1 Settembre 2025

Un viaggio nella storia cristiana di Adria

È stato recentemente inaugurato il Museo diocesano di Adria, completamente rinnovato e che si propone di essere il centro della vita culturale e artistica della diocesi. Ai visitatori viene proposta un’esperienza immersiva, che li riporta indietro nel tempo.

Il Museo diocesano della cattedrale di Adria è finalmente realtà. Preserva e valorizza le testimonianze storiche e artistiche della diocesi di Adria-Rovigo, promuovendo una maggiore comprensione delle radici spirituali e culturali della comunità cristiana polesana. Ne è orgoglioso don Paolo Cestarollo, direttore per l’edilizia di culto dell’ufficio diocesano dei beni culturali, per questo nuovo tassello che si aggiunge alla realizzazione dei progetti grazie anche al contributo dell’8xmille alla Chiesa cattolica.

“Da tre anni – dichiara don Paolo – viaggiamo in questa direzione, con numerosi interventi di ristrutturazione e soprattutto organizziamo una serata in cui invitiamo le parrocchie della diocesi, gli enti pubblici e le istituzioni per spiegare la destinazione dell’8xmille in materia, forniamo dettagli sulla parte tecnica, con il nostro staff di progettisti, tra cui l’ingegnere Silvia Bellini, e naturalmente ripercorriamo un excursus storico del nostro territorio. Lo zoccolo duro delle donazioni restano gli anziani, cresciuti in parrocchia, che spesso poi vogliono mantenere il loro legame con la comunità anche attraverso dei lasciti”.

Il Museo diocesano è collocato nella struttura dell’originario Museo della cattedrale. I suoi spazi – ricavati dalle intercapedini tra la cattedrale antica (detta di S. Giovanni) e quella nuova (dei Ss. Pietro e Paolo) – sono stati ampliati, riallestiti e arricchiti con opere provenienti da diverse realtà parrocchiali, tanto da diventare il principale centro diocesano di arte sacra. Questa raccolta ricostruisce duemila anni di fede vissuta e trasmessa nel Polesine.

“Un traguardo raggiunto anche grazie all’importante contributo della Fondazione Cariparo – spiega il direttore del Museo diocesano, Mauro Maran –. Dopo la chiusura per il covid dell’allora Museo della cattedrale inaugurato nel 2015, oggi il polo torna al centro della vita culturale e artistica, diocesana e provinciale e si presenta completamente rinnovato, più consono alle esigenze moderne di fruizione culturale e storico-artistica, offrendo ai visitatori un’esperienza immersiva. Il nuovo percorso, collocato tra le due cattedrali, prevede 500 mq espositivi e 8 sezioni. Prende avvio da uno dei luoghi più rilevanti dal punto di vista storico-artistico e religioso del Polesine e dell’intero Veneto: un sacello absidato del IX secolo (la cosiddetta “cripta”) cui si accede da Piazzetta Campanile. Si attraversa poi ciò che rimane dell’antica cattedrale di San Giovanni, che era un luogo ricco di arte e nel 1760 contava almeno una decina di altari, con numerosi dipinti e sculture per la maggior parte reimpiegati nella nuova cattedrale. Pur rimanendo uno spazio sacro a disposizione del culto dei fedeli, con il nuovo riallestimento, San Giovanni si propone ora come contenitore “proprio” di testimonianze d’arte e di fede di tutte quelle chiese della città di Rovigo oggi sconsacrate, chiuse o non più esistenti”.

Attraversando le vestigia di quello che, a tutti gli effetti, è stato il centro d’origine della fede in Polesine (la zona ove sorgeva il primitivo Castello di Adria) il visitatore viene trasportato dal nuovo allestimento in un viaggio nel tempo.

“L’esposizione – continua il direttore Maran – vuole gettare un ponte tre le diverse generazioni, attraverso oggetti, manufatti, sculture e paramenti sacri, che raccontano secoli di devozione e maestria artistica. Il Museo presenta una selezione di dipinti, pale d’altare, argenteria, paramenti e sculture e alcune opere della collezione privata dell’ing. Luciano Zerbinati. Nello stesso luogo, che inevitabilmente diventa il trait d’union tra le sale espositive e la chiesa dedicata al Battezzatore, per completare la narrazione sulla parentesi scultorea del Quattro-Cinquecento locali, sono presenti anche altre opere lapidee, successive alle terrecotte. Tra i pezzi vanno annoverati i frammenti quattrocenteschi di Michele da Firenze, autentici capolavori di terracotta modellata, dipinta e dorata. Tra i capolavori assoluti, le due opere del famoso artista quattrocentesco, allievo di Ghiberti, Michele da Firenze: i frammenti dell’altare della Madonna della Vita e il Polittico di Raccano (recentemente restaurato grazie al Bando nazionale “Restituzioni. XX Edizione”, che sarà in mostra a Roma e arriverà in loco nel 2026).

“Siamo molto felici del raggiungimento di questo risultato – dichiara il vescovo Pierantonio Pavanello – un lavoro che si è sviluppato nel tempo, soprattutto negli ultimi tre anni. L’arte, come ricordava papa Francesco è anche uno strumento di evangelizzazione: attraverso la musica, l’architettura, la scultura, la pittura la Chiesa spiega, propone e interpreta la Rivelazione. È motivo di soddisfazione che l’inaugurazione del Museo Diocesano avvenga proprio nel contesto dell’anno giubilare, un periodo in cui tutti siamo chiamati a infondere coraggio e alimentare la speranza”.

(testo e foto di Sabina Leonetti)

1 Settembre 2025
raccontaci

Hai una storia da raccontarci?

Condividi la tua esperienza, ti potremo contattare per saperne di più.

Iscriviti alla nostra newsletter