10 Maggio 2022

Poveri, disoccupati, senza casa: una parrocchia con le maniche rimboccate

Da "Verona fedele", settimanale della diocesi di Verona, una bella storia di impegno e solidarietà, animata da un giovane sacerdote. Don Nicola Giacomi, parroco di Tregnago, e tutta l'unità pastorale che va da Illasi a Selva di Progno, si stanno dando fa fare per aiutare le famiglie in crisi.

Parte dalla parrocchia di Tregnago un progetto di solidarietà e carità che coinvolge decine di volontari, di famiglie e un’intera unità pastorale che va da Illasi a Selva di Progno. Il parroco di Tregnago, don Nicola Giacomi, ci racconta questa bellissima esperienza, partita da «un’intuizione spirituale», come la definisce lui stesso. «È partito tutto dal nostro vescovo, mons. Zenti, che ci chiede sempre di prenderci cura dei poveri e, come Chiesa, di essere attenti ai segni dello Spirito. Noi come cristiani siamo segni di speranza e la morte non può mai avere l’ultima parola. E quando parlo di morte, intendo anche sconfitta, problemi gravi, pandemia stessa. E così siamo partiti dalle basi. Come unità pastorale abbiamo deciso di puntare su tre punti cardine: liturgia, catechesi, carità. Per ogni cristiano e per ogni parrocchia della zona, dedicando un terzo a ciascuna di queste tre dimensioni».
– Tre cardini impegnativi…
«E che reputo indispensabili e meravigliosi. Accanto alla vita parrocchiale e pastorale, non poteva mancare quella della carità. La preghiera e la Provvidenza in questi mesi mi hanno messo
davanti a segni che ci hanno permesso di mettere in piedi determinati progetti in ciascuno di questi ambiti».
– Come avete vissuto la dimensione della carità?
«È uno dei tre pilastri che sostiene le nostre comunità. Siamo partiti con la sensibilizzazione sul territorio, coinvolgendo volontari e persone di tutte le età. Abbiamo organizzato una proposta formativa per circa 90 volontari. Da lì è nato dapprima una Centro di ascolto, con i volontari che sono stati formati da Caritas diocesana. Centro di ascolto che poi si concretizza in tre progetti, il primo dei quali è rappresentato dagli angeli custodi».
– Cioè?
«Ogni persona che ci prendiamo a cuore ha tre o quattro volontari, che definiamo appunto Angeli custodi, che si prendono cura di lei. Questo non per creare assistenzialismo, ma perché ogni povero si senta parte integrante della comunità».
– Gli altri due progetti?
«Abbiamo istituito in parrocchia a Cogollo un supermercato solidale, la “Bottega della carità”, dove le famiglie più bisognose possono recarsi una volta a settimana per fare una vera e propria spesa con i prodotti che settimanalmente ci vengono donati dalla Provvidenza. Il terzo progetto invece si chiama “Casa Carità” ed è legato alla dimensione abitativa. Oggi abbiamo già 16 nuclei familiari ospitati in diversi appartamenti sul territorio e noi come parrocchia di Tregnago facciamo da garanti per gli affitti con i proprietari. Inoltre siamo in trattativa per quattro appartamenti, sempre per famiglie bisognose. Ovviamente queste famiglie sono seguite dagli angeli custodi, mentre l’arredo e la manutenzione avviene grazie ad un altro gruppo di volontari, il Gruppo operativo».
– Un progetto di carità a 360 gradi…
«Ma ci tengo a sottolineare che il centro di tutto è la persona, proprio come diceva madre Teresa: “In ogni povero, c’è il volto di Gesù”. Ogni persona non è un caso da risolvere, ma è una palestra per poter capire anche come aiutare – in seguito – altre persone. Il nostro presupposto di partenza è che non c’è alcun problema che non possa essere risolto».
– E come risponde la società civile a questi progetti?
«Come Chiesa non vogliamo sostituire gli enti sociali, anzi collaboriamo. L’intento come parrocchia è dare il tempo, nell’urgenza, al Comune di trovare soluzioni per le persone che ne hanno bisogno. Ecco perché i progetti abitativi intorno ad ogni famiglia vengono rivalutati ogni sei mesi, con veri patti di corresponsabilità con le persone ospitate».
– E il futuro?
«Abbiamo formato un’équipe di professionisti volontari, composta tra gli altri da un avvocato, una psicologa, un ex imprenditore, che oggi si stanno prendendo cura di determinate esigenze
e necessità in collaborazione con il Centro di ascolto. Ma da settembre, grazie a loro e ad altri enti sul territorio, partirà un quarto progetto: “Lavoro e carità”, con il quale vogliamo creare una sorta di contratti di apprendistato lavorativo per le persone che seguiamo. E come oggi noi facciamo da garanti per la casa, da settembre lo faremo anche con varie aziende del territorio sul fronte del lavoro».

(da “Verona fedele” del 27 febbraio 2022)

10 Maggio 2022
raccontaci

Hai una storia da raccontarci?

Condividi la tua esperienza, ti potremo contattare per saperne di più.

Iscriviti alla nostra newsletter