13 Febbraio 2023

Un prete in serie C: una missione tra pallone e Vangelo

Don Andrea Buffoli a Chiavari è il cappellano della Virtus Entella, che milita in serie C. Ma è anche direttore sportivo di una squadra di seconda categoria, il Marina Giulia. Per i suoi calciatori è un punto di riferimento, per gli avversari una sorpresa; per tutti una guida per vivere bene il calcio.

Che ci fa un sacerdote a bordo campo? “Tutto nasce dal tifo per la squadra della mia città”. Si racconta così don Andrea Buffoli, 37 anni, canonico della cattedrale di Chiavari, in Liguria, e cerimoniere del vescovo Giampio Devasini, che ha un ruolo attivo anche nel mondo calcistico della sua città. Don Andrea è infatti sia il cappellano della Virtus Entella, club che milita nel girone B della serie C, che direttore sportivo del Marina Giulia, piccola società sempre di Chiavari che gioca in seconda categoria, l’ottava serie della piramide calcistica nazionale.

“Ciò che sicuramente porto con me dal mondo del pallone alla parrocchia è l’estrema schiettezza nei rapporti, molto diretti, che ti permettono di affrontare subito ogni questione” spiega il sacerdote, che aggiunge: “Dal mondo ecclesiale, invece, cerco di trasmettere la capacità di saper godere di ciò che hanno gli altri, di un bene comune che nel calcio viene spesso bypassato dall’esclusivo interesse per la propria carriera”.

 

Da tifoso a coach

Il ruolo di cappellano di un club professionistico è nato quasi per caso. “Nel 2013 ero un semplice abbonato allo stadio comunale, quando mi nota il presidente Gozzi e mi chiede di andare a trovare i giocatori. Il mio ruolo di cappellano della Virtus Entella è stato ufficializzato soltanto più tardi”, ricorda don Andrea.

Tutto nasce da uno stare insieme: a volte basta la presenza per evangelizzare.

All’attività con la prima squadra si aggiunge quella con il settore giovanile del club. “Con i ragazzi il progetto è stato più ampio, di vero e proprio tutoraggio volto ad aiutare coloro che provengono dai paesi intorno Chiavari dal punto di vista umano e scolastico oltre che sportivo, visto che ad alcuni insegno anche al liceo. I ragazzi, poi, vivono in convitto in una struttura diocesana e quindi si condivide anche la vita di tutti i giorni”, sottolinea il sacerdote.

Vivere la quotidianità di un club professionistico vuol dire avere a che fare anche con atleti che non credono o con altri che professano altre religioni: “In occasioni del genere sono importanti il dialogo e il confronto. Nei momenti di raccoglimento in occasione delle festività, ad esempio, chi vuole può pregare Dio o altrimenti si è liberi di riflettere o di pregare su quello in cui si crede”. A confermarlo c’è Marco Chiosa, difensore con oltre 100 presenze nelle fila dei biancazzurri e una lunga carriera tra serie B e C:

“Ha una buona parola per tutti e riesce ad avvicinare anche coloro che non professano.

Il mio ricordo più bello è legato all’anno in cui vincemmo il campionato di serie C, nel 2019: durante la messa prima dell’ultima partita, don Andrea ha rievocato nell’omelia il nostro percorso umano e spirituale, oltre che calcistico. Un ricordo toccante che ha commosso la maggior parte dei presenti: pur non essendo obbligatorie, le messe avevano 15-20 partecipanti”.

Direttore Sportivo tuttofare

Accanto all’attività da cappellano della Virtus Entella, don Andrea è anche direttore sportivo del Marina Giulia.  “In seconda categoria svolgere una simile attività significa fare un po’ di tutto, ma soprattutto seguire i giocatori. Le esigenze nei club sono differenti: i calciatori del Marina Giulia non sono professionisti e quindi ci sono più problemi di vita o legati al lavoro che i professionisti non hanno.”

Che effetto fa un sacerdote a bordo campo?

“Sicuramente ho notato sorpresa, stupore, ma poi dopo un po’, ogni timore passa in secondo piano”, ammette don Andrea . “Ciò che conta però è scindere il momento sportivo, dell’agonismo, dal rapporto con gli altri”.

“Stranisce vedere un Don come direttore sportivo – confessa Niccolò Usai, centrocampista 24enne della squadra – ma poi capisci che è una persona d’oro. Anche gli avversari notano il colletto da prete e hanno il massimo rispetto per lui, come lui lo ha per loro e per la terna arbitrale”.

“Per noi significa tanto perché il nostro gruppo è molto giovane, ci sono tanti nati dopo il 2000, ci sono anche dei ragazzi classe 2004 e quindi

è importante avere una persona disponibile e sempre pronta, dentro e fuori dal campo”.

(di Lucio Palmisano / foto gentilmente concesse dall’ufficio stampa della Virtus Entella)

13 Febbraio 2023
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