vigili”. In più abbiamo un educatore stipendiato che coordina queste attività, insieme ad altri due educatori». Tre volte a settimana, infatti, i bambini delle scuole elementari che aderiscono al “Progetto Territorio” vengono presi direttamente all’uscita di scuola dai volontari della parrocchia e accompagnati nei locali parrocchiali, dove pranzano; quindi, sempre seguiti da animatori ed educatori, si dedicano a giochi, a fare i compiti e varie altre attività. «Il progetto nasce a settembre 2003 con l’obiettivo di far compiere un’esperienza educativa significativa – illustra don Giuseppe –, inserita in un itinerario strutturato in cui interagissero in sinergia l’oratorio, la scuola dell’obbligo e altre realtà o associazioni sensibili all’educazione dei bambini e dei giovani. Questo progetto mira ad essere di supporto e integrazione per le famiglie nell’attività educativa».
“Generazione Medie” è invece l’iniziativa che coinvolge i ragazzini, appunto, delle scuole medie: questi ultimi arrivano a Santi Pietro e Paolo Apostoli da soli, mangiano, studiano, seguono un percorso di catechesi. «Sia nei gruppi di catechismo che di studio – spiega don Bagna – abbiamo una trentina di ragazzi delle scuole superiori che vengono a fare volontariato, prestando servizio con i più piccoli. Durante l’anno pastorale hanno anche loro un percorso dedicato, delle giornate per loro, delle loro uscite». A dare una mano nel doposcuola, sottolinea ancora il sacerdote, pure «dei giovani universitari e degli insegnanti in pensione», che aiutano i ragazzi nelle diverse materie scolastiche.
Non solo volontari, però. Sono coinvolti nei progetti anche alcune persone seguite dai servizi sociali di zona, in un’ottica di reinserimento e di ripresa in mano della propria vita. «Da qualche mese, ad esempio, abbiamo un signore che sta facendo un percorso per uscire da una situazione particolare», racconta don Giuseppe. «Abbiamo un accordo – prosegue – e lui lo sta rispettando: deve venire sempre in oratorio dopo aver fatto la doccia, pulito, profumato, con i vestiti in ordine… e ci sta riuscendo. Ci interfacciamo con i servizi sociali e prepariamo dei progetti mirati su singole persone, per cercare di offrire sostegno sia economico che esistenziale. Qui queste persone, oltre a un servizio nel quale impegnarsi, trovano una comunità aperta, una sorta di famiglia pronta ad accoglierle».
Le porte dell’oratorio di Pianezza, insomma, sono aperte per tutti. «Abbiamo anche un ostello con circa cinquanta posti letto e una cucina – prosegue il parroco –, quindi ospitiamo anche dei gruppi da fuori che vengono qui per alcuni periodi».
Lorenzo Sorrenti, 22 anni, è educatore e coordinatore degli animatori di Progetto Territorio e Generazione Medie. «Quello che mi ha colpito di questa comunità parrocchiale, fin da quando sono arrivato – racconta – è che si tratta di una comunità molto unita. Le persone, sia bambini che adulti, si sentono a casa. Prestare servizio, qui, è quasi scontato. Nessuno lo percepisce come un peso. Per i ragazzi, questo è un punto di riferimento, dove sentirsi liberi di giocare, di parlare, di sfogarsi se ce n’è bisogno, fare i compiti… Un posto che è nel cuore della gente».
Uno spazio speciale soprattutto per i preadolescenti delle scuole medie. «Loro cercano innanzitutto attività ludiche, perché dopo una mattinata passata sui banchi vogliono divertirsi, fare due chiacchiere tra di loro e anche con me – spiega Sorrenti –. Mi aiuta il fatto di non essere troppo distante da loro, come età. Gioco con loro, tiro calci al pallone, li ascolto». Quanto ai cellulari, «qui non vietiamo di usarlo, ma a dire la verità lo prendono in mano di rado… hanno altro da fare! Parlano tra loro, giocano, sorridono».
E poi, tempo qualche anno, questi ragazzini si preparano a passare “dall’altro lato” e diventare animatori. «Danno e ricevono, in uno scambio gratuito che trovo bellissimo».
(di Giulia Rocchi – foto gentilmente concesse da don Giuseppe Bagna)