Nell’anno più duro, distanti ma mai separati!
La Chiesa in uscita si fa sentire anche ai tempi del Covid. Perfino nelle parrocchie più piccole, con pochi mezzi e grandi necessità. Ecco come volontari e preti diocesani, affidati alle nostre offerte, portano aiuto e progettano la ripartenza.DON GIUSEPPE: NELLA SERRA CORSI PER FUTURI AGRICOLTORI
Formazione professionale all’aperto nella parrocchia di San Pietro apostolo a Portici (Napoli), nel parco naturale del Vesuvio.
La “Serra per rivivere” sarà crocevia di corsi gratuiti di agraria per i giovani, affidati ai coltivatori ed agronomi in pensione della zona. Con don Giuseppe De Crescenzo hanno progettato il ripristino di un terreno in abbandono.
Fiorirà nonostante il covid, senza dimenticare gli ultimi. I proventi della vendita di ortaggi e fiori andranno infatti ai senza dimora del centro storico di Napoli, che i volontari di don Giuseppe raggiungono con un pasto caldo quasi ogni sera. “Puntiamo sulle potenzialità del territorio – spiega il parroco – Siamo nella periferia campestre di un grande centro urbano e non potevamo restare a guardare la disoccupazione giovanile dilagante. La strada è la tutela ambientale, sulle orme della Laudato si’”. “Siamo oltre 60 volontari – aggiunge Nino Cervero, uno dei promotori – Ora potremo fare della serra un polmone sia per l’incontro tra anziani coltivatori e nuove leve, sia per le iniziative di carità. Nel servizio in strada agli ultimi non ci siamo mai fermati, neppure nella pandemia”.
DON LUIGI: “CHEF IN PARROCCHIA PER FORMARE CHI NON LAVORA”
Don Luigi Milano, parroco della Madonna del Carmine a Castellammare di Stabia (Napoli), da anni è in prima fila per l’occupazione giovanile: “La scuola di cucina parrocchiale formerà a breve nuovi cuochi e sfornerà solidarietà per le famiglie in emergenza alimentare a causa del Covid – spiega – raggiunte peraltro dalla generosità straordinaria dei fedeli ad aprile scorso, con 25 mila euro raccolti in 2 mesi”. Gli insegnanti sono chef e docenti di istituti alberghieri, “professionisti motivati nella testimonianza di fede e nella risposta come società civile” aggiunge don Luigi. Il laboratorio punta a fare la differenza in un’area dove sono forti le maglie del sistema camorra sulle nuove generazioni. I piatti cucinati dagli allievi durante i corsi verranno serviti ad oltre 50 famiglie bisognose.
DON GIULIO: “PER I LICENZIATI UN TETTO E UN PIANO B”
“Quando vedi le persone disperate ti domandi ‘perché non posso aiutarle?’”. Il progetto di don Giulio Gallerani e team della parrocchia Ss. Pietro e Girolamo a Rastignano (Bologna) è nato per le famiglie che hanno perso il lavoro, e come in un domino anche le risorse per pagare affitto e utenze. “È la nuova emergenza sociale: se non hai lavoro, perdi tutto. Bussano qui anche con bambini molto piccoli. Abbiamo aperto le porte, come ci ha chiesto papa Francesco” spiega il sacerdote. In canonica amplieranno la casa-alloggio: “In quest’area di aziende meccaniche assistiamo ad un’impennata di nuove povertà. Aiutiamo inoltre le famiglie a rientrare nel mondo del lavoro – spiegano Guido Crallini e Maria Gabriella Peddes, tra i promotori – La relazione via via rinvigorisce. La cosa più bella è quando li vedi consolidarsi, volare via e richiamarti solo per un saluto. Che cosa ci spinge? L’amore per Gesù e per il prossimo”.
