2 Febbraio 2024

Ad Alcamo la comunità si sente… chiaro e forte

La parrocchia di Gesù Cristo Redentore ad Alcamo (TP), grazie all'impegno di don Francesco Finazzo, ha introdotto la Lingua dei Segni nella vita della comunità, diventando un punto di riferimento importante per le persone sorse di tutta quella zona. E una comunità inclusiva, diventa più accogliente per tutti.

“La possibilità di avere celebrazioni ed eventi tradotti nella Lingua Italiana dei Segni (LIS) ha consentito ai fedeli sordi di sentirsi davvero inseriti nella comunità”. Don Francesco Finazzo, parroco di Gesù Cristo Redentore ad Alcamo, in provincia di Trapani, racconta così l’impatto che l’introduzione della LIS ha avuto sulla vita parrocchiale. Una storia di inclusione, nata proprio per iniziativa del sacerdote siciliano.

“Il vescovo – spiega don Francesco – mi aveva proposto di partecipare insieme ad altri a un corso prima sulla confessione dei sordi e poi un altro sulla LIS, incentrato su tematiche religiose”. “Dopo questo periodo di formazione – prosegue il parroco – ho preso contatti con due persone della zona che conoscevano la Lingua dei Segni e hanno organizzato un corso per insegnare a segnare. Ad ora, tra chi aveva partecipato a questo percorso e altre persone, in parrocchia ci sono una quindicina di persone capaci di segnare e che studiano la LIS”.

Una delle due insegnanti di questo corso è Gisella Longo che si è avvicinata alla lingua dei segni ormai più di 30 anni fa. “Quando avevo 17 anni – ricorda la donna, che nella vita è un’insegnante di sostegno – in una chiesa di Alcamo una persona si era offerta di tradurre nella lingua dei segni. Era Francesco Ardito, dell’Ente Nazionale Sordi, il cui padre era sordo e che è l’altro insegnante del corso in parrocchia”.

“Grazie a lui – prosegue la docente – sono entrato in contatto con la comunità dei sordi.

Mi si è aperto un mondo e ho avuto modo di conoscere tanti canali comunicativi,

perché le persone sorde, come del resto quelle udenti, sono diverse e ho potuto sviluppare le capacità di attenzione. Ho scoperto anche una realtà di cui non si ha idea delle difficoltà”. In questo percorso Gisella si è formata, frequentando corsi e cominciando a tenerne, come fa da quattro anni nella parrocchia di Gesù Cristo Redentore. “Ora abbiamo due gruppi – racconta ancora la Longo – uno di una quindicina di ragazze che sono con noi da più tempo, un altro di 8 persone. Per noi ampliare è sempre un problema, perché la LIS, come per tutte le lingue, necessita tempo e tanto esercizio”.

Un piccolo gruppo, che si riunisce due volte a settimana e che da gennaio 2023 è molto presente in diversi momenti della vita comunitaria. “Principalmente – dice il sacerdote – viene tradotta in LIS la messa della domenica pomeriggio, ma i sordi sono coinvolti anche in attività non strettamente liturgiche come per esempio incontri, pellegrinaggi e concerti. Uno di questi ultimi, organizzato in occasione di S. Cecilia, è stato apprezzatissimo da tutti”.
“La funzione – aggiunge Gisella Longo – viene tradotta in LIS da tre persone, una che traduce il celebrante, una seconda l’assemblea, una terza il lettore. Questa divisione è fondamentale per far capire ai sordi lo svolgimento della messa”. “Dietro alla preparazione di una funzione – prosegue la docente – c’è un lavoro intenso, a partire da quello di interpretazione dei testi che svolgiamo sempre con l’aiuto di don Francesco”.
Tra le persone che segnano c’è anche Daniela. “Frequentavo la parrocchia – ricorda la donna – e ho visto questo corso. Mi ha incuriosito e ho cominciato”. “La cosa più difficile – aggiunge  – è, come per tutte le lingue, praticare la LIS, anche perché io non ho persone sorde in famiglia. È bellissimo vedere come, quando incontri le persone sorde, loro abbiano voglia di interagire e siano felicissime di vedere che ci sia qualcuno che lo voglia fare nella loro lingua”.

Le persone sorde coinvolte normalmente sono una decina, provenienti da Alcamo e dalle zone vicine, anche se se ne sono avvicinate molte di più. “Alla festa per celebrare San Francesco di Sales, il patrono dei sordi – racconta il parroco –, c’erano una quarantina di persone e alla Domenica delle Palme tra i cinquanta e sessanta, provenienti dalla provincia e anche da Palermo”. L’uso della LIS in varie occasioni ha avuto delle conseguenze positive sulla vita della comunità di Gesù Cristo Redentore. “Tutte le volte che c’è la traduzione in LIS – spiega don Francesco – gli altri partecipanti sono incuriositi e si sono dimostrati molto comprensivi: non c’è stata nessuna fuga verso altre celebrazioni. Da parte dei sordi stiamo notando che si stanno inserendo, man mano, nelle attività della nostra parrocchia. Vengono e sono molto interessati a quello che proponiamo. Quello che più ci ha colpito è il bel clima di fraternità che si è creato nei momenti liturgici ma anche di convivialità”.
L’uso della LIS per la messa e in alcune iniziative è un primo passo per la comunità sorda. “Il nostro gruppo vorrebbe diventare un punto di riferimento – conclude don Francesco – come abbiamo già fatto in alcune occasioni: vorremmo essere presenti con la LIS anche in eventi come i funerali, dove è necessario segnare”.
Un modo di mettersi a disposizione per costruire

una comunità davvero inclusiva e senza barriere.

(di Roberto Brambilla – foto gentilmente concesse da don Francesco Finazzo)

2 Febbraio 2024
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