11 Marzo 2024

Per le strade di Napoli, perché fioriscano fraternità e giustizia

Un Patto educativo per combattere la dispersione scolastica, coinvolgendo una quarantina di parrocchie tra le diocesi di Napoli e Pozzuoli. Ma anche il progetto del Museo Diocesano Diffuso per restituire alla collettività tesori preziosi e creare occupazione per tanti giovani. Con don Federico Battaglia facciamo il punto su quanto si sta facendo ai piedi del Vesuvio per costruire inclusione e seminare speranza.

Il 31 agosto 2023 Giovanbattista Cutolo, detto Giogiò, musicista ventiquattrenne, si trova in una paninoteca nel centro di Napoli con la sua fidanzata. Viene coinvolto in una lite e finisce ucciso con tre colpi di pistola. A sparare, un ragazzino di appena 16 anni dei Quartieri Spagnoli. La storia di Giogiò, quella di un giovane impegnato, altruista e innamorato della vita, è stata raccontata anche sul palco dell’ultimo Festival di Sanremo. Ma il musicista non è il solo giovane ammazzato per le strade di Napoli negli ultimi anni. L’elenco è lungo: Giulio Giaccio, Ugo Russo, Antimo Giarnieri, Francesco Pio Maimone….

Davanti a questa strage, l’arcidiocesi di Napoli non è rimasta indifferente. Le parole dell’arcivescovo Mimmo Battaglia al funerale di Giogiò sono la bussola che guida la pastorale giovanile nel territorio. «Io vi dico: restate! Restate! – era stato l’accorato appello di monsignor Battaglia –. E operate una rivoluzione di giustizia e di onestà. Restate e seminate tra le pietre aride dell’egoismo e della malavita il seme della solidarietà, il fiore della fraternità, la quercia della giustizia».

Intendono gettare questi semi e far fiorire fraternità e giustizia i numerosi progetti che l’arcidiocesi sta portando avanti per i più giovani. Tra questi, ricordiamo il Patto educativo per combattere la dispersione scolastica e il MuDD, Museo Diocesano Diffuso, per dare la speranza di un lavoro.

«Per contrastare la violenza minorile è importante innanzitutto limitare la dispersione scolastica, che è l’obiettivo del Patto educativo – spiega don Federico Battaglia, responsabile diocesano della Pastorale giovanile –. È stato firmato a Nisida su impulso di don Gennaro Pagano e vede la collaborazione delle istituzioni e degli enti del terzo settore». Si tratta di creare una rete positiva attorno a un minore, «partendo dalla scuola che rimane l’interlocutore privilegiato», ma arrivando alla «presa in carico dell’intero nucleo familiare: i genitori vengono seguiti anche con potenziamento della genitorialità, alcune imprese si mettono a disposizione per il dopo scuola…. Un vero e proprio laboratorio dei talenti che va oltre il semplice accompagnamento scolastico». Al momento sono coinvolte «circa una trentina di parrocchie della diocesi di Napoli – prosegue il sacerdote –, ma poiché la città di Napoli comprende anche la diocesi di Pozzuoli, ce ne sono altre 10 in quel territorio. Abbiamo cominciato con tre periferie, Forcella, Ponticelli e Soccavo, ma

l’idea è che ogni parrocchia possa diventare una sede di patto educativo».

Per togliere i ragazzi dalla strada è importante anche dargli la speranza di un lavoro onesto, nel territorio. Risponde a questa domanda e a quella di aprire le tante chiese del centro di Napoli che sono chiuse l’idea del MuDD, il Museo Diocesano Diffuso.
«Nel centro storico abbiamo quasi 500 chiese, ma circa 180 sono chiuse – dice don Federico –. All’interno c’è un patrimonio artistico inestimabile che va valorizzato, così come vanno valorizzati i nostri ragazzi». Ecco, allora, che una cinquantina di giovani si stanno formando per fare da guide all’interno di questi edifici di culto, proponendo un percorso di evangelizzazione attraverso l’arte, mentre altri quaranta “neet” (giovani inattivi, che non studiano e non lavorano) stanno realizzando dei visori di realtà aumentata che permetteranno di ammirare i luoghi sacri anche senza entrarci dentro. «Tra maggio e giugno si parte con tre chiese di Forcella: la chiesa di San Giorgio Maggiore, la basilica dell’Annunziata e la basilica di San Pietro ad Aram, ma l’idea è di arrivare a sette per il Giubileo, sulla scia di san Filippo Neri che proponeva il pellegrinaggio delle sette chiese». A spiegarlo è Francesco Trambarulo, 25 anni, animatore di comunità del Progetto Policoro nell’arcidiocesi e insegnante di religione. «Abbiamo voluto dare un taglio innovativo, digitale – prosegue –. In particolare a San Giorgio i visitatori entreranno grazie ai visori 3d. Vorremmo mantenere la linea del dono, cioè il fatto che le chiese non siano musealizzate e non si debba entrare pagando un biglietto; dall’altro vogliamo creare una serie e di servizi che possano far sentire le persone accompagnate all’interno di questo percorso e dare la possibilità di un reddito ai ragazzi».

L’esempio virtuoso è quello della cooperativa La Paranza del Rione Sanità, che è responsabile della gestione delle catacombe di San Gaudioso nella basilica di Santa Maria della Sanità, e del recupero e dell’apertura al pubblico delle Catacombe di San Gennaro. «Tutto è frutto dell’inventiva dei giovani – conclude don Battaglia –. Bisogna concedergli spazio e protagonismo, capacità di interpretare il sociale. Noi da parte nostra ci mettiamo gli strumenti e gli diamo fiducia, li prendiamo e ci prendiamo per mano provando a raggiungere obiettivi importanti».

(di Giulia Rocchi – foto gentilmente concesse da don Federico Battaglia)

Un bellissimo video di qualche anno fa firmato da Giovanni Panozzo e dedicato alla cooperativa La Paranza del rione Sanità…

La puntata di “Eccomi”, di Tv2000, dedicata a don Gennaro Pagano

11 Marzo 2024
raccontaci

Hai una storia da raccontarci?

Condividi la tua esperienza, ti potremo contattare per saperne di più.

Iscriviti alla nostra newsletter