L’INFERMIERA DI COMUNITÀ PER GLI ANZIANI E PIÙ INCLUSIONE PER I DISABILI
Parrocchia di San Filippo Neri, a Milano, zona Bovisasca. L’80% di popolazione è over 65, in molti casi sola in casa per la pandemia. Don Ivan Bellini e fedeli ora li accompagnano anche con una nuova figura, l’infermiera di comunità. Un esempio di welfare agile, decentrato e strategico: “con tutte le cautele imposte dal covid, diventiamo una famiglia più grande. Evitiamo cedimento emotivo e trascuratezza oltre le porte chiuse, aiutando chi è più avanti con l’età nelle terapie e nei controlli quotidiani. Il cosiddetto fenomeno delle ‘porte girevoli’, cioè casa-ospedale-casa, oggi è troppo rischioso per gli anziani e il territorio ha sempre risorse alternative da mettere in campo” spiegano. Novità importante per le persone con disabilità sono invece i laboratori di ceramica e musica aperti nella parrocchia Sacro Cuore di Gesù a Gela (Caltanissetta) da volontari e don Angelo D’Amico: “È una risorsa per l’intera zona gelese, che rafforza relazioni e autonomia dei disabili adulti, oltre ad alleviare le famiglie nel lavoro gravoso di cura. Come ci ha detto papa Francesco, chi è più fragile diventa testimone dell’incontro”.
DAL FURGONE ALLA BANCA LAVORO ONLIONE: LA MISERICORDIA ACCELLERA
In tempi di pandemia, è la Chiesa che va incontro alle persone. Un furgone può fare la differenza se le attività per i poveri sono tante. È così per don Pierluigi Di Piazza e il gruppo di San Michele Arcangelo a Zugliano (Udine): sul quattro ruote usato sono più facili ritiro e consegna di vestiario e alimenti agli ultimi. E per le strade corre anche la testimonianza. Stessa logica anche per il piano occupazionale messo a punto a Roma, in zona Garbatella: don Alessandro Di Medio e professionisti della comunità San Francesco Saverio hanno messo in cantiere un servizio online di raccordo tra chi è in cerca di lavoro e le aziende: “ci ha allarmato il numero di under 35 licenziati durante la pandemia. Lavoriamo in rete con imprese locali e il microcredito diocesano. Prevediamo anche prestiti d’onore per ripartire”. Per gli studenti, anche un gruppo di orientamento per ‘discernere da giovani’ dice don Di Medio, a fianco di chi cerca la propria vocazione professionale.
IN PARROCCHIA SPAZI, TUTOR E PC PER CHI STUDIA A DISTANZA
In Italia una famiglia su 4 non ha connessione ad internet, indica Istat nel 2020, con marcate disparità regionali. Vuol dire studenti tagliati fuori dalle lezioni in video e ad alto rischio dispersione scolastica (il 7,5% al nord, l’11% al Centro e il 19% al Sud). Ma anche adulti licenziati e senza competenze digitali, che non sanno candidarsi on line ad un nuovo lavoro. Tutor, spazi, wifi e computer arrivano in parrocchia Regina Pacis, a Paceco (Trapani), grazie al gruppo di professionisti e insegnanti che alleviano queste ferite culturali ed economiche con don Vincenzo Basiricò e don Emanuel Mancuso: “Siamo punto di riferimento per 11 mila abitanti, con richieste triplicate alla Caritas negli ultimi mesi e l’allarme da parte dei genitori per l’inarrivabile didattica a distanza. Insieme supereremo questi mesi”.
AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA E NELLE ESCURSIONI ALL’APERTO
Porte aperte per chi è senza famiglia, anziani, disabili e senza tetto. Cresce la casa d’accoglienza della parrocchia di Cristo Re a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) grazie al gruppo di don Gianluca Rosati. Posti letto e mensa, con migliaia di pasti caldi distribuiti ogni anno.
Segnaliamo infine, ma non ultimo per la portata innovativa, il progetto di don Marco Di Giorgio nella comunità San Luigi Gonzaga a Pesaro, ereditato dal successore don Pavel Kelaru. La sedia da trekking pensata per persone con disabilità, che così escono a passeggiare con gli scout: “L’ha già utilizzata un’escursionista di 11 anni. Non dimenticheremo mai la felicità nei suoi occhi la prima volta che insieme ai coetanei ha attraversato un bosco” raccontano. Il kit resterà a disposizione di nuovi partecipanti. Di questi “evangelizzatori appassionati e creativi”, come ha evidenziato Papa Francesco, oggi soprattutto c’è bisogno.