29 Luglio 2022

Nell’abisso delle nostre carceri, anche tanti semi di speranza

L’Associazione Antigone fa il punto a metà anno 2022: nelle carceri italiane sovraffollamento al 112% con punte del 190% a Milano e Latina. La media Ue al 92%. Peggio di noi solo Cipro, Grecia, Belgio e Romania. Ma in questo panorama desolante, la presenza dei cappellani e di tanti volontari rimane una luce di speranza.

“Altro che stare al fresco – scrive Luca Liverani sulle pagine di Avvenire del 29 luglio 2022 -. Finestre schermate e porte chiuse impediscono spesso un ricircolo d’aria sufficiente. I ventilatori sono oggetti rari. Di frigoriferi, condizionatori o docce nelle celle, previste dal regolamento penitenziario del 2000 a partire dal 2005, non ce n’è traccia. Il tutto aggravato dal sovraffollamento, anche al 194% della capienza come a Latina. Il cambiamento climatico infligge condizioni di vita ancora più insopportabili ai detenuti, creando un clima bollente che rischia di alimentare l’aggressività, a spese anche del personale penitenziario. Il pianeta carcere, insomma, in Italia conferma ancora tutte le sue problematicità, denuncia il rapporto di metà anno di Antigone «La calda estate delle carceri». Difficoltà che, sommate all’interruzione delle riforme giudiziarie, per colpa della crisi di governo, rischiano di rendere esplosivi – come fu per il Covid – i penitenziari”.

In questo panorama desolante, vogliamo però ricordare anche la presenza luminosa dei nostri cappellani, quelli che anche le offerte deducibili per i sacerdoti contribuiscono a sostenere, che insieme a centinaia di religiose, religiosi e volontari laici, ogni giorno restituiscono umanità e speranza a migliaia di sofferenti.

Nei mesi scorsi abbiamo raccontato diverse di queste esperienze, anche grazie alla videocamera di Giovanni Panozzo che è entrato nel carcere di Rebibbia con uno dei cappellani.
A partire proprio da quella storia, ecco le ultime che vi abbiamo raccontato…

Con la penna e la voce di Sabina Leonetti siamo stati a Rossano, da don Piero Frizzarin, in Calabria, e poi in Puglia: a Trani, da don Raffaele Sarno, e ad Andria, nella masseria dove grazie a don Riccardo Agresti, al progetto “Senza sbarre” e alla cooperativa “A mano libera” è fiorito un  luogo di riabilitazione e reinserimento per decine di detenuti ed ex detenuti. 

Tra le tante belle storie vocazionali raccontateci da Eccomi, su Tv2000, vi avevamo riproposto infine anche quella di don Gennaro Pagano, cappellano del Carcere minorile di Nisida e direttore del centro educativo “Regina Pacis” a Quarto (Na).

29 Luglio 2022
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