25 Luglio 2023

Nel centro storico di Sassari, il sogno di una “casa per tutti”

Il centro storico di Sassari vive da anni lo spopolamento, l’aumento dell’età media dei residenti e l’arrivo di persone straniere e di altre fedi. Così nasce il sogno di don Andrea e degli altri parroci, in un contesto sempre più simile alle vecchie periferie: un oratorio che sia una “casa per tutti al centro”.

La canicola estiva invade il sagrato della parrocchia Santissimo Crocifisso e Sant’Apollinare, nel centro di Sassari, e fa preferire la spiaggia ai ragazzini che abitualmente vengono qui a giocare a pallone, sulla piazzetta a due passi dal Duomo. «Speriamo di poter presto aprire un oratorio congiunto con le altre parrocchie del quartiere» sorride aprendo il portone il giovane parroco don Andrea Stara, da un anno alla guida di questa parrocchia di circa 2200 abitanti, per il 70% italiani. Originario di Sorso, già vice rettore del Seminario, con la freschezza e l’umiltà dei suoi 36 anni don Andrea definisce la sua vocazione «una storia semplice», nata nel servizio come chierichetto in parrocchia. «Avvertivo la gioia di stare all’altare, di vedere, toccare e poter servire Gesù nel sacerdote; provavo ammirazione per le cose che vedevo e sperimentavo la bellezza – ricorda – il sentire la chiesa come un luogo bello». A questo si è unita poi l’esperienza nel seminario arcivescovile: «Venni a conoscenza di questo luogo tramite la mia catechista e feci diversi campi estivi. Ad un primo momento non ero intenzionato ad andarci; poi tra coraggio e paura è stato il coraggio a vincere. Sono entrato in seminario quando avevo 15 anni e in questo luogo ho irrobustito la crescita di una vocazione radicata in Cristo: sono stati gli anni più belli per la mia formazione». Poi il trasferimento nel Seminario maggiore regionale a Cagliari. «Il fascino per la vita di fede è cresciuto sempre di più con gli studi teologici, sino all’ordinazione diaconale nel 2012 e quella presbiterale nel 2013. Ringrazio il Signore per aver compiuto in quest’anno anche il mio decimo anniversario di ordinazione». Oggi, dice, sperimenta la sfida di annunciare il Vangelo in un contesto multiculturale. Anche nella seconda città della Sardegna infatti, come avvenuto in altri capoluoghi italiani,

il centro storico è stato progressivamente abbandonato a vantaggio di quartieri con più parcheggi, più verde, più servizi.

Oggi nel dedalo di viuzze e case antiche intorno a piazza Castello resistono anziani e sassaresi attaccati alle proprie radici. Ma molti palazzi storici, come quello proprio di fronte a Sant’Apollinare, sono stati lasciati al degrado e alla ricerca di alloggi a buon mercato da parte di cittadini stranieri. «Il centro storico ospita diverse culture, diverse fedi, diverse lingue, diverse povertà. La diversità – rimarca don Andrea – se da una parte risulta essere una ricchezza per la conoscenza di altre culture, dall’altra può diventare motivo di divisione, di giudizio e di isolamento».

Secondo i dati del Ministero dell’Interno, in effetti, nella provincia di Sassari (che comprende anche Olbia) risiede il 42,3% dei circa 50mila stranieri residenti in Sardegna (appena l’1% degli immigrati in Italia), a fronte del 31% presente a Cagliari. Fra gli stranieri la maggior parte sono donne (53,6%), europee (il 46,4%), in gran parte rumene e ucraine. Ampie le comunità del Senegal, del Marocco e della Nigeria, della Cina, seguite da quelle di latino-americani, filippini, bangladesi, pakistani.

«A causa di pregiudizi e diffidenze – dice don Andrea – non sempre la pastorale della parrocchia arriva facilmente a tutti e ci fa raccogliere i frutti che vorremmo. La povertà è uno dei problemi che maggiormente penalizza il quartiere». A Sassari, secondo l’ultimo rapporto di Caritas Sardegna su povertà ed esclusione sociale, si trova il 10% delle 9540 persone che nel 2021 si sono rivolte ai centri di ascolto, il 76,1% italiani. «Ad oggi – conferma don Andrea – seguiamo una quindicina di famiglie indigenti, metà italiane, e una decina di padri separati disoccupati con le volontarie del gruppo Vincenziano che si occupano due volte al mese di preparare il pacco con generi alimentari e prodotti per l’igiene della casa. In parrocchia è presente un gruppetto che si occupa dell’animazione delle Messe domenicali, un gruppo saldo che sento molto vicino».

C’è poi la crisi demografica che da anni colpisce pesantemente la Sardegna, con la mancanza di opportunità lavorative che spinge i giovani ad emigrare: nell’isola secondo l’Istat si registra un tasso di fecondità dello 0,95% (meno di un figlio per donna), ed il calo più alto di popolazione residente (meno 7% insieme a Basilicata, Molise e Calabria). «In questo momento abbiamo solo sette bambini iscritti al catechismo – dice don Andrea – e anche per questo non è sempre facile formare gruppi che tengano conto dell’età e delle esperienze: preferiamo incontrare tutti insieme i partecipanti. È presente purtroppo anche il problema della tossicodipendenza, che colpisce sempre di più i giovani».

Tra gli uomini di fiducia dell’arcivescovo di Sassari, mons. Gianfranco Saba, come direttore del Centro diocesano vocazioni e assistente spirituale del settore ragazzi di Azione cattolica, don Andrea è anche collaboratore della parrocchia di san Nicola e santa Caterina (la cattedrale), per poter portare avanti il progetto di unità pastorale per il centro storico di Sassari. «Uno dei sogni non solo mio – chiosa – ma anche dei parrocchiani più vicini e degli altri parroci del centro, sarebbe quello di poter realizzare un oratorio come luogo di ritrovo per tanti ragazzi e giovani che possano sentire la parrocchia come la propria casa.

Lo vorremmo chiamare: “Una casa per tutti al centro”:

credo sia importate anzitutto come forma di annuncio per avvicinare alla fede chi è lontano. Uno spazio per fare esperienza di comunione e di amicizia. Un luogo di ritrovo dove anche poter permettere ai bambini di fare i compiti assieme, di poter studiare insieme ad altri ragazzi».

(di Manuela Borraccino – foto Borraccino e per gentile concessione di don Andrea Stara)

25 Luglio 2023
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