20 Maggio 2019

Sulmona: l’uliveto e lo chalet dove gli “scartati” ritrovano se stessi

Per il vescovo mons. Michele Fusco il Progetto Policoro è il futuro: “Scommette su tre parole: giovani, Vangelo e lavoro. Così i ragazzi smettono di essere destinatari passivi di forme di assistenzialismo e diventano protagonisti della propria vita.
SULMONA

“La mission che ci siamo dati è recuperare e reinserire nella società persone che hanno avuto problemi con la giustizia o con la droga”. Cristian Iannarelli, già animatore di comunità del Progetto Policoro in diocesi di Sulmona-Valva (cioè il referente dei giovani locali interessati ai corsi di formazione per imparare a fare impresa), è il fondatore a sua volta della cooperativa sociale Eccomi, nata nel 2014 a Popoli (Pescara). Primo passo: produrre olio recuperando  uliveti in Abruzzo e in Molise su terreni diocesani, o abbandonati, o dell’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, fondata da due sacerdoti, don Giovanni  Minozzi e don Giovanni Semeria. “Ad aiutarci moralmente, logisticamente e anche nella vendita – racconta il giovane imprenditore – fu l’allora direttore della Caritas diocesana don Palmiero Amatangelo, oggi parroco a Santa Maria Maggiore, a Rocca Pia”.  Nel 2016 poi, con la gestione  del bar ristorante “Chalet Capopescara”, la cooperativa si ingrandisce tanto che il valore di produzione – secondo un monitoraggio UnionCamere per Policoro – cresce da 5.200 euro del 2014 a 37 mila. E la società ora cura anche la manutenzione del canile comunale e il verde pubblico. “Desideriamo evangelizzare e testimoniare che si può raggiungere la santità attraverso il lavoro. Tanti che ieri potevano considerarsi emarginati, oggi sono soci della cooperativa”  conclude Cristian. Per il vescovo mons. Michele Fusco il Progetto Policoro è il futuro: “Scommette su tre parole: giovani, Vangelo e lavoro. Così i ragazzi smettono di essere destinatari passivi di forme di assistenzialismo e diventano protagonisti della propria vita – spiega –. Ci rende ‘Chiesa in uscita’, che annuncia un cambiamento positivo. Vorremmo creare una rete tra mondo laico e mondo cattolico per una nuova promozione umana. Riaccendere l’entusiasmo di giovani che pensano di emigrare o in persone con un passato pesante alle spalle, ex tossicodipendenti o ex detenuti, è il modo per farci loro prossimo e restituire fiducia. Nell’episodio dei discepoli di Emmaus, Gesù si fa compagno di viaggio: ascolta, condivide, chiarisce e riaccende nei cuori la speranza. Poi si siede a mensa con loro. Così ogni accompagnamento spirituale può trasformare la delusione in nuova opportunità. È una proposta di vita concreta, la stessa che sempre Gesù ha fatto a noi”. “Al centro c’è la persona” gli fa eco Francesco Maria Di Pietro, animatore di comunità. Come combattono la crisi? “Con la dottrina sociale della Chiesa, l’economia civile e principi etici forti”. E così vincono. https://it-it.facebook.com/chaletcapopescarapopoli/  

(testo di Stefano Nassisi – foto concesse da Cristian Iannarelli)

20 Maggio 2019
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