24 Gennaio 2023

Dossier. Pregare con la Parola: la lectio divina

Come riscoprire tutta la ricchezza della preghiera e della meditazione fatte con la Parola di Dio? Don Beppe M. Roggia (salesiano, già docente di pedagogia vocazionale) ci guida alla riscoperta di una pratica antica ma sempre attuale: quella della “lectio divina”.

Guigo II il Certosino. Chi era costui? Fu il nono priore della Chartreuse (la grande Certosa di Grenoble), vissuto nella seconda metà del XII secolo. Scrittore di opere ascetiche, è diventato famoso nella storia della spiritualità per la Lettera sulla vita contemplativa indirizzata al confratello Gervasio; a questi narra la sua esperienza di cammino di meditazione con la parola di Dio, un percorso immaginato come la salita su una sala di quattro gradini: 1° Lettura attenta della S. Scrittura (Lectio); 2° Meditazione di quanto si è letto (Meditatio); 3° Invocazione rivolta a Dio per ottenere ciò che questa meditazione ha fatto conoscere (Oratio); 4° Intimità con Dio nella preghiera e nell’azione (Contemplatio). Certo, una bella finestra sulla vita spirituale dei monaci del XII secolo, ma molto di più. Ossia una magnifica sintesi con chiarezza di metodo pratico, utile a tutti anche oggi, per quella che viene chiamata oggi Lectio Divina. In realtà si tratta di una tradizione antichissima come è antica la Bibbia.

Essa consiste nell’imparare a pregare e meditare con la parola di Dio fra le mani, arrivando così ad esercitarsi nella vita spirituale, per potere giungere progressivamente all’unione mistica con Dio

attraverso l’attivazione dei sensi spirituali (i cinque sensi naturali che si collegano con i corrispondenti spirituali posizionati nel cuore. In tal modo abbiamo una vista spirituale, un udito spirituale, un gusto spirituale, …). Si può dire che più della metà della Bibbia stessa è Lectio Divina ad opera dei profeti e scrittori sapienziali, frutto della meditazione delle esperienze fondamentali della storia della salvezza: creazione, nascita e sviluppo del popolo eletto, schiavitù in Egitto, esodo e liberazione verso la terra promessa, deportazione in Babilonia, ritorno e restaurazione della nazione santa. Gesù stesso nell’esperienza dei due discepoli in cammino verso Emmaus (cfr. Luca 24, 13-35) e nell’incontro con gli apostoli nel cenacolo dopo la sua risurrezione (cfr. Luca 24, 44-48) fa una specie di Lectio Divina insegnando loro a rileggere e interpretare tutto l’Antico Testamento come riferimento alla sua persona. Bisogna dire che questa maniera di accostarsi alla Bibbia e questa forma di preghiera ha avuto la sua stagione privilegiata nei primi secoli cristiani con i grandi Padri della Chiesa, che si nutrivano assiduamente della Parola di Dio con questo metodo e portavano i fedeli a fare altrettanto. Questo è stato il modo comune di accostarsi al libro della Parola di Dio che si è prolungato fino all’inizio dell’età moderna. Con la crisi protestante, la pretesa della libera interpretazione individuale della S. Scrittura e i successivi interventi del Concilio di Trento questa forma di preghiera si può dire sospesa per ben quattro secoli, per cui rimane relegata nei soli monasteri. Con il Concilio Vaticano II ritorna in auge raccomandata, incentivata e promossa dal magistero del Papa e dei vescovi, per cui oggi stiamo vivendo un momento tra i più belli e fecondi di ritorno a pregare e impostare la propria via spirituale fondandosi soprattutto su una frequentazione assidua della Parola di Dio. Tuttavia, nonostante questo, rimangono alcune sfide: la maggioranza dei cristiani non è abilitata né assidua ad impostare la preghiera e la meditazione sulla Parola di Dio e anche coloro che si servono di questo metodo si fermano perlopiù alla tecnica e non al processo interiore che questo metodo di preghiera dovrebbe suscitare. Vediamo allora in maniera molto sintetica alcune indicazioni pratiche per abilitarsi ad un percorso fruttuoso della Lectio Divina. Lo facciamo naturalmente sulla falsariga della proposta di Guigo il Certosino.

