27 Aprile 2022

Sacerdote da 80 anni: “Grazie a Dio e alla mia gente”

104 anni, 80 di messa. Con una lucidità sorprendente il trentino don Guido Avi esprime tutta la sua gratitudine: «A Dio, ai miei genitori, alle comunità di Noriglio, Rovereto, Cristo Re, Albiano, Baselga del Bondone e Kamauz in val dei Mocheni, che mi hanno aiutato ad essere sacerdote e contribuire alla crescita della nostra gente». Il racconto di Avvenire.

Nemmeno ha tenuto il conto di quante Messe abbia celebrato nella sua vita don Guido Avi, 104 anni lo scorso 14 febbraio. Quella dello scorso Giovedì Santo ha avuto un significato ancora nuovo, nell’ottantesimo giubileo sacerdotale. Lo ricorda bene quel 5 aprile 1942, era un giorno piovoso di Pasqua a Madrano, paesino sopra Pergine Valsugana, in provincia di Trento. Ricorda la figura del suo parroco Igino Zulberti e del “benefattore” Mario de Chilovi, uno studente che raccolse fra i compagni di università a Milano le 280 lire per consentirgli di entrare in Seminario. Di queste due figure ha lasciato traccia anche sul “santino” di quella prima Messa, ma don Guido ricorda bene perché la sua memoria resta salda nelle date fondamentali, la mente fresca. Il Giovedì Santo ha seguito a distanza in televisione l’applauso che gli altri confratelli gli hanno rivolto al termine della Messa in Coena Domini con gli altri festeggiati insieme all’arcivescovo Lauro Tisi. Poi don Guido si è rimesso a scrivere con la sua calligrafia meno rotonda di un tempo, ma veloce nel fissare pensieri utili per altri. «Sento che la mia vita sarà ancora breve», confida oggi mentre qualche anno fa strappava una risata ai giornalisti che lo intervistavano sulla sua longevità, «Sioredio, son tut vos, ma pu tardi che pos», usava rispondere in un dialetto facilmente traducibile.
Soltanto l’udito gli dà qualche problema, le gambe gli consentono ancora qualche giretto vicino alla casa di Vigalzano. «Non lo chiamerei giretto, sono vere e proprie passeggiate – precisa quasi stupita la nipote Nicoletta – perché il passo è ancora buono. Don Guido concelebra volentieri alla Messa parrocchiale ». In questi ultimi anni la sua testimonianza di vita è stata soprattutto un ringraziamento – come ha scritto anche nel giorno del centesimo compleanno in un libro di ricordi venduto per ricavarne beneficenza – che riassume con quest’immagine che ci dice a voce: «Dicono che il fiore della riconoscenza spunti raramente nel ricco giardino del cuore dell’uomo, ma arrivato a 104 anni e guardando alla mia lunga vita, dal Battesimo fino a questa sera, sento il dovere di dover dire grazie a Dio, ai miei genitori, alle comunità di Noriglio, Rovereto, Cristo Re, Albiano, Baselga del Bondone e Kamauz in val dei Mocheni che mi hanno tutte aiutato ad essere sacerdote e contribuire alla crescita della nostra gente». Insomma, per don Avi un prete è sempre il prodotto della sua comunità. Lo dice anche per per uscire da una leggenda giornalistica della sua figura, legata al bonario soprannome di “don Torta”, perché secondo la narrazione popolare proprio con la vendita dei dolci realizzati dalle parrocchiane («Datemi una torta e vi farò la chiesa») don Guido sarebbe riuscito nel secondo dopoguerra a raccogliere i fondi per completare la realizzazione nel 1952 della grande chiesa a servizio del quartiere di Cristo Re, dove fu parroco dal 1948 al 1968. «Non è stato merito mio, ma della Provvidenza, ci tengo a precisarlo», ripete quasi preoccupato di prendersi un merito non suo, sottolinea infatti l’aiuto avuto dai ferrovieri, dagli industriali di Trento Nord, dai bambini che portavano le uova delle loro galline, al punto che qualcuno ebbe a commentare: «Sentiamo ancora il profumo delle torte e delle uova che le pietre della chiesa trasudano».
Don Avi viene festeggiato ogni anno anche dalla sua parrocchia di Noriglio («il primo amore non si scorda mai») e dai parrocchiani di Santa Maria a Rovereto che condivisero con lui gli stenti della seconda guerra mondiale (lì mise in salvo anche un ufficiale tedesco), ma è ricordato anche in Perù dove ha fatto arrivare delle campane nuove e tanti aiuti raccolti in Trentino.

(Diego Andreatta / da Avvenire del 27 aprile 2022; foto tratta da www.vitatrentina.it) 

27 Aprile 2022
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