Quattro giovani ‘don’ insieme: primo annuncio vocazionale
Dopo la pandemia, il seminario minore di Bisceglie ha ripreso con vigore le attività in presenza. Al cuore del progetto, la scommessa del vescovo di chiedere a quattro giovani sacerdoti, don Davide, don Paolo, don Francesco e don Matteo, di vivere insieme proprio in seminario. La loro fraternità presbiterale è sicuramente il primo annuncio vocazionale per i giovani.
Nel 2021 il seminario minore di Bisceglie – nel cuore dell’arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie – sembrava destinato al silenzio. La pandemia aveva sospeso le attività, svuotato gli spazi e interrotto quell’esperienza comunitaria che caratterizza il percorso di quanti vogliono approfondire il proprio cammino vocazionale. Nonostante l’avvio di percorsi digitali, era venuta meno la dimensione più essenziale: la presenza vissuta. Oggi, invece, quel luogo è tornato a pulsare di vita e lo fa in una forma nuova.
Insieme per annunciare
L’attuale proposta nasce da un’intuizione del vescovo, mons. Leonardo D’Ascenzo, ispirata alle parole del cardinale Carlo Maria Martini: fare della comunione tra presbiteri il primo annuncio vocazionale. Così, nel giugno 2021, quattro sacerdoti – don Davide Abascià (rettore), don Paolo Spera, don Francesco Lattanzio e don Matteo Losapio – hanno accettato di vivere insieme nel seminario. Il loro unico incarico: dare forma a una pastorale vocazionale fondata su ascolto, condivisione e testimonianza.
Sebbene oggi la struttura ospiti solo due giovani in cammino di discernimento, la presenza stabile di questo gruppo di presbiteri ha trasformato il seminario in un punto di riferimento diocesano, luogo di crescita, confronto e ospitalità aperto a tutti.
“Il nostro obiettivo – ribadisce don Davide Abbascià – è far sentire chiunque accolto, anche chi non entra per motivi vocazionali. C’è chi viene semplicemente per studiare in biblioteca. L’accoglienza è la nostra prima forma di annuncio”.
Aperti al territorio
Un’accoglienza che ha lasciato il segno anche su Antonio, oggi studente di quarta liceo. Durante l’anno scolastico 2023/2024, su proposta del suo docente di filosofia, Michele Lucivero del liceo Da Vinci di Bisceglie, ha partecipato con i suoi compagni a un’esperienza di PCTO (Percorso per le Competenze Trasversali e l’Orientamento) all’interno del seminario, sperimentando una settimana di vita residenziale condivisa.
“Don Davide e don Matteo ci hanno fatto davvero sentire a casa – racconta oggi Antonio –. Anche se eravamo in un contesto religioso, non ci siamo mai sentiti fuori posto. Ciò che ha fatto la differenza non è stato tanto il luogo in sé, ma il clima che si respirava: ascolto, rispetto, discrezione. Con loro è nato un rapporto autentico, fatto di fiducia e vicinanza”.
Una pastorale vocazionale, dunque, che si articola nell’accoglienza ma anche nell’apertura al territorio. “Il nostro primo compito è testimoniare la fraternità presbiterale, vivendo l’intera diocesi come se fosse la nostra parrocchia”, spiega don Davide. “Non abbiamo pensato a un seminario solo da abitare, ma a un seminario che si apre al territorio – racconta don Paolo Spera –. L’essenziale non è fare, ma stare con la gente: ci siamo recati nelle zone pastorali per intere settimane, condividendo vita, ascolto e fraternità, incontrando catechisti, famiglie, giovani e operatori pastorali”.
Su questa visione si è costituita l’équipe vocazionale diocesana, articolata in cinque ambiti – famiglie, ministranti, giovani e adolescenti, ministeri e cultura – ciascuno animato da laici e consacrati. Le équipe propongono itinerari formativi e momenti di confronto in tutta la diocesi.
Francesco e gli altri
Dei giovani che hanno partecipato a queste proposte fa parte Francesco, 22 anni. Tra le esperienze più significative ricorda gli esercizi spirituali “Eremo”, tenutisi per i giovani nel dicembre 2024 proprio nel seminario minore. “Sono stati tre giorni intensi, fondamentali per chi desidera intraprendere un cammino di fede”, racconta. “In quei giorni ci siamo confrontati con noi stessi, con gli altri e con Dio. È stata una convivenza vera con fratelli e sorelle”.
Da quell’esperienza è nato l’impegno di Francesco all’interno dell’equipe vocazionale per collaborare all’organizzazione di eventi, come la Giornata del Ministrante. Da quel cammino è maturata una consapevolezza profonda: “La nostra prima vocazione è essere testimoni, riconoscerci come figli di Dio e declinare questa identità in tutte le dimensioni della vita, laicali e non”.
E aggiunge: “L’operato di don Davide e don Paolo è orientato all’incontro con le persone, con un’attenzione particolare ai giovani. I sacerdoti e i laici impegnati nel centro diocesano vocazionale rendono visibile la chiesa locale nel territorio, e questa è un’opportunità – aggiunge Antonio – perché spesso Dio chiama dove meno te lo aspetti, sta a noi essere pronti per cogliere il suo invito”.
(di Giacomo Capodivento – foto gentilmente concesse da don Paolo Spera)