Il primo passo riguarda la preparazione: la ricca tradizione cristiana, sulla linea dei migliori maestri spirituali, ha sempre consigliato la cura della preparazione prima di accostarsi al libro della Parola, per non trattarla alla stregua di un giornale, di un romanzo o di un libro qualunque. Questa preparazione esige il gusto di qualche tempo di silenzio e solitudine, disciplina di tempo e di orario (fedeltà a questa pratica per circa 30’ al giorno, possibilmente in uno stesso tempo prefissato), digiuno dall’uso eccessivo dei media. Ci si prepara soprattutto invocando lo Spirito Santo che apra e illumini la mente e il cuore.

Il secondo passo consiste nel fermarsi su un testo della Parola di Dio. Come asserisce S. Paolo “tutta la Scrittura è utile per insegnare, convincere, correggere ed educare” (2 Tim 3,16), però può essere di maggior profitto pratico scegliere la Parola di Dio che Lui offre ogni giorno alla sua Chiesa. Per questo c’è solo la difficoltà della scelta tra i tanti tipi di messalini giornalieri e mensili, dotati tra l’altro anche di una breve presentazione del testo. Occorre leggere con molta calma una o più volte questo testo fermandosi sulla frase o sulla parola che mi ha colpito di più. In altre parole passare da ciò che dice il testo a ciò che dice espressamente a me.

Transitiamo così al terzo passo, quello della meditazione propriamente detta, ossia la masticazione, ruminazione, come la chiamavano gli antichi maestri spirituali, della frase/parola che più mi ha colpito. Occorre ripeterla adagio, magari più volte, per comprenderla in profondità. Per questo mi posso aiutare facendo un po’ di eco biblica. Di che cosa si tratta? Devo provare a chiedermi: questa frase/parola cosa mi richiama di altri passi, frasi o fatti della Bibbia? La convinzione da sempre degli uomini e donne spirituali è che la Bibbia si spiega e si comprende prima di tutto con la Bibbia stessa. Questa operazione è come fare lievitare la scheggia della Parola di Dio, che dalla lettura mi ha già colpito il cuore, perché da parola cristallizzata nel libro della Bibbia si trasformi in parola viva, in maniera da condurmi al contatto diretto con la persona stessa del Signore Gesù. Questo incontro vivo diventa provocazione e luce per la mia vita, aprendomi a veri orizzonti di grazia e insieme illuminando l’ombra delle fragilità e le tenebre del male che si celano nel mio cuore, e sollecitando quindi un passo di conversione. Abbiamo perciò una specie di corpo a corpo tra Cristo parola viva e la situazione della mia vita, che mi interpella al discernimento per la mia crescita umana e cristiana e per la necessità di guarigione.

Questo mi introduce al quarto passo: il faccia a faccia tra Cristo e me mi getta nella preghiera con espressioni di lode, di ringraziamento, di pentimento, di richiesta di perdono, di supplica.

Siamo giunti all’ultimo passo, il quinto. L’incontro vivo con il Cristo, che ha illuminato la mia situazione di vita e che contemplo nel suo amore, mi sollecita per compiere almeno un piccolo passo nell’agire concreto della mia giornata, perché non è possibile terminare un’autentica Lectio Divina senza un punto concreto di conversione della mia esistenza. Il ritornare a ripetere durante il giorno la frase/parola che mi ha colpito, diventa uno stimolo in più per concretizzare la mia risposta alle sollecitazioni del Signore attraverso la sua parola. Un altro aiuto per trasformare la parola ascoltata in vita è dato dalla possibilità della collatio fraterna, ossia la condivisione in gruppo di quella che è stata l’esperienza della Lectio fatta. L’ascolto degli altri e la comunicazione della propria esperienza ha il vantaggio di piantare più in profondità quanto io ho vissuto personalmente ed arricchirlo attraverso la comunicazione degli altri. Mi piace concludere con una annotazione del card. Martini, grande appassionato della Lectio Divina: “Non mi stanco di ribadire che occorre fare della Parola lo strumento principale di formazione della vita cristiana odierna, uno dei guadagni più importanti dell’evento conciliare e di tutto il suo cammino di assimilazione da parte della Chiesa”[1].

di Beppe M. Roggia, sdB

[1] Cfr. Martini C.M., Intervista a cura di BRESSAN L., in <Rivista del Clero Italiano> 10 (2008), p. 664.

24 Gennaio 2023